Note iniziali: wow la mia prima etero. e su Naruto. warning: Hyuugacest xD
Principessa, Felice Oggi?
Ancora nuvole all’orizzonte.
Mi chiedo quando smetterà di piovere in casa mia.
Apro la porta e mia madre mi guarda severamente. Sono stata con Naruto un po’ troppo oggi.
Mi sento bene quando sto con lui. Mi fa ridere. Mi fa dimenticare.
“Entri o resti lì?!” mi urla mamma. Vorrei avere il coraggio di risponderle ‘me ne vado!’ ma io non sono una persona così forte.
“Scusa mi ero distratta...”
“Sei sempre distratta tu! Cresci un po’! Sei l’erede della casata principale!”
Mi sento sempre un po’ male quando me lo dicono. Al mio posto dovrebbe esserci Neji.
Non voglio prendermi un clan sulle spalle.
“Sei grande! Piantala di fare la bambina! Hai diciotto anni, Hinata!”
Continua ad infierire e io resto ferma davanti alla porta d’ingresso con l’unico desiderio di girarmi, aprirla e scappare via. Poi la mia ragione di vita si affaccia alla porta della cucina.
Porta un dito davanti alla bocca intimandomi silenzio, poi sorride e mi si avvicina.
Guarda mia mamma. Vorrebbe fulminarla con gli occhi ma non può. Lo sa benissimo.
Si limita all’indifferenza. Ma anche quella sembra non essere contemplata da mia madre che reagisce attaccandolo.
Quel dannato sigillo è il perché del nostro amore travagliato.
Se fosse stato della casata principale non avremmo avuto problemi.
Lo sento crollare a terra. Lo sento trattenere le urla.
Lo sento e basta.
Mi stringe la mano così forte.
Non ho mai osato abbassare lo sguardo mentre lo ‘torturavano’.
Ma oggi è diverso.
Oggi non è ieri e nemmeno domani.
Fisso le lacrime che tenta di trattenere. E lascio la sua mano.
Al momento mi sento così vuota... Non voglio che la sua morte.
Mia madre lo vede.
L’odio. L’odio nelle lacrime che lascio scendere da questi miei occhi di valore.
Come perle troppo grandi, sono.
L’unico valore che hanno è quello sul mercato.
Non mi rendo nemmeno conto di aver agito.
Mia madre mi urla insulti e Neji respira pesantemente finalmente libero dalla tortura.
Perde sangue, il mio Kunai.
Cerco una ferita sul corpo della mamma e la trovo sul fianco.
Vivrà. Purtroppo.
Sento Neji appoggiarsi il più delicatamente possibile alla mia schiena.
Mi toglie dalle mani il kunai e mi sorride tranquillo. Lo sento.
E’ stanco.
“Ti faranno del male Hinata” sussurra staccandosi e girandomi.
“Ne faranno di più a te.” Rispondo togliendogli le bende sulla fronte.
Il sigillo è lì. E’ sempre dannatamente lì.
Gli poso un bacio sopra. E’ alto Neji.
Scendo a baciargli le labbra. Sento il sapore metallico del sangue misto a quello della mia vita.
Sono qui solo per lui, oggi.
“Hinata...” Mio padre è accorso alle urla di mia madre.
Ci guarda sconvolto.
Lo sapeva ma non pensava di dover vedere.
Che schifo.
Neji mi stringe possessivo.
Mi piace quando lo fa. Mi sento completamente sua e so che lui non mi lascerebbe mai.
“Neji... lasciala.” Ordina perentorio.
Non lo fa. Mi stringe e nascondo il volto fra i suoi capelli che oggi porta sciolti.
Mi piace un mondo passare le dita fra quei fili neri di seta.
Mi volto verso mio padre restando nell’abbraccio.
“Ho deciso che non mi farò più comandare da voi, padre. Da oggi vivrò la mia vita. E Neji la vivrà con me. Che vi piaccia o meno.”
Quando c’è lui è come se il coraggio scorresse nelle mie vene. Forse è proprio lui il mio coraggio.
Mi prende per mano e mi porta fino all’uscio.
