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| ne voglio due di statue! uffa! vi rendete conto che ormai mi sono creata una routine per voi? a scuola penso, a casa scrivo sul quaderno, poi copio sul computer, riguardando il tutto e poi posto! non ce la farò a tenere questo ritom! scerzoooo (so di aver scritto scerzo e non scherzo!) beh, ecco il capitoluccio. vi anticipo solo che per le (anzi la, l'unica...) nc-17 dovrete aspettare ancora un pochino. p.s. a morte ralf!!!!!!!! uuuuh!
Il biondino corse via, raggiunse la sua baracca, vi entrò e si buttò sullo stretto pezzo di branda che gli spettava. Chiuse gli occhi e in un lampo si addormentò, stremato. -…mi interessa solo quello che pensi tu!-; -resti con me stanotte?-; -non lo farei mai!- Si svegliò di soprassalto. -smettila! È il nipote di Hitler! Non devi pensare a lui! E poi tu sei un maschio e lui pure! Ecco!- si disse. In quel momento udì dei singhiozzi soffocati. Si alzò e si diresse verso il punto da cui provenivano i versi. Un ragazzo era seduto sul pavimento e si stringeva le gambe. -ehi, che è successo?- chiese Tom gentilmente. L’altro alzò il volto. Il biondino lo guardò. Aveva i capelli castani e due occhi profondi color Nocciola, che gli ricordarono irrimediabilmente quelli del torturatore. -come ti chiami?- domandò ancora. -Ralf- -io sono Tom. E come mai stai piangendo, Ralf?- -sono arrivato questo pomeriggio con mio fratello. Lui è stato ucciso perché era gravemente malato. Lui…lui era l’unica persona che mi aiutava! Io non ce la farò senza di lui!- singhiozzò Ralf. -quanti anni hai?- fece Tom. -quindici- Il biondino gli si avvicinò e lo abbracciò calorosamente. Ralf capì che in quel ragazzo avrebbe ritrovato il fratello che gli era stato portato via. E Tom si rese conto che quel ragazzino sarebbe stato molto importante per lui. Si rese conto che era arrivato proprio al momento giusto. Poverino, era distrutto perché suo fratello era stato ucciso! Ed era stato ucciso su ordine di Hitler (non direttamente, ma era lui che comandava di uccidere quei poveretti…)! E Hitler era lo zio di Bill! No, del torturatore! Per questa ragione lui doveva odiare il torturatore! Ecco! -dai, ora vai a riposarti, che è meglio!- -perché mio fratello non c’è più ed io sì?-chiese Ralf, piangendo nuovamente. -facciamo una cosa? Adesso io divento automaticamente il tuo fratellone, ok?- gli rispose Tom. Il brunetto rise di gusto. – va bene, fratellone!- -bene, in quanto tuo fratello maggiore ti ordino di andare subito a dormire!- Ralf fece scorrere lo sguardo sui posti letto, tutti occupati. -non importa, vai nella mia brand!- disse il diciannovenne. Il quindicenne lo guardò con occhi pieni di riconoscenza e andò a sdraiarsi. Tom si sedette sul pavimento gelido, con la schiena appoggiata al muro sudicio e ruvido e si addormentò in fretta. Intanto, fuori, nel buio, un ragazzo, troppo presto diventato uomo, passeggiava, facendo scivolare lo sguardo su quel macabro paesaggio, che lui stesso aveva brutalmente contribuito a creare. -ma perché te l’ho detto? Anzi, perché esisto?- si domandava. Il mondo era ingiusto! E soprattutto era ingiusto che fosse proprio lui a pensarlo! Lui, che aveva causato la sofferenza di centinaia di persone! Lui, che era impuro! Sì, era impuro perché i suoi genitori non lo avevano mai voluto…e avevano fatto bene! Whilelm Fricks e Paula Hitler erano i suoi genitori. Quando lui aveva saputo che la sua fidanzata era incinta, l’aveva lasciata; lei, ancora folle d’amore, aveva chiamato il figlio con un nome che derivasse da quello del padre. Zio Adolf e papà Whilelm erano rimasti amici, nonostante quello che era accaduto e Adolf aveva sempre adorato il nipotino. Quando poi aveva scoperto la sua perfidia aveva cominciato a stravedere per lui, per non parlare di quando, a sedici anni, aveva scelto di diventare ss! Bill guardò la luna alta nel cielo. Non era giusto che lui avesse potere su tutti e fosse la persona più temuta del campo, se non poteva ottenere l’affetto di Tom! Ma Tom sarebbe stato suo! -se io dico una cosa, quella deve essere! Perché io sono e sarò sempre…il torturatore!-
uuuuuh!
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