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Sex For Breakfast - Capitolo Uno, Party At The Rich Dude’s House.

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¿denni´
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 18:51




Nota dell'Autrice: questa storia è frutto della mia immaginazione e non ha alcuna intenzione di rispecchiare la realtà, ed è senza alcuno scopo di lucro. La storia ha un rating giallo per via di un ricorrente uso di parole non esattamente eleganti e futura trattazione di temi di un certo tipo.

~ Sex For Breakfast
{Won't let you sleep, I gotta satisfy my needs}



Capitolo 1
Party At The Rich Dude’s House


In the back of the car
On the way to the bar
I got you on my list
At the foot of the stairs
With my fingers in your hair
Baby, this is it

(My First Kiss – 3OH!3 feat. Ke$ha)



« Così non ci siamo. Non ci siamo proprio »

Non era la prima volta che Niele rimaneva mezz’ora di fronte allo specchio solo per aggiustarsi i capelli, e non era la prima volta che avrebbe ritardato ad una festa o ad un evento giusto per quel particolare.

Non riusciva mai ad acconciarli come voleva lei: erano lunghi, biondissimi e ondulati, ma non quelle onde che si vedono in televisione, magari accompagnati da qualche slogan alla “nutri i tuoi capelli con il meglio”, ma quelle onde disordinate, a volte crespe, intrattabili soprattutto nei giorni di pioggia.

E quella sera pioveva molto.

Aveva provato di tutto per salvare i suoi capelli da quell’acquazzone guasta feste, che aveva già rovinato i suoi progetti precedenti.

Nemmeno il gel avrebbe impedito all’umidità di ridurre la sua acconciatura “almeno un pochino a posto” in una massa di onde rovinate e scarmigliate.

Ma lei, in fondo, era così: libera.

Tanto a quella festa sarebbe importato più l’approccio che l’aspetto, anche se si sa: l’occhio vuole la sua parte.

« Tanto non riesci a sistemarteli. Sei un caso disperato »

Axel era il compagno di avventure di Niele.

Vivevano nello stesso appartamento, nella periferia di Amburgo, e condividevano praticamente tutto.

Certo, non si poteva definire un vero e proprio appartamento – anche se il nome dava un tocco di dignità in più a dove alloggiavano – ma in un monolocale, piccolo quanto due aule di una scuola.

Dire che era un caos totale era poco: essendo uno spazio ristretto, Niele e Axel non si potevano permettere di mettere due letti, quindi dormivano in quello matrimoniale di quest’ultimo; inoltre il loro armadio non si poteva definire tale, dato che puntualmente i vestiti venivano gettati a destra e a manca, persino dopo la lavanderia.

Il bagno veniva diviso da un paravento gigante, con delle stampe giapponesi, che però non venivano mai ammirate: sciarpe, foulard o giacche venivano lanciati lì sopra e lasciati a penzolare, senza un particolare scopo.

Lo specchio era il pezzo forte di quel casino ambulante: Axel l’aveva astutamente sottratto – anche se lui continuava a dire che si trattava di un “prestito temporaneo da parte di un ex dipendente” – al centro estetico in cui lavorava come massaggiatore. Incorniciato da lampadine, era praticamente l’oggetto più usato da entrambi, che erano la vanità in persona, persino più usato del forno a microonde.

« Non mi sei di aiuto, Ax. Non vedi che sono di fronte ad un problema che potrebbe stravolgere la mia esistenza? » esclamò Niele, mostrandogli la lingua.

Cominciò a giocare con un ciuffo di capelli, facendolo attorcigliare tra le sue dita, poi alzò un sopracciglio.

« E se mi mettessi qualcos’altro? Che ne so, un fissante o una cosa del genere » domandò la ragazza, guardandosi dal lato sinistro. E poi dal destro, come era sua abitudine fare.

« Ah, e poi dimmi, credi che il mio lato sinistro sia più cicciotto di quello destro? » aggiunse.

Axel la spinse via dallo specchio con un fianco.

« Prima di tutto, i tuoi lati del viso sono uguali: nessuno dei due è “cicciotto”; secondo, devi fartene una ragione.
Sembra sempre che tu non lavi i tuoi capelli da una settimana da quanto disordinati che sono » replicò, intento a rispondere sia alla sua amica che a cercarsi i punti neri.

