| ragasimpa |
| | CHAPTER 6
Dopo che, appunto, fu entrato Tim, ricevetti repentine spinte da dietro, ma non mi importava niente di ciò, lui era lì. Il suo arrivo mi aveva già alquanto abbagliata, ma la tachicardia mi prese quando Kiro, il bassista, entrò posizionandosi proprio davanti a me. La sua entrata fu bellissima: col suo basso appresso, ci sorrideva divinamente, quasi vergognandosi e ci salutava con le sue manine. Lui era stupendo, quel viso così... Dolce e beato, felice. Mi piaceva tantissimo, ormai era attestato. Successivamente entrò De Buhr, col suo fisico scolpito e il suo fare da playboy, con la chitarra arrapava ancora di più! A lui seguirono Felix, sulla quale mi cadde l’occhio per quanto fosse inquietante, e Strify, il cantante, che per quanto mi potesse stare antipatico, mi colpì. Non fece in tempo ad entrare che puntò lo sguardo su di me, indicandomi. Una ragazza dietro me mi svenne addosso e presi una gran paura, i bodyguards la trascinarono via e, come se niente fosse, il mio sguardo ritornò al palco, a Tim. Ero così impegnata ad osservare il mio amico, che non mi accorsi che Kristian stava allungando le mani per toccare le nostre, dentro il mio corpo scattò qualcosa e, con una forza inaudita, mi spinsi ancora più verso il palco. Fu un attimo: i miei occhi si persero nei suoi e lui prese la mia mano, stringendola. Non esisteva nient’altro in quel momento, le altre ragazze che si sporgevano sembravano trasparenti in confronto a noi due. Mi guardò con quei suoi occhi favolosi, rimanendo in quella posizione a contatto con me. Mi sembrò infinito il tempo in cui ci toccammo, ma prima o poi questo legame dovette spezzarsi e lui ritornò a suonare il suo strumento. Kristal accanto a me, mi guardò sbigottita e io portavo in volto un sorriso più grande della mia faccia: non riuscivo a credere che mi aveva guardata e preso la mano, solo la mia. Il concerto andò avanti, nonostante cercassi Tim con lo sguardo, notavo che il bassista mi guardava spesso, così come anche il cantante; la mia unica speranza però era farmi riconoscere dal mio migliore amico e non potevo sprecarla. Urlavo, chiamavo il suo nome, agitavo in aria le mani, speravo che tutte quelle cose servissero per farmi riconoscere. Ad un certo punto, alla fine dell’ennesima canzone, Strify, con la sua voce da puttana, prese il microfono e gli altri ragazzi sparirono nel backstage. Un tecnico stava aggiustando la chitarra di Dirk e lui gli si avvicinò sensualmente, posandogli una mano sulla spalla, flirtandoci spudoratamente. Mamma mia, era proprio svergognatamente una troia! Ci provava pure col tecnico! Per non parlare delle moine che lui e il chitarrista si erano fatti sul palco mentre c’era “Forever or never”, sembrava quasi stessero insieme! Ma non pensavo fosse così, dal momento che quei stessi giochetti li faceva con Kiro, che rideva beatamente ed era così divertito. Dio, erano stupendi! Live mi stavano piacendo un sacco, non riuscivo a credere che Tim potesse essere diventato così bravo, provavamo sulle pentole... Da non credere! Dopo che anche il tecnico si fu dileguato, nessuno, tranne Strify, era rimasto sul palco. << Ora voglio che facciamo un bel gioco...>>, iniziò a dire. Dalla folla si udivano tantissime urla disperdersi in aria. << Voglio che indovinate di chi sto parlando, prima che i ragazzi entrino!