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| beh, dato che siete state tanto gentili e avete commentato in tante (sperco che continuerete....lo farete, vero?) vi posto il cap. 2. cercherò di postare ogni giorno, ma tanto non sarà lunghissima... un bacione
Che hai fatto per essere spedito qui?- domandò il torturatore. Il giovane tacque. L’altro gli si avvicinò e gli diede una ginocchiata nella pancia. -rispondi!- -ho cercato di scappare- rispose Tom. -da quanto sei qui?- -un anno e due settimane- -ah! E non ti sei ancora rassegnato? Complimenti!- esclamò il moro. -e come ti chiami?- chiese poi. Il biondo mostrò l’avambraccio destro, su cui era tatuato il numero di riconoscimento. Il torturatore sorrise. -il nome, quello vero!- -Tom- -Tom- ripeté, camminando per la stanza. – Tom- -e quanti anni hai, Tom?- -diciannove- rispose Tom. Il torturatore si voltò verso di lui e lo guardò negli occhi. – e non ti sei ancora arreso? Complimenti davvero!- -mi può torturare per piacere?- chiese il biondino. -cosa?- domandò divertito l’altro. -per favore, mi torturi e poi mi lasci andare…o mi uccida- ripetè il ragazzo. Il moro gli si avvicinò, accostò il viso al suo e inspirò l’odore della sua vittima. Non percepì alcuna paura. -perché dovrei farlo?- -perché lei è il torturatore, non dovrebbe…torturare?- disse ironico Tom. -beh, non è detto che non lo stia già facendo…- rispose l’altro, altrettanto ironico. Il biondino si guardo mani e piedi, sorpreso. Il torturatore scoppiò a ridere. -psicologicamente, Tom! Non mi hanno ancora dotato di strumenti invisibili, purtroppo! Intendo dire che ti sto torturando con questa attesa snervante. Sai, tipo i preliminari…- Poi si accorse che Tom gli stava fissando le unghie delle mani. -belle, vero? Beh, le tue non sono nemmeno lontanamente paragonabili alle mie, ma devi ritenerti fortunato: di solito chi mi fa visita, poi si ritrova senza!- Il ragazzo rabbrividì. – e come mai io no?- -perché non hai paura di me – rispose il moro, fissandolo negli occhi, che erano del medesimo colore dei suoi – a me piace quando la gente mi implora di risparmiarla, mi offre tutti i favori possibili ed immaginabili. Tu invece non sei preoccupato, pensi che una morte valga l’altra, vuoi solo lasciare questo inferno: se ti torturassi, non ti strapperei un gemito, quindi non mi divertirei! L’unico modo che mi rimane per essere sadico è risparmiarti e non darti la morte. Il ragazzo dai capelli biondi rimase a fissarlo, stupito. -prego!- esclamò il torturatore, indicando la porta con una mano. -ma…-cominciò interdetto Tom. -se vuoi restare a farmi compagnia fai pure, ma non credo sia tua intenzione- aggiunse il moro, con voce sensuale. -arrivederci- mormorò Tom e uscì dalla costruzione. Tornò nella sua baracca e si sdraiò nella branda, vicino ai suoi compagni Georg, Dirk e Franz. Il mattino seguente si alzarono e si presentarono alla conta mattutina. -ma seriamente sei stato dal torturatore?- domandò incredulo Dirk. Tom annuì. -è davvero come si racconta? Cioè brutto, grasso e pelato?- chiese ancora il primo. Il secondo lo fissò. Grasso? Pelato? Ma soprattutto…brutto???? -veramente…è piuttosto magro e non si può proprio dire che sia pelato…- rispose. Dopo un’estenuante giornata di lavori forzati, senza alcuna distribuzione di cibo, Tom e i suoi compagni tornarono alla baracca, ma non vi poterono entrare. Adam, un uomo che viveva con loro, era trattenuto da due guardie e una terza teneva per le braccia il figlio dell’uomo. -cavolo, l’hanno scoperto!- sussurrò Dirk. Adam nascondeva da due settimane il figliolino malato nella propria baracca perché non venisse ucciso. Franz e Georg corsero da Tom. -non la passa liscia! Pensa che i capi si sono talmente arrabbiati che hanno deciso che dovrà intervenire…- cominciò Franz, rabbrividendo. -il torturatore!- terminò Georg.
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