Niele odiava quando Axel faceva così: controllare le impurità della pelle mentre le dava una risposta era irritante, perché aveva da sempre questa “sindrome da riflettori”.

In altre parole, tutti dovevano prestare completa attenzione a lei e non ai… punti neri.

Insomma, essere paragonati ai difetti del viso era alquanto seccante, anche perché la tua autostima ci rimetteva.

« Fa parte del mio carisma, Ax. Però muoviti, dai, che altrimenti arriviamo in ritardo »

Niele sbuffò, piegando le ginocchia e rialzandosi, come per attirare l’attenzione del biondino.

« Senti chi parla, quella che se non veniva spinta se ne rimaneva lì, a sperare in un miracolo estetico »

Replicò l’altro.

Finì di modellarsi i capelli con il gel, poi si girò verso la ragazza, esibendo uno dei sorrisi migliori che aveva; quello che i ragazzi carini tendono a sfoderare quando hanno qualcosa di notevole da farsi perdonare.

E difatti, Niele sorrise a sua volta, prendendolo sotto braccio e uscendo dal monolocale insieme alla sua spalla.

***

Niele Schmied era conosciuta come l’arrampicatrice sociale per eccellenza, anche se non era famosa nel mondo della musica, della recitazione o della danza, non era in coda in un programma televisivo e il suo nome non appariva nei palinsesti.

Questo non voleva dire che non ci provasse.

Purtroppo, che lei sapesse, non aveva nessuna eredità multi miliardaria da sbandierare come alcune donne dello star system, e non aveva nemmeno un genitore che facesse parte della cerchia dei vip.

Se per questo, non aveva nemmeno un cugino di ventitreesimo grado che facesse parte del mondo dello spettacolo, a parte Stephen, che però era un semplice tecnico delle luci.

Aveva già in mente una carriera tutta sua nel mondo della musica, che non si sarebbe limitata a rimanere in Germania, ma che sarebbe diventata fenomeno mondiale.

Avrebbe viaggiato in America, e stavolta non da semplice turista, ma da vera star, con tanto di team appresso.

Per ora, però, doveva limitarsi a fare il gioco sporco, cosa che faceva da ormai tre anni, da quando era una quasi innocente ragazza diciannovenne.

Era un sabato sera, giorno che per molti significava uscire, ma per la strana coppia era uno come tanti altri: la loro principale occupazione era quello di presenziare ai party più o meno in di tutta la città, e questo per un motivo semplice.

Niele voleva diventare qualcuno, e per far sì che ciò accadesse, doveva farsi conoscere.

Ma soprattutto, doveva essere visibile: il suo abbigliamento era eccentrico, esagerato, ma nel contempo aveva un’aria trasandata, come se non ci mettesse molto ad abbinare quegli accessori che, ad un primo impatto, sembrava avessero fatto a pugni con il buon gusto.

« Dove andiamo stasera? Mi hai detto che era un regalo di compleanno in anticipo! » domandò lei, stringendosi di più al braccio abbastanza muscoloso di Ax.

Lui ghignò, chiedendo al tassista di fermarsi.

« Stasera c’è un party al Basement Stuff, e sarà alquanto particolare » iniziò lui, soddisfatto, ma la sua espressione mutò quando vide Niele guardarlo come un mastino.

« Quel locale sta diventando no…ioso. No – io – so. Ci siamo stati due volte questa settimana. E quattro la scorsa. Potevi tirare fuori di meglio, senza offesa! »

« Ehi, piccola vipera, questa volta è diverso. Dovremmo entrare dal retro, passando da tu sai dove, perché sarà una festa privata » rispose l’altro, riducendo gli occhi a fessura.

Odiava profondamente Niele quando lo interrompeva. Non riusciva proprio a tenere la bocca chiusa.

« Festa privata? Quindi mi stai dicendo produttori musicali o sbaglio?» replicò Niele.

“Ti piacerebbe” pensò Axel “ma purtroppo non sono ancora così bravo”.

Gli dispiaceva quando le persone pensavano a qualcosa di grosso, e poi venivano deluse perché ciò che veniva dato loro era meno delle loro aspettative.

Però con Niele ci aveva fatto ampiamente l’abitudine: non si scoraggiava mai.

« No. Nemmeno questa volta. Però ci sei andata vicino » rispose il biondo, continuando ad avanzare per poi sviare nel vicoletto proprio dietro al locale.

