| Come ho scritto nella descrizione, non sapendo come passare la serata mi sono
raccontata una storiella.
Spero che le fans dei TH non mi odino, dopo averla letta.
Del resto, a me Bill piace. E non ho infierito su di lui.
E non ho nemmeno sbagliato sezione, il protagonista è ... ... ... Strify.
Vengeance
2005
Mi chiamo Sebastian. Ho 17 anni, li ho compiuti da poco.
Abito a Berlino. Una bella città, piena di cose da vedere e da fare.
A proposito di cose fare, io voglio fare il cantante.
Mi piace da matti cantare e sto cercando in tutti i modi di realizzare questo mio sogno.
Ho conosciuto dei ragazzi a una convention di manga.
Sono tipi tosti. Fuori dal comune.
Proprio quello che mi serve per formare una band.
Uno suona la chitarra e l’altro il basso.
Mi mancano solo le tastiere e la batteria.
Sicuramente li troverò, altri due ragazzi interessati al mio progetto.
Sperando che qualcuno di loro sappia anche comporre e scrivere canzoni.
Comunque, ho già fatto un passo avanti e sono felice.
Stasera vado al concerto di una nuova band berlinese.
Hanno appena iniziato e già sono sulle copertine di tutti i giornali.
Sono il gruppo rivelazione dell’anno.
Sono quattro ragazzi e il cantante è persino più piccolo di me, ma ha un carisma eccezionale.
Si chiamano Tokio Hotel. Nome buffo, ma sicuramente d’effetto
Un mio amico mi ha procurato un pass, così posso andare anche nel backstage.
Magari ho la fortuna di incontrarli e di parlarci.
Sarebbe il massimo avere qualche consiglio da questo Bill.
Eccomi sotto il palco. E’ grandissimo.
Wow! Un giorno anche io starò la sopra ...
E quanta gente. Sono quasi tutte ragazze.
Strillano come pazze il nome di Bill.
Il concerto inizia.
Riescono a gridare ancora più forte di prima.
Eccolo il famoso Bill.
E’ un ragazzino. Alto e magro.
Però è veramente bello, specie con quei capelli ...
Si veste anche bene. Il suo look è perfetto.
Capisco perché fa bollire il sangue a queste ragazzine.
Fa un certo effetto anche su di me.
Dopo due ore il concerto è finito.
Ho ballato e canticchiato tutto il tempo.
Mi ha davvero preso questo Bill.
Voglio conoscerlo di persona.
Mostro il pass alla sicurezza e mi lasciano entrare nel backstage.
Stranamente non c’è nessuno.
Sento delle voci. Stanno ridendo.
Eccoli! Sono i quattro della band.
Mi superano, sembra quasi che non mi vedano.
Non sono invisibile!
Non sono nemmeno un brutto ragazzo.
Poi, lui si gira e mi guarda, direttamente negli occhi.
“Ciao.” Bill mi saluta.
“Ciao.” Rispondo, e mi sento un’emerito cretino.
Non so cosa dire.
Tutto quello che volevo domandargli si è perso nella mia testa.
Mi viene incontro e con un sorriso mi dice “Vuoi un autografo?”
“Oh ... si ...” mi accorgo che non ho ne carta ne penna. Mi stringo nelle spalle.
“Scusa ... veramente vorrei chiederti ...” E’ fermo davanti a me, una mano sul fianco.
Aspetta gentilmente che io riesca a dire qualcosa di sensato.
“Vorrei fare il cantante.” Riesco a dire tutto di un fiato.
Forse mi sono ripreso.
“Ho quasi messo insieme una band.”
“Interessante” dice Bill squadrandomi da capo a piedi.
“Puoi darmi qualche consiglio?” gli chiedo. Mi sento alquanto sfacciato.
Bill mi sorride. Cazzo. E’ stupendo.
“Quando canti ... le canzoni devi sentirle col cuore.” Mi tocca il petto con la piccola mano inanellata.
Sento il cuore che si ferma.
“E poi... cambia parrucchiere!” e ridacchia divertito.
“Bill! Bill, dove cazzo sei?” è la voce di suo fratello.
Bill stacca la mano dal mio petto, il cuore ricomincia a battere.
Ma Tom ha visto.
Mi si avvicina. Sembra una belva.
“Cosa stai facendo con mio fratello?” Mi spinge violentemente contro il muro.
“Stai lontano da lui.” E’ furioso.
“Tom. Tomi” lo chiama Bill “per favore. Non sta succedendo niente. Anche lui vuole fare il cantante.”
Bill prende il fratello per un braccio, lo vuole allontanare da me, che sono sempre con le spalle al muro.
Tom si libera con uno strattone.
