| Note iniziali:lo so, sono in clamoroso ritardo e vi chiedo scusa.
Il fatto è che non ho più voglia di scrivere e che sono arrivata ad odiare questa storia con tutta me stessa -così come la maggior parte dei miei scritti-, ma non mi va di lasciare una fanfiction incompleta, quindi mi sono imposta di finirla in un modo o nell'altro.
Mentre scrivevo non provavo neanche un briciolo di amore per la storia e dunque il capitolo risulterà piatto, banale, patetico e senza sentimenti.
Vi chiedo ancora scusa, perché dopo tutto questo tempo avrei dovuto scrivere in modo migliore, mi dispiace, ma non ne sono stata in grado.
Grazie a Dio, questo è l'ultimo capitolo, così potrò mettere nel dimenticatoio anche questa cosa qui.
Vi ringrazio per aver seguito “Let there be love”, anche se rileggendola, vi rendereste conto anche voi dell'infimo livello di questa fanfiction.
I personaggi citati in questa storia non mi appartengono, tutto ciò non è mai successo e naturalmente io non ci guadagno niente.
Let there be love
Capitolo 8
La brezza mattutina mi accarezza dolcemente.
Il sole deve ancora sorgere e - per una volta che mi sveglio presto - non voglio perdermi lo spettacolo.
Mi siedo sulla poltroncina in vimini e inizio a sorseggiare il mio thè alla pesca, perdendomi nei miei pensieri.
Ora come ora, credo di essere l'uomo più felice del mondo.
Non c'è niente che desideri che io non abbia.
Tornare di nuovo alla tranquillità della nostra casa a Berlino dopo un tour internazionale è quello che mi serve per recuperare le energie.
Mamma e Gordon sono venuti a trovarci ieri pomeriggio.
Pensano che la villa che abbiamo scelto sia perfetta per noi due e sono contenti che riusciamo a convivere in modo pacifico e senza distruggere niente.
Georg e Gustav hanno deciso di sfidare se stessi e durante questo mese di riposo si dedicheranno al free climbing.
Andreas si è trovato una ragazza e viene a trovarci ogni tanto.
E' felice che tutto si sia sistemato e che le cose vadano per il meglio.
Tomi è un tesoro e mi sembra di vivere in una favola.
Questa casa è solo nostra, è il luogo dove possiamo rifugiarci senza dare spiegazioni a nessuno e senza avere paparazzi tra i piedi.
- Bill, amore? - mi chiama distogliendomi dai miei pensieri.
- Buongiorno Tomi - dico sorridendogli.
- Che ci fai sveglio a quest'ora? - domanda stiracchiandosi.
- Niente... aspetto l'alba... -
Mi guarda stranito.
Poi si toglie la maglia e me la lancia in faccia.
- Ehi! - protesto quindi.
- Hai solo i boxer e sono le cinque di mattina... vuoi farti venire il raffreddore o cosa? - mi rimprovera incrociando le braccia al petto.
- Siamo in estate Tomi... - gli faccio notare porgendogli la maglietta.
- Balle! Mettiti la maglia! - continua lui.
Sospiro.
- D'accordo -
Poso la tazza di thè sul tavolino e mi infilo questa cosa qui che più che una maglietta sembra un vestito.
Ma quando noto che il signorino si è preoccupato di farmi indossare la sua maglietta solo per distrarmi, in modo da fregarsi il mio thè, lo fulmino con lo sguardo.
- Tomi - dico alzandomi in piedi.
- Sì? - chiede lui continuando a bere.
- Non credi di aver qualcosa che mi appartenga? - continuo mettendo le mani sui fianchi.
- Mh... Bill, lo so che il mio cuore ti appartiene, ma non posso dartelo in senso materiale... o mi vuoi morto? -
- Ah ah ah, molto divertente! - esclamo dandogli una spinta. - Dammi la tazza, Tomi! E' mia! -
- Ma tesoro quello che è tuo è mio! - continua lui.