Il Basement Stuff era conosciuto per l’ottima musica, l’ottima clientela e l’ottimo intrattenimento.

Ma anche per gli ottimi buttafuori che stavano all’entrata, fermi come una statua di marmo.

Erano gli stessi da almeno tre anni, e il vantaggio del loro contratto lavorativo permanente era che conoscevano benissimo Niele e Axel come quest’ultimi conoscevano Birger e Omar.

Non a caso, non sempre per entrare nelle discoteche di lusso serviva sganciare un paio di banconote da cinquanta.

A volte il carisma bastava e avanzava, e quella sera non avrebbe fatto altro che comodo: non ci sarebbero stati produttori discografici, ma ci sarebbero stati cantanti e attori, presentatori tv e gente alquanto importante.

« Quindi ci saranno cantanti… bene, tasteremo il terreno, Ax. E magari ti troverai anche una ragazza! » rise lei, prendendogli la mano e tirandolo verso l’entrata dell’affollato locale.

Ma, appena arrivati di fronte al Basement Stuff, si bloccarono.

Due omoni enormi li guardarono, e bastò quell’occhiata per far capire ai due che, effettivamente, Niele e Axel puzzavano di infiltrati a straforo.

Axel avanzò lentamente, prendendo con se la bionda, che si stava ancora domandando chi fossero i due.

« Dove sono Birger e Omar? » sussurrò, mentre quello più alto era in procinto di chiedere se erano nella lista.

Il ragazzo fece spallucce, dando un’occhiata nella lista.

« I vostri nomi? » domandò l’altro, intento già a controllare ogni singolo nome per vedere se erano veramente intenzionati ad entrare a sbafo o se erano veramente tra gli invitati.

Niele distolse subito lo sguardo dal foglio di carta ed esibì uno dei suoi migliori sorrisi, quelli che le facevano ottenere sporadicamente un cappuccino gratis da Dieter, il cameriere del Donnas.

Peccato che quello di fronte a lui non fosse Dieter, non aveva un grembiule addosso e non aveva alcuna intenzione di offrirle un cappuccino (o un latte macchiato).

« Ma certo. Sono il dottor Kierzesbaum, e lei è mia moglie » disse Axel, senza togliergli gli occhi di dosso.

Cazzata colossale.

Il nome c’era, certo, ma chi avrebbe mai potuto credere ad una balla del genere?

Un dottore non sarebbe andato ad una festa così importante vestito in quel momento, e sua moglie non si sarebbe presentata con una minigonna sfrangiata più corta dello spessore dello spago da cucina

« Quindi lei sarebbe Frierich Kierzesbaum, eh? » domandò l’omone.

Fu allora che l’attenzione di Niele si concentrò sul cartellino che costui indossava: Herward Weber.

Adesso sapeva chi avrebbe evitato per il resto della serata.

« Niente da fare. E ora fuori di qui » rispose Herward, mostrando ai due la via del ritorno.

Niele lo guardò praticamente sconvolta: non aveva mai avuto problemi ad entrare, e in uno dei giorni più importanti della sua vita veniva sbattuta fuori in quel modo?

Si era portata dietro quel demo per troppo tempo, e la sua carriera era stata riposta in mani altrui molto spesso.

« Ci vediamo dentro » rispose acida Niele, alzando un sopracciglio.

Poi girò i tacchi insieme ad Axel, intenta ad usare quel posto.

***

« Cazzo Ax, devi spingermi di più! Non riesco a fare nulla ora come ora » sbottò la bionda, affondando le mani sul muretto di mattoni e cercando, con le unghie, di trovare i bordi delle mattonelle come appoggio.

« Senti, chi è quella che indossa un boa fucsia di piume? Sai che mi fanno starnutire e ti devo ricordare che il coglione che ti sta reggendo sono io » replicò l’altro.

Niele lo guardò male, pensando che Axel fosse ancora vivo solo perché l’omicidio è illegale.

Non era colpa sua se Birger e Omar erano stati rimpiazzati da due omoni antipatici e fin troppo forzuti.

Piantò uno stivale su una mattonella sporgente e si fece forza con gli avambracci per salire fino all’apice del muretto che separava il marciapiede dal giardino esterno del Basement Stuff, poi si fermò un attimo per riprendere a respirare.

« Per la cronaca, idiota che non sei altro, sei stato tu a dirmi di mettermi questo » disse, indicando l’accessorio.

Poi, con un ulteriore sforzo, si buttò in avanti per finire la scalata, mettendoci un po’ troppa forza.

Mi se il piede in fallo e scivolò molto goffamente dall’altra parte del muretto, cadendo di schiena sull’erba del giardinetto.

« Cazzo! » gridò, usando più voce in quel momento che nel demo che si portava dietro da settimane.

La testa di Axel spuntò dall’apice del muretto, fissando la sua amica come se fosse un cucciolo sperduto in un autostrada.

Sembrava divertito, il bastardo.

Tutte le ore che passava in palestra, a questo punto, gli servivano a qualcosa: narcisista com’era, non poteva non considerare la cura del corpo e del fisico come una fase indispensabile della sua giornata.

Qualche volta, Niele l’aveva pure scoperto a prendere degli steroidi, ma era un periodo abbastanza confuso della loro vita.

Lei non aveva problemi, che lo facesse pure, tanto per lei erano solo affari suoi.

Che si facesse fuori con quelle pasticche, tanto il corpo non era suo e non rischiava nulla dopo un’eccessiva dose; e non era assolutamente cinismo, era semplice realismo.

Axel, poi, non smise solo per quello: avere una coinquilina che ti guardava male tutto il giorno e che non ti cucinava il pranzo e la cena era una punizione sufficiente.

Fece vedere chiaramente che impugnava lo stivale di Niele, scivolato via mentre la padrona cadeva malamente sull’erba umida.

« Dimenticato qualcosa? » la prese in giro.

Fottiti fottiti fottiti fottiti” pensò Niele, mordendosi il labbro.

Si rialzò a fatica, sentendo la colonna vertebrale emettere un suono poco rassicurante, poi sbuffò.

Si accorse, per di più, che la sua maglietta era strappata per dietro a causa del ramo di uno degli alberi del giardino.

Nemmeno quando era piccola e si arrampicava sugli alberi riusciva a rovinarsi le innumerevoli magliette colorate che aveva, invece ora si era lasciata fregare da uno stupido ramo, che, fortunatamente, non le aveva lasciato graffi di vario genere.

« Ha più stile così » commentò Ax, saltando accanto a lei.

Niele lo squadrò, a metà tra lo stupito e l’incazzato.

Odiava quando Axel la passava liscia mentre lei capitombolava, e non solo letteralmente parlando.

« Ha più stile un cazzo. Sarà anche vero, ma ho un male incredibile. E i miei stivali sono rovinati. Questi saranno difficili da ripagare. Mi sono costati più di uno stipendio »

« Più di un ex stipendio, vorrai dire » la corresse il ragazzo.

Lei lo squadrò male.

« Come vuoi tu » replicò, poi si decise a raggiungere la gente alla festa, attraversando il pezzo coperto dagli alberi.

« E ora troviamo qualche cantante da arruffianare! »

***

« Che regalo del compleanno del cazzo » sbuffò Niele, in un angolo del giardino del Basement Stuff.

Axel era ancora in giro per il locale, probabilmente a rimorchiare qualcuna, mentre lei, per la prima volta in vita sua, era stanca.

Stanca di aspettare sempre la sua chance, stanca di presenziare a tutti i party che facevano ad Amburgo – e a volte anche in trasferta a Berlino.

Stanca di fare l’arrampicatrice sociale senza ottenere risultati di nessun tipo.

Da quanto tempo è che faccio tutto questo? Sono tre fottuti anni. E non ho ancora trovato nessuno che conti veramente. Nessuno che mi pubblichi questo cazzo di demo, nessuno che lo ascolti!

In un lampo di rabbia diede un calcio a vuoto, sembrando ancora più patetica del dovuto.

Non aveva mai avuto l’abitudine di rinunciare a tutto, a rinunciare a ciò che aveva sperato, però c’è sempre una prima volta, e per Niele Schmied era quella decisiva.

Era facile andare in giro a conoscere tutti, ma era anche stancante.

Era conosciuta da tutti come quella che faceva casino, quella che ravvivava la festa, quella che conosceva tutti.