“Vai subito nel camerino. E non discutere!” Sibila Tom.
Bill si allontana di malincuore. Mi guarda ancora una volta e poi scappa via.
“E tu... cosa cazzo credevi di fare con questa storia del cantante?” Mi si avvicina minaccioso.
Adesso ho proprio paura.
“Con la faccia che hai, al massimo potrai cantare nel coro di una chiesa. Di campagna.”
Si gira e segue il fratello nel corridoio.
Sono solo, sempre contro il muro.
Mi sento svuotato.
Scivolo piano per terra.
Lacrime amare cominciano a sgorgare dai miei occhi.
Nessuno mi ha mai umiliato così tanto.
2008
Questa è una serata molto importante. Per tutti noi.
Adesso non sono più Sebastian.
Il mio nome è Jack Strify.
E sono il cantante dei Cinema Bizarre.
Il mio sogno si è avverato.
Anche noi facciamo concerti.
Stiamo avendo un discreto successo.
C’è ancora molto da fare. E’ un lavoro lungo e faticoso.
Ma è quello che noi cinque desideriamo più di ogni altra cosa.
E stasera, finalmente, avremo un riconoscimento per tutto quello che abbiamo costruito fino ad ora.
Non siamo arrivati primi.
No.
Ci sono loro davanti a noi.
Ma siamo stati ugualmente bravi, visto che siamo i vincitori come migliore rivelazione dell’anno.
Anche noi saliremo sul palco.
E la gente ci applaudirà e griderà i nostri nomi.
Ecco. E’ il momento. Tocca a noi.
E’ un boato, che ci accoglie.
Suoniamo la nostra canzone.
Lovesongs (They kill me)
Diamo il meglio di noi stessi.
Io do il meglio di me stesso.
Voglio che la mia immagine rimanga stampata nei loro occhi per molto, molto tempo.
Ho cambiato tutto di me.
Certe volte non mi riconosco nello specchio.
Dicono che sono come Narciso.
Non capiscono, che, in effetti, sono innamorato di me?
Sono un altro. Sono più bello. Più seducente.
Me ne accorgo da come mi guardano tutti.
E da come mi guardano Kiro e Yu.
E stasera qualcun altro mi guarderà con desiderio.
Ed io avrò la mia dolce vendetta.
Siamo al ricevimento ufficiale di questa gran stronzata di premiazione.
C’è un sacco di gente.
La maggior parte sconosciuta.
Ma sorrido e saluto tutti.
Specialmente ai fotografi.
Domani saremo su tutti i giornali.
E’ quello che volevo, no?
Potrei essere felice, finalmente.
Ma manca ancora un piccolo tassello, in questo mosaico.
Mi guardo in giro.
E lo vedo. E’ laggiù, che si sta guardando intorno.
Sembra annoiato.
Ha sempre la criniera di un leone in testa.
Gli sorrido, e gli faccio un cenno di saluto con il bicchiere.
Ricambia il saluto.
Lo vedo avvicinarsi a passo spedito.
“Congratulazioni” mi dice allungando la mano, sempre piena di anelli.
“Anche a te.” Gli stringo la mano.
Mi guarda più attentamente.
“Mi sembra di averti già conosciuto.” Bill continua a scrutarmi.
“Non credo” mento “è la prima volta che ci incontriamo.”
In effetti come Strify non ci ho mai parlato prima.
“E’ una noia, questa festa, vero?” mi dice appoggiandosi ad un tavolo.
“Già. Ma fa parte del gioco. Purtroppo bisogna partecipare.”
“Già.” Bill guarda distrattamente per aria, sembra attendere un segnale.
Un qualsiasi segnale.
Da me.
“Potremmo andare da un’altra parte, dove c’è meno gente.” Suggerisco.
“E’ un’idea.”
Ci avviamo verso l’uscita.
Nella ressa di gente, nessuno ci nota.
Bill inizia ad aprire tutte le porte che danno sul corridoio. Finché non trova quello che cerca.
Entra nella stanza e io lo seguo.
E’ una stanza ampia, con un grande divano. La televisione al plasma e una pila di videogames sul mobiletto.
Bill si lancia sul divano. Io lo seguo, con più grazia.
Mi siedo vicino a lui.
Adesso devo giocare bene le mie carte.
Lo guardo negli occhi.
“Ti ho mentito, prima.” Sussurro lentamente.
Voglio che lui capisca bene.
Bill si fa attento.
La serata sta diventando interessante.
“Io sono Sebastian” gli rivelo continuando a guardarlo dritto in faccia.
Lui cambia espressione. E’ prima incredulo, poi stupito.
“Ne hai fatto di strada ...” riesