| CAPITOLO 7
Assolo finale.
Poi silenzio.
I quattro ragazzi rimasero per alcuni istanti ad osservare i rispettivi strumenti, poi alzarono lo sguardo contemporaneamente.
<< Direi che va bene … no? >> disse Jo guardando gli amici.
<< Sì,molto bene … >> concordò Max sedendosi sul divanetto della sala prove. Gli altri tre lo raggiunsero.
<< Ragazzi io … vi devo parlare di una cosa >> disse a un tratto Schlagi.
Fabi alzò la testa dal pacchetto di patatine in cui stava rovistando, Max posò il bicchiere di coca cola e Jo distolse lo sguardo dal cielo nero fuori dalla finestra.
<< Cosa? >> chiese Fabi non molto interessato, ricominciando a cercare la sorpresa nel pacchetto. Jo e Max guardavano Schlagi. Dal tono dell’amico avevano capito che era una cosa importante.
<< Fabi … >> mormorò Jo. Il fratello alzò la testa.
<< Io … ci ho pensato molto, davvero, non vorrei farlo però … ultimamente i miei voti si sono abbassati ulteriormente, rischio la bocciatura e non mi sembra il caso … la preside ha già parlato con i miei per chiarire la situazione … insomma … io lascio la band >> disse Schlagi. Alzò lo sguardo per incontrare quello degli amici. Fabi lo osservava stupefatto, sgomento, il pacchetto trasparente della sorpresa ancora in mano; Max lo guardava come se sapesse già tutto, come se avesse intuito già tutto; Jo lo guardava ferito, gli occhi lucidi. In quel momento Schalgi si sentì una merda.
<< Scusate, non volevo … ma è l’unica soluzione >> riuscì a dire,prima di prendere il basso e uscire dalla sala prove per l’ultima volta.
Tre giorni, ventitre ore e quattro minuti. Da esattamente tre giorni, ventitre ore e quattro minuti i suoi sogni si erano infranti; da esattamente tre giorni, ventitre ore e quattro … anzi, cinque minuti, il loro amico li aveva abbandonati; da esattamente tre giorni, ventitre ore e cinque minuti stava di merda; da tre giorni,ventitre ore e cinque minuti era più depresso del solito; da sei ore e cinque minuti era sdraiato sul letto, l’ultimo cd dei My Chemical Romance a palla, circondato dai testi dei Killerpilze e dalle foto di loro quattro; da sei ore e cinque minuti ogni mezz’ora sentiva Max salire le scale, fermarsi davanti alla porta della sua camera e rimanere in silenzio per un po’. Nemmeno lui sapeva cosa dire,il che era strano. Poi lo sentiva scendere le scale e tornare in cucina, probabilmente a deprimersi come stava facendo lui. Ma in fondo,che c’era da dire? Li aveva abbandonati, Schlagi. Li aveva abbandonati, non credeva fosse possibile. I motivi c’erano, ma come poteva arrendersi senza lottare, dopo tutto ciò che loro avevano dato per il gruppo? Fabi si impegnava giorno e sera ma riusciva a ottenere comunque buoni voti a scuola; Max si preparava per gli esami dell’ultimo anno, lavorava per pagare affitto e bollette della casa e continuava a suonare; lui aveva definitivamente litigato con la famiglia ed era scappato di casa e perché? Per continuare, per non arrendersi, per riuscire a realizzare il loro sogno, per portare la loro musica in alto. Schlagi doveva lottare,così come avevano fatto loro, invece di gettare la spugna e sottostare al volere dei suoi! Gettò con rabbia sul pavimento la foto che osservava da ormai quasi un’ora. Il foglio lucido si posò sulla moquette. I quattro volti ritratti guardavano verso il soffitto, specchi di attimi felici e spensierati che in quel momento sembravano non essere mai esistiti.
“I'm not okay
I'm not okay
Well, I'm not okay, I'm not o' fucking kay.
I'm not okay
I'm not okay”
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