- Tomiiiii!! Ti stai bevendo tutto il mio thè e mi stai rovinando l'albaaaa!! - piagnucolo pestando i piedi per terra.
- E va bene! Tieni! - dice restituendomi la tazza.
Vuota.
Lo ammazzo.
Poso la tazza a terra e mi avvicino a lui.
- Non mi hai ancora dato il bacio del buongiorno Bill! - protesta lui indietreggiando un po'.
- E non ho intenzione di dartelo se non vai immediatamente a prendermi un altro po' di thè! - esclamo avvicinandomi ancora.
- Un bacino... piccolo piccolo... poi ti giuro che vado nelle piantagioni di thè, raccolgo le migliori foglie e te lo preparo di persona! - continua Tomi con una vocina tenera.
- To- gli punto il dito contro ma vengo interrotto.
- Piccolo - mi implora facendo gli occhi dolci.
- T-
- Piccolissimo - mi supplica ancora.
- E va bene - dico sospirando. - Ma che sia uno! - aggiungo mentre lui
si lancia su di me per baciarmi.
Quando finalmente si stacca, abbiamo il fiatone tutti e due.
- E doveva essere piccolo, eh? - chiedo sorridendo.
Tomi ridacchia e mi abbraccia.
- Guarda, sta sorgendo il sole - dico appiccicandomi di più a mio fratello.
- Oh, ma il sole è già sorto - ribatte guardandomi.
Gli rivolgo uno sguardo perplesso.
Non mi dirà quello che penso, vero?
Non è diventato sdolcinato fino a questo punto, vero?
- Il mio sole sei tu - sussurra sorridendo.
Lo sapevo.
Ed è anche arrossito!
Che tenero!
- Ma che carino che sei! - pigolo lasciandomi baciare ancora.
- Bill? - mormora staccandosi.
- Mh? -
- Non lo vuoi più il thè, vero? - mi chiede sorridendo.
Be', era ovvio.
Stupido io ad aver creduto sul serio che Tomi fosse diventato romantico.
- Tom? - lo chiamo rivolgendogli un sorriso tirato.
- Sì? -
- Pensavi davvero che con una frase carina mi avresti fatto dimenticare la questione del thè? -
Il suo sorriso sparisce.
- Ma-
- Fila a prendermi il thè! - sbraito ancora.
- Sempre che mi tratti male... - borbotta chinando il capo.
- Tom - mormoro impaziente.
Alza la testa, mostrando due occhioni lucidi e un lieve rossore sulle guance.
E quello altamente emotivo ed infantile sono io, eh!
Però c'è da dire che è tremendamente carino.
- Oh avanti Tomi! Piantala! - dico sorridendo.
Tira su col naso.
- Io volevo guardare l'alba con te - pigola lui.
Congiunge le mani sotto il mento e i suoi occhi diventano ancora più liquidi.
Mi soffermo a fissarlo.
E sì, sono perfettamente consapevole del fatto che lui stia usando i miei trucchetti, ma, davvero, non riesco a resistergli.
Sospiro e mi abbandono a lui, facendomi stringere calorosamente.
Sorride dolcemente, mentre sussurra di amarmi.
Forse se Tomi non mi avesse fatto violenza quella sera di giugno adesso la situazione non sarebbe questa.
Forse non avremmo trovato il coraggio di confessarci i nostri sentimenti, continuando ad inabissarci nella sofferenza.
Forse, è proprio vero che non tutti i mali vengono per nuocere.
Note finali: Sopravvissute? Bene, sono contenta per voi! In caso siate svenute per lo schifo durante la lettura le spese dei danni (a voi stesse o ad oggetti vicini) che avete creato nello svenire vi verranno rimborsate dall'associazione “Fate smettere di scrivere quella caprona di RetteMich”.
Un grazie enorme per aver letto e per la pazienza.
Alla prossima (sì, purtroppo sto scrivendo altre storie... abbiate pazienza!)!
RetteMich
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