Ciao a tutti! Questa è la prima fanfiction che pubblico su questo forum, i protagonisti sono i Killerpilze, una band tedesca e in particolare il cantante chitarrista Jo ... spero che vi piaccia e spero anche di trovare qualche commentino ...
buona lettura! ^^
LETZTE MINUTE
PROLOGO
La bomboletta spray sibilava,il getto nero colpiva il muro lasciando una traccia indelebile. Come il dolore.
Una scritta man mano si formava, sempre più chiara, sempre più esplicita. Una mano agile la tracciava.
Il sibilo si fermò,la figura si allontanò,contemplò il proprio lavoro. Poi mise la bomboletta in tasca, si voltò e si allontanò, come volesse lasciarsi alle spalle il significato del suo gesto. Dopo pochi secondi era sparita oltre la curva, ingoiata dall’oscurità.
Un lampione illuminava il muro e la scritta nera.
Letzte minute.
CAPITOLO 1
La camera era immersa nel buio. Una scritta rossa lampeggiava e un rumore fastidioso si diffondeva nell’aria. Il ragazzo sdraiato nel letto mugugnò e con una manata spense la sveglia. Sbuffò vedendo che erano già le sette. Scostò il piumone e,incespicando in oggetti non identificati sparsi sul pavimento, aprì la finestra, lasciando che la pallida luce entrasse a illuminare la stanza. Si appoggiò al davanzale, rabbrividendo e respirando l’aria fredda della mattina. Il cielo era grigio, come sempre ultimamente. La città cominciava a movimentarsi. Sospirando richiuse la finestra, si fece largo tra le pile di cd,libri, fogli buttati per terra e raggiunse la porta. Entrò in bagno,per uscirne qualche minuto dopo. Rientrò in camera ed aprì l’armadio. Scelse i vestiti,li indossò e si guardò allo specchio. Ricambiò il suo sguardo un ragazzo molto esile, di altezza normale, con capelli castani corti e un ciuffo su un occhio marrone chiaro, quasi dorato, con una leggera linea di matita nera. Indossava una t-shirt nera a scacchietti bianchi, jeans, polsino nero, bracciale borchiato, braccialetti vari e scarpe da ginnastica.
Lui.
Con uno sguardo alla chitarra elettrica accanto al letto,il ragazzo uscì dalla stanza.
In cucina gli si presentò una scena ridicola a cui però era ormai abituato. Suo fratello minore Fabi saltellava canticchiando,un barattolo di Nutella tra le braccia e un cucchiaio colmo di crema in bocca. Alla tv trasmettevano l’ultimo video dei Tokio Hotel.
<< Durch der monsoon … >> canticchiava il più piccolo. Appena lo vide alzò le mani in segno di saluto, lasciando cadere il barattolo. Con un gesto fulmineo lo recuperò prima che si infrangesse sul pavimento, rivolgendo un sorrisone al fratello. Jo lo salutò alzando gli occhi al cielo e sorridendo rassegnato e prese una fetta di pane e marmellata. Stava per chiedere a Fabi se quel giorno era libero per le prove, quando il padre entrò in cucina.
<< Ciao Fabi! >> esclamò sorridente << e ciao Johannes … >> continuò più freddo e serio. Fabi ricambiò il saluto e Jo abbassò lo sguardo, rabbioso. Era sempre così, il padre lo trattava come se fosse solo un cretino, uno scarto. Ma perché? Cos’aveva Fabi più di lui? La risposta gli arrivò in un battibaleno. Era aperto, sempre allegro e felice, riusciva a far parte del gruppo ed andare contemporaneamente bene a scuola, si comportava sempre bene, o meglio, se veniva beccato a combinare guai usava la tecnica migliore: negare, negare, negare! …
Una mano sul braccio lo fece risvegliare dai suoi pensieri. Fabi lo guardava in modo strano, colpevole. Jo sorrise. Sapeva cosa stava pensando. Credeva fosse colpa sua se il padre lo trattava così. Gli scompigliò i capelli giocosamente, mentre vedeva aprirsi sul volto del minore il solito sorriso.
<< Johannes, sbrigati, oggi ti porto a scuola! >> esclamò la voce del padre. Jo alzò lo sguardo stupito,così come Fabi. Da quando il padre lo accompagnava a scuola? Senza saper dire alcunché, prese lo zaino e lo seguì in auto.