Il suo cellulare aveva più di trecento contatti in memoria, la scheda superava i quattromila messaggi e aveva battuto il record di quattrocentosessanta ore di chiamata in un solo mese e mezzo.

Se questo non basta, devo fare di meglio, pensò Niele, alzandosi di scatto dal divanetto.

Ricominciò a fare un giro del locale, sfoderando il sorriso da Dieter, e cominciò a fare amicizia.

Erano persone più famose di quello che avrebbe mai immaginato, ma non si sarebbe comportata come una semplice ragazza che stava frequentando una festa privata.

In questo caso, quando eri in quel genere di situazioni, non dovevi chiedere l’autografo, non dovevi nemmeno farti una foto o parlare della loro musica.

Perché facendo così, dimostravi di essere solamente un fan come tanti altri, nulla di più, nulla di meno.

Invece era quello il momento che Niele doveva sfruttare, perché quella sera tutti erano allo stesso livello.

***

« Niele, tesoro, ho trovato quello che fa per te »

Axel si avvicinò a lei con un bicchiere di champagne e un sorriso da pubblicità da dentifricio.

Niele ricambiò, tornando ad essere quella di sempre: non ci si poteva permettere errori quando ti stavi giocando le tue uniche possibilità.

Per l’ennesima volta.

« Qualche produttore? » domandò, ghignando.

Axel le aveva detto chiaramente che non ci sarebbe stato nessuno di loro, ma la speranza era l’ultima a morire; poi com’era possibile che gente del genere non avesse presenziato in una festa dove la maggior parte degli invitati respirava aria ed emetteva soldi?

Squadrò il territorio, cercando di indovinare a chi si riferiva il suo amato fratellone di sventure.

« Quello lì?» chiese di nuovo, indicando un ragazzo.

La prospettiva di accalappiare quel pezzo di figliolo là era molto piacevole, anche perché non era la prima volta che lo adocchiava con non poco interesse.

Erano undici mesi che non usciva con nessuno e per una volta che trovava una sua possibile dolce metà (anche temporanea), non poteva perdere quell’occasione.

Anche se lui non sembrava tipo da contratti discografici o occasioni.

« Non quello. Non hai tempo per i figaccioni. Ma hai tempo per loro due » rispose, indicando due ragazzi in fondo alla sala.

Niele voltò l’attenzione nel punto che Axel aveva indicato.

Due figure longilinee, molto simili tra loro e di spalle, stavano parlando tranquillamente.

Si voltarono per un attimo, giusto il tempo per far vedere parte del loro volto, e la prima cosa che Niele pensò fu “Sono così diversi”.

Poi si rese conto che di diverso avevano solo i capelli e il vestiario, infatti i lineamenti erano identici.

E fu lì che capì dove Axel doveva andare a parare.

« Axel, pensavi che non li riconoscessi? » domandò, ma Axel fece no con la testa.

A dir la verità, conoscendoti, secondo me non li avresti riconosciuti così in fretta, pensò il ragazzo, ridacchiando.

Niele aveva tantissime buone qualità, ma quando si tratta di riconoscere subito le persone aveva qualche problema: doveva parlarci per ricordarsele bene, perché le rimanevano impresse per i modi di fare, per i termini che usavano più spesso, per come gesticolavano.

E dato che quei due non li aveva nemmeno avvicinati in vita sua, non poteva ricordarsene subito.

La guardò per un attimo negli occhi, e lei lo imitò, finché un enorme sorriso esplose sul volto della bionda.

« E’ un colpo grosso! Dio mio, perché non li ho visti prima! Praticamente è fatta, basta lusingarli un poco e… Axel, sei un genio, io ti adoro! » esclamò lei, sorridendo e squadrandoli di nuovo.

Era, finalmente, l’occasione che Niele aspettava.

Prese una bottiglia di champagne in mano e fece per avviarsi verso di loro, ravvivandosi i capelli, quando Axel la bloccò per il braccio e le sussurrò qualcosa all’orecchio.

« Attenta però. Sono abbastanza diversi. Uno è più da una botta e via, pensa solo al sesso, mentre l’altro è un tipo più da relazione, cerca l’amore della sua vita e tutte quelle stronzate varie che insegnano i film della Disney »

« Allora devo beccare quello insensibile e puttaniere, ho capito. Ti faccio sapere com’è andata » rispose lei, facendogli l’occhiolino.

Si avviò a grandi passi verso di loro, quando una domanda le vorticò in mente: chi era quello da una botta e via, e chi era quello romanticone alla Disney?

« Merda. Quale dei due è? » sussurrò, mordendosi il labbro.

Dannazione, Niele, pensò tra sé e sé, hai il cinquanta per cento di probabilità di beccare quello da una notte. Sono solo in due, basta beccarne uno a caso. Con la fortuna che ho, beccherò quello che farà al caso mio.

« Aspetta Nie »

Axel la bloccò per il braccio, di nuovo.

« Questo non è divertimento, ricordati. E’ lavoro. Quindi, per favore… non andarci a letto subito e non prenderti nessuna cotta. Per favore. E’ per te, ricordati » le sussurrò.

Già, non prendersi nessuna cotta. Era facile, no?




Io chiedo pietà.
Vabbé, scherzi a parte ci tengo veramente ad un vostro commento.
Anche per dire che fa schifo o che non vale la pena leggerla, mi basta per sapere che ne pensate!
Anyway, spero che il primo capitolo (il Pilot, per essere più internazionali) vi abbia incuriosito: posso solo anticipare che gli altri avranno un altro stile, ma per chi è fanatica di serie come me, sa che il primo è sempre differente!
Conto sul vostro giudizio <3
Baci, D.
 
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CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:18
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...I drove for miles and miles...
........

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Mi amor,
Questa tua Fic mi piace moltissimo e tu lo sai beeeenissimo che io odio le etero e che il mio cuore batte solo per le Yaoi XD
Eniuei, ci sono dei punti in cui mi fai ridere, lei ha un caratteraccio, ma nel senso di carattere forte. E voglio vedere quante altre miiiiiiille peripezie dovrà compiere, anche se mi sembra piuttosto furba, come ragazza XD E te l'ho detto, ti somiglia XD
Ti voglio bene da morire <3
 
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¿denni´
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:23




Credo tu sia l'unica in tutto il forum a pensarla così XD
 
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TomiKaulitz
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:25




Allora...E' interessante.
Niele e Axel sono una 'coppia' perfetta.
La ragazza ha già avuto l'onore di incontrare i Kaulitz? Spero per lei che azzecca quello giusto, se no si pianta una di quelle figuracce, che il suo sogno di diventar qualcuno sarà irraggiungibile.
Già lo è abbastanza così, non immagino con una figuraccia come potrebbe diventare.
Anyway...mi piace il tuo modo di scrivere.
Spero di leggere presto il seguito. ^^
 
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¿denni´
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:27




Oh grazie u.ù
Ho già postato cinque capitoli su EFP, quindi credo che aggiornerò spesso XD
Se mi scappa un po' di tempo forse anche domani, per non aggiornare subito si intende XD
 
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TomiKaulitz
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:30




Sisi, ho inteso XD
Beh, se posti domani non vedo l'ora di leggere, se no sarò qui ad attendere un tuo postaggio ^^
 
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¿denni´
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:31




Credo che posterò domani, poi vediamo se arriva anche qualcun altro a leggere, anche se non credo u.ù
 
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TomiKaulitz
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:33




Io penso che qualcuno arriverà. Bisogna avere un po' di pazienza per queste cose.
E' uno dei motivi per cui posto una volta alla settimana le mie storie.
Avrai molti lettrici. Non preoccuparti^^
 
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¿denni´
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:39




CITAZIONE (TomiKaulitz @ 7/12/2010, 19:33) 
Io penso che qualcuno arriverà. Bisogna avere un po' di pazienza per queste cose.
E' uno dei motivi per cui posto una volta alla settimana le mie storie.
Avrai molti lettrici. Non preoccuparti^^

No, no, tranquilla XD
intendo qua sul forum, perché ora è il periodo natalizio e molti sono occupati!
per la storia su efp non ho problemi, dato che ho sempre un minimo di cinque/sei utenti che mi recensiscono XDD
mi bastano anche solo quelli XD
 
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TomiKaulitz
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:44




aaah ok, scusa. Ho frainteso XD
 
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¿denni´
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:47




Tranquilla XD
 
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TomiKaulitz
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:48




ok^^
 
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TomiKaulitz
CAT_IMG Posted on 9/12/2010, 16:01




up
 
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12 replies since 7/12/2010, 18:51   84 views
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