Poggia la mano sulla maniglia ma prima guarda mio padre e sussurra crudele:
“Se mi ucciderete, vostra figlia verrà con me... ma non per mano mia.”
Sì, non ha senso vivere senza di te. Credo che utilizzerei quel coraggio che mi dai per... morire. E saremo uguali in quel momento. Perché il sigillo non ci sarà più sulla tua fronte.
Usciamo e fa freddo. Non tanto ma devono essere ormai le quattro di mattina.
Camminiamo vicini e mano nella mano.
Mi sento sicura.
Non so cosa faremo dopo. So che voglio restare così.
La mia vita non è mai stata delle migliori.
Un’educazione rigida, addestramenti massacranti, studio ossessivo...
Solitudine.
Per quindici lunghi anni l’unica cosa che mi ha fatto compagnia.
E le lacrime. Uguali a quelle che ho visto nei suoi occhi quel giorno.
Il giorno che tutto è cambiato.
Che ho scoperto la sua umanità.
La sua fragilità.
Il suo dolore.
La sua eterna speranza.
Quella speranza che ci ha portato avanti per tre anni e che ci spingerà per i prossimi mille a sorridere anche fra le lacrime.
Io, tutto sommato, sono stata fortunata.
E piango.
C’è chi ride sempre e dentro muore.
Chi dalla vita non ha avuto che dispiaceri che continua ad andare avanti sempre con quel suo sorriso.
Sempre con quei pezzi di cielo incastonati sotto le palpebre.
“Naruto!” chiama Neji il biondo. Ha uno zaino sulle spalle e sembrava furtivo.
Nel momento che ci riconosce si rilassa.
“Principessa, felice oggi?” esclama facendo un cenno di saluto a Neji.
E’ cambiato il nostro Naruto. Non è più il ricercatore di attenzioni a caso, da chiunque.
“C’è il mio cavaliere, non potrei essere più felice!”
Mi guarda e sorride. Un sorriso strano sul suo volto.
Tremendamente triste e amaro.
“Beh, devo andare. Lee mi aspetta!” sussurra e lo guardiamo stupiti.
“Dove andate?” chiede il mio... uomo.
“Suna. Almeno, lui deve andare lì per conto dell’Hokage. Io proseguirò... ragazzi... vi voglio bene!” Ci abbraccia di slancio e capisco. Non lo vedrò più.
Sento un bacio sulla spalla. E’ appena uno sfioramento ma vale più di mille parole.
Quando si stacca ha il sorriso che aveva anni fa. Quello che dava enorme fastidio a Sasuke.
Falso.
“Salutatemi gli altri, ora scappo che Lee mi uccide altrimenti!” Corre via.
Sento il cuore di piombo.
“Ha pianto.” Sussurra Neji. Non gli chiedo come lo sappia. In fondo, non lo voglio sapere.
Sono in lacrime. Mi accascio su di me e stringo le ginocchia poggiandoci su il volto.
“Hinata... calma. Va dalla sua principessa. Lo farei anche io per te.” Sorride e mi ritrovo ad abbracciarlo. Mi stringe forte, più delle altre volte.
“Andiamo a trovare l’Hokage?” mi chiede. Non capisco... perché?
“Dobbiamo avvisarla che abbiamo scelto la nostra strada. Qui non potremo mai rimanere, Hinata.”
Annuisco asciugandomi le lacrime.
Mi prende ancora la mano e mi sento una bambina cullata da un padre forte e generoso.
Neji per me è questo.
Un amante, un padre, un amico, un fratello... la mia vita.
Neji è la mia vita.
E, mentre lo penso lo guardo. Non potrei mai trattenere il sorriso che mi nasce sulle labbra.
Note Finali: sì lo so, non si capisce la parte di naruto che dice di dover andare dalla sua principessa. Ma conoscendomi forse ci arrivate
Ci tengo a precisare una cosa: Neji non ha i capelli neri, vero, ma seguendo solo distrattamente il manga ho fatto lo stupido errore di considerarli col colore delle tavole. gomen
♥Ako♥
