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| salve a tutte! ho deciso di mollare io ci sarò sempre: era brutta e stupida.
ma sono tornata di nuovo alla carica, ovviamente.
non vi dico dove e quando è ambientata la fic perchè rovino la surprise ( tanto alla quinta riga massimo lo avrete capito tutte...)!
tutta quella gente non mi appartiene (beh, in verità sì, però...), non scrivo a scopo di lucro e tutto ciò che è contenuto in questa storia è ASSOLUTAMENTE falso, non accadrà mai! (spero...)
il titolo non poteva essere cambiato, il torturatore è e rimarrà sempre tale!beh, buona lettura, spero sia di vostro gradimento!
Un omone forte e robusto lo buttò nel fango.
-adesso pagherai per ciò che hai fatto!- ghignò.
Lui rimase zitto: non gli sembrava proprio il caso di far valere le sue ragioni…
Avrebbe incontrato il torturatore. Tutti i suoi compagni di baracca avevano pianto per lui. A quanto pareva, questo torturatore era ben peggio di una fucilata, di una forca o di una camera a gas! Era l’uomo più temuto di tutto il campo.
Ma lui non aveva paura! Quel posto era orribile, non gli sarebbe dispiaciuto poi così tanto lasciarlo! La sua famiglia era morta e non aveva una donna da cui tornare: era solo!
-tutti vogliamo andarcene e non temiamo la morte!- gli aveva detto il suo amico, nonché compagno di branda, Georg – ma è il modo che conta! Se io potessi morire in modo indolore, lo farei subito, ma una camera a gas non mi alletta molto, quindi cerco di tirare avanti. LUI, però, è molto peggio! LUI ci gode nel far soffrire la gente, è sadico in un modo che non ti immagini nemmeno lontanamente! Tutti temono il torturatore! Tutti, Tom!-
Ma sì, una fucilata o morire torturati…sempre morte era!
Tom si trovava in quel campo, a Birkenau, Auschwitz II, da poco più di un anno.
Non lo avevano ancora fatto fuori perché era forte e lavorava sodo, ma era un ribelle vero e proprio! Da quando era lì, aveva provato a fuggire ben 3 volte! Aveva anche vomitato addosso ad un kapò e ne aveva attaccato un altro. Era davvero un miracolo che si trovasse ancora lì. Ed il bello era che lui non desiderava affatto essere miracolato!
Comunque, di frustate e botte ne aveva prese in abbondanza:altro che torturatore!
-non lo conosci!- aveva esordito Georg.
-e tu sì?- aveva risposto a tono Tom.
-no, però mio cugino gli ha dovuto fare visita…-aveva detto evasivo il primo.
L’altro lo fissava, con un sopracciglio alzato.
-non può più aprire gli occhi! Il torturatore gli ha cucito le palpebre! È questo…è niente!-
Tom, nonostante questi aneddoti edificanti, continuava a non avere paura. Se gli toccava, amen!
Si passò una mano tra i capelli.
Li aveva biondo scuro e cercava sempre di farseli tagliare il meno possibile.
Tentava di prevenirsi da pulci e pidocchi e andava molto fiero dei suoi tre centimetri di chioma.
-eccoci!- esclamò il kapò, affibbiandogli una ginocchiata nel basso ventre.
Tom alzò lo sguardo. Erano davanti ad un edificio in mattoni, provvisto addirittura di luce elettrica, che in tutte le altre costruzioni mancava.
L’uomo bussò titubante alla porta.
-sì?- disse in tedesco una voce dall’interno.
-le…le ho por…portato un…- balbettò la guardia.
Il ragazzo sussultò, per la prima volta spaventato.
Il tizio che c’era lì dentro doveva essere proprio terribile per fare quell’effetto al kapò, che non sembrava per niente, e nemmeno lo era, una persona impressionabile.
-va bene- disse la voce da dentro.
Il kapò sospirò. –auguri, ne avrai bisogno!- mormorò e si dileguò all’istante.
Tom attese fermo davanti alla porta.
-entra!- ordino la voce.
Il ragazzo piano spinse al porta, che era già aperta, ed entrò nell’edificio.
Si ritrovò in una stanza dalle pareti immacolate, illuminata da una lampada che pendeva dal soffitto e con pochi mobili. Vi erano un tavolo di legno, due sedie e un armadio dello stesso materiale. Sul pavimento era appoggiata una valigetta nera.
All’inizio, Tom non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo e rimase a fissare gli stivali neri e lucide del suo carceriere.
Questi si schiarì la voce e il ragazzo piano piano alzò gli occhi.
-QUELLO sarebbe il torturatore???- pensò, sbigottito.
Era alto e molto magro. Aveva i capelli neri, liscissimi e lunghi fin sotto le spalle. Gli occhi castani erano truccati con molta cura di nero e le unghie laccate del medesimo colore.
ah, vi consiglio di immaginarvi il torturatore (capito chi è, no?), come nel vito di ubers ende der welt (ready, set, go), all'inizio.
un bacione
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