>>. Non riuscivo bene a capire ciò che dicesse, ma me ne ero fatta giusto un’idea. Come risposta otteneva soltanto grida di ragazze impazzite, successivamente continuò il suo discorso, fornendo indizi sull’aspetto fisico e dal retro spuntò Tim, nella sua bellezza divina. Con un leggero sorriso si spostò dietro la batteria e Sebastian lo raggiunse ridendo maliziosamente: mi piaceva quello che stavano facendo, quei giochetti di ruolo... Non erano affatto da etero, e a me quelli che chiamavano “gli altri” mi piacevano troppo per non rimanerne estasiata. Tim suonò il suo assolo di batteria, prima che gli altri tre si presentassero sul palco e una volta concluso si alzò in piedi e tirò le sue bacchette: una a destra, e una a sinistra, ma la prima toccò a me, lui la diede a me, vidi che voleva che la prendessi e con un sorriso, che io subitamente ricambiai, l’afferrai perdendomi nei suoi occhi. Mio Dio, era palese che sapesse chi fossi. Lui sapeva chi ero. E io mai avrei pensato che avrei potuto ritrovarlo; sì la speranza non mi aveva mai lasciata, ma la paura che non potesse mai più avvenire era viva in me, perlomeno fino al momento del nostro incontro. Il destino c’aveva congiunti ancora e doveva esserci un motivo. Non sapevo ancora che il destino non prevedeva soltanto ciò che io credevo. Comunque tra grida sonore e scherzetti vari, si arrivò alla così temuta fine del concerto; i ragazzi tirarono i loro asciugamani e le loro bottigliette e ogni qual volta succedeva, io mi lasciavo cadere all’indietro a peso morto pur di afferrare qualcosa. L’asciugamano celeste di Kristian accarezzò i polpastrelli delle mie dita, ma non riuscii ad agguantarlo. Non sarebbe stato di certo un pezzo di stoffa a fermarmi. Dopo un saluto i ragazzi scomparvero dietro le quinte e io, come un’illusa, mi fermai a fissare il palco vuoto. << Dio, è stato in assoluto il concerto migliore che abbiano fatto! La tua presenza deve averli sconvolti! Cristo, hai visto come ti guardava Strify?! Sembrava volesse stuprarti o mangiarti viva!>>. << Kristal non mi sento tanto bene... Sono... Scossa!>>. << E ci credo! Ora noi ce ne aspettiamo qui fino a che non accade qualcosa!>>. << E che dovrebbe accadere?>>, le risposi io ingenua, mentre quasi tutte le ragazze se n’erano andate. << Scusa! Sì tu, dico a te! Vieni!>>. << Dice a me?>>, un omone della sicurezza mi aveva afferrata per un braccio e mi scrutava con sguardo distaccato. << Il ragazzo che suonava poco fa vuole vederti>>, io, senza pensare, trascinai Kristal appresso a me. Non sapevo bene su cosa riflettere, ciò che sapevo era che mi stavo dirigendo in un posto alquanto sacro e il momento che avevo così tanto atteso da quattro anni stava sopraggiungendo. Non passammo da dove i ragazzi si erano dileguati, ma uscimmo dal locale percorrendone tutto il perimetro. Kristal mi guardava emozionata, avendo capito meglio di me cosa stesse succedendo: io non me ne capacitavo ancora. L’uomo che ci aveva guidate fin lì si guardò intorno e poi aprì la porta. Da dentro mi giunse all’orecchio una musica da discoteca e feci una faccia disgustata. Il bodyguard che ci affiancava, facendoci entrare, chiuse la porta dietro di sè e chiamò il nome del mio amico. Sentivo bicchieri sbattere, a furia di fare brindisi, e risate nevrotiche e altamente sballate. Sulla mia faccia si dipinse un largo sorriso e nel frattempo osservai il posto attorno a me: era buio principalmente, le uniche luci proveniva da dei neon a intermittenza, erano colorate e sbattevano incessantemente sul tendone rosso dinanzi a me e Kristal. << Dio, non posso credere che sta succedendo a me...>>, dissi in un sibilo. << No neanch’io!>>, si esaltò Kristal con gli occhi che le brillavano. Se non fosse stata lei e non l’avessi conosciuta almeno un po’, sarebbe stato facile poter dire che sembrava una bimbaminchia! Non feci in tempo a terminare il mio pensiero che una mano bellissima scostò il tendone rosso e Tim apparve, come una visione, davanti a me. Rimasi immobile, fissandolo, il cuore che accelerava, le mani che sudavano: vedevo tutto il mio mondo con soltanto i miei occhi. << Sapevo che eri tornata>>, mi disse con un sorriso. Gli angoli della mia bocca si incurvarono verso l’alto e senza pensarci troppo, mi fiondai verso di lui, che aprì le braccia accogliendomi. Quattro anni. Erano quattro anni che non sentivo la sua voce rivolgersi a me. Quattro anni che non avevo più un contatto con lui. 4 anni, 1461 giorni, 35064 ore, 2103840 minuti, 126230400 secondi passati ad aspettarlo, e in quel momento era lì, con me. Non riuscivo nemmeno a parlare, lo stringevo e stringevo, respirandogli addosso. Il suo corpo era esattamente come me lo ricordavo, soltanto più... Cresciuto. << Oddio, non ci credo... Tu sei qui>>. << Non ci credo neanche io! Mi è sembrato un sogno quanto ti ho vista davanti casa mia!>>. << Ma come hai fatto a riconoscermi?>>. << Non ti si dimentica facilmente, Helly...>>. << Wow, ti ricordi anche il mio nome!>>, ironizzai dopo essermi staccata da lui. << Ehy siamo Freunde fur Ibanez, come dimenticarsene!>>. Abbracciai nuovamente il mio Tim, incurante sia dei componenti del gruppo, che della mia amica visibilmente scioccata da tali ravvicinate visioni. << Cos’è, ora ti sei messo ad ascoltare questa merda?!>>, scherzai io riferendomi alla musica che mandavano le casse. << Macché, Japan rock forever!>>, rispose lui facendo il gesto -rock- con le tre dita della mano. << Questo schifo è per Seby!>>. << Seby?!>>, esclamai io, quasi sconcertata. Con quella frase tornai al mondo reale, scesi dal paradiso e misi i piedi a terra. I miei occhi videro sia la mia amica immobile, ma sorridente, che la sua band. << Oh cazzo... Per colpa tua mi sono dimenticata del resto! Ehm... Lei è la mia amica Kristal>>. << Ciao Shin... Non sai che fatica per farvi rincontrare!>>, era totalmente imbarazzata, ma lui fu capace di sciogliere il ghiaccio facilmente, abbracciandola. << Quindi devo ringraziare te se la Helly è con me? Saprò ripagarti! Ehm... Beh, vi siamo piaciuti?>>. << Siete fantastici!>>, disse Kristal con entusiasmo. << Grazie! Allora ragazze, Helly...>>, iniziò Tim prendendomi per la vita e attaccandomi a sé, al suo fianco. << Loro sono la mia band! Seb, in arte Strify, Felix, in arte Luminor, Dirk, in arte Yu e... Kristian, in arte Kiro>>. Li guardai uno ad uno, e quando i miei occhi si posarono sull’ultimo incrociai il suo sguardo e lui disse: << Ciao!>>, sorridendo ampiamente. Mi imbarazzai così tanto che per rispondergli non mi uscì nemmeno la voce, o perlomeno fu talmente flebile quasi da non sentirsi. << Invece lei è Helly, la mia migliore amica>>, disse stringendomi ancora più a sé: non si immaginava nemmeno minimamente quanto mi stesse facendo felice. Era incredibile che lui ancora mi considerasse tale. << Questa è Kristal, una sua amica>>. << Piacere!>>, dissero tutti e quanti. La cosa più inquietante era trovarmi davanti a Luminor, la cosa più imbarazzante era incrociare continuamente lo sguardo con Kristian, ma la cosa più bella era essere insieme al mio migliore amico. << Tu sei quella della mano, vero? Non vorrei aver sbagliato persona!>>. << Sì, sono io...>>, risposi flebilmente a quel simpatico bassista. Perché mi stavo vergognando così tanto? << Allora non potevo aver sbagliato...>>, non colsi bene il senso della sua frase, ma sorrisi. << Venite a bere qualcosa?>>. Guardai Tim ridendo mentre Kristian lo avevo chiesto. << Certo che vengono, vero?>>, guardai Kristal in segno di consenso, dal momento che eravamo con la macchina di suo padre: ovviamente non rifiutammo. << Perfetto ragazze! Andiamo a farci un giro!>>, gridò Sebastian alquanto alticcio squadrandomi da testa a piedi. Che checca! Io e la mia amica, super eccitate, seguimmo i ragazzi fino a che salimmo tutti assieme nel loro tourbus. << Oh mio Dio...>>, esclamai io. Imbranata com’ero inciampai nello scalino del bus e due braccia esili mi salvarono da una brutta caduta. << Cazzo>>, esordii fissando il vuoto sotto di me. << Va tutto bene? Ti sei fatta male?>>, disse Kristian con uno sguardo estremamente dolce. << No va... Tutto bene...>>, balbettai io. << Se non ci fosse stato Kristian, eh Helly?>>, le frecciatine di Tim ovviamente non mancavano mai: aveva già capito. Gli feci la linguaccia e, dopo che ebbi ringraziato Kris, mi diressi verso Tim, abbracciandolo. Lui mi stampò un bacio sulla fronte e dopo che tutti fummo seduti, partimmo per un bel giro.
Il resto della serata fu totalmente divertente! I ragazzi erano tutti e quanti simpaticissimi, i cosiddetti Yu e Strify erano dei pervertiti e alcune uscite parevano essere un po’... Insomma, rivolte a me e Tim! Bah, comunque l’avevo detto io che quello Strify era una troia, e dopo quella sera ero quasi certa che se la facesse col chitarrista... Beato lui! Parlammo molto del concerto e, con mia grande sorpresa, Kristal riuscì ad allentare la tensione passando il tempo con Felix! Vedevo che rispondeva a tutto comunque, un po’ timido forse, ma era ok, quindi io sorrisi e me ne tornai a parlare con Dirk: si stava discutendo sull’importanza della prima canzone, quella d’apertura. Quella sera era toccata a - She waits for me- e non poteva esserci canzone più azzeccata: il sound era magnifico e l’adrenalina che saliva in corpo era quel tanto che bastava per mandare a fanculo i propri sensi. Tutta la sera fu uno scambiarsi opinioni, un divertirsi facendo brindisi bizzarri e, semplicemente, uno stare insieme. Eravamo rimasti sul tourbus per tutto il tempo, io ero seduta accanto al mio batterista preferito come fossi la sua fidanzata, ma ero tutto fuorché quello. Davanti a me c’erano Sebastian e Dirk, dalla parte di Tim, Felix e Kristal, e vicino a me quel nanerottolo che non la smetteva di fissarmi: avrebbe potuto essere alquanto fastidioso, ma non lo fu. A volte De Buhr esordiva con frasi alla stregua di: “ Solo la tua migliore amica, eh Reumann?!”, e lui rispondeva con: “ Hannes fatti una sega!” e l’altro: “ Non ne ho bisogno!”, ironizzando ammiccante verso Strify. << Ragazzi ora dovremmo andare>>, annunciò dispiaciuta Kristal. << Ma come, di già?>>. Tim sembrava un bambino al quale era stata appena data una sgridata. << Io devo andare, dopo non so Helly...>>. << Sono venuta con te, devo anche tornare con te>>. << Dai rimani! Dormi da me! Ti riporto a casa io!>>. Sul mio viso e in quello della mia amica si formò un sorriso enorme e io dissi: << Non so se fa... Magari ti disturbo>>. << Non cambi proprio mai, eh? Dai Hell, non fare l’idiota, vieni a casa mia, domattina ti accompagno a scuola>>. << Non posso andare a scuola da lì, i libri, lo zaino... Ho tutto da lei>>. << Ti accompagna da lei allora, dai...>>, non lo feci supplicare oltre con quegli occhi, non un secondo di più. << D’accordo, Kris spiegalo tu a tuo padre, sono certa che capirà! Grazie tesoro!>>. E così ci salutammo, con tre baci sulle guance. Scoprii solo poi che, a causa del tour, non alloggiavano a casa loro, ma in albergo, quindi mi ritrovai in camera con “Shin” mentre il resto dei Cinema Bizarre, gli altri depravati in sintesi, erano nel nostro stesso edificio. Una volta arrivati tutti, ci sistemammo e giunse poi l’ora di andare a letto. Io e Tim avevamo dormito assieme tante di quelle volte che non mi sarebbe mai passato in testa nient’altro, era come un fratello maggiore per me. Il mio tenero e famoso fratellone. Io ero già sotto le coperte, freddolina com’ero, lui mi aveva dato un suo pigiama e sentirmelo addosso mi dava un totale senso di protezione. << Hai ancora freddo?>>. << Ci penserai tu a scaldarmi!>>, sorridendo si mise sotto le coperte, con me, entrambi guardavamo verso il soffitto, lui con le braccia incrociate dietro la testa e io girata d’un lato verso di lui. Poco dopo mi sistemai con la testa sotto la sua spalla, appoggiandomici. << Sai è strano>>, iniziò a dire. << Trovarsi qui... Dopo tanto tempo. No?>>. << Siamo sempre noi due, Timy>>. << Già... Non abbiamo avuto modo di parlare prima, voglio sapere cos’hai fatto in tutti questi quattro anni!>>. << Oh anche io voglio saperlo! Avrai combinato tante di quelle cazzate senza di me! Non ti sono mancata?>>. << Ogni giorno, ogni notte. C’era un vuoto enorme senza di te>>, io sorrisi e dissi: << È bello vedere come le cose non siano cambiate, non ho mai smesso di crederci Tim>>. << Nemmeno io... Allora, - Helly in cerca d’amore - , con quanti ragazzi sei stata?>>. << Non ci vediamo da quattro anni e la prima cosa che mi chiedi è con quanti sono stata?! Sei serio?!>>. << È solo curiosità!>>. << Non tanti... Due, ma davvero, niente di serio>>. << E l’hai fatto?>>. << No, ancora non ci sono arrivata! Sono rimasta la vergine che conoscevi! E... Tu l’hai fatto?>> << Sì, è successo... E tu hai anche visto quella persona>>. << Che cosa?!>>. << Si l’hai vista, prima>>. << Oh mio Dio! Sei stato con Kristian! Vero? L’hai fatto con lui?>>. << Sì>>, disse sorridendo timidamente. << Ma quando?>>. << È stato tempo fa, ma... Ogni tanta ricapita>>. << Mio Dio, che bello! Lui è... Fantastico, bella scelta>>. << Ti piace, vero?>>. << Ammetto che sia... Veramente... Ok sì, mi piace>>, ammisi imbarazzata. << Che carina! Kris è molto dolce e simpatico, ti ci vedrei!>>. << Dai...>>, arrossii. << Vuoi che metta una buona parola per te?>>. << No per favore, mi vergogno troppo!>>. << Ok allora non dirò niente, aspetterò che sia lui a dire qualcosa!>>. << Perché dovrebbe?>>, domandai io, curiosa e... Ingenua. << Ha avuto fin troppe attenzioni per te, stasera>>. << Vabbeh... Senti, ma... Dirk e Sebastian... Se la fanno?!>>. << Mah, ogni tanto!>>. << Ma Cristo andate fra di voi?!>>, dissi alzando il capo per fissarlo nella penombra. << Se capita...>>. << Dio Tim, sto amando questo tuo mondo senza regole!>>. Sorrise e tornammo a parlare di noi, rimanendo abbracciati nella notte, e di tutto quello che avevamo fatto in quei quattro anni: eravamo così cresciuti e ora potevamo riprendere quel percorso di vita che bruscamente ci avevano interrotto, finalmente insieme. La stessa anima, in due corpi diversi.
END OF CHAPTER 6 WAITING FOR CHAPTER 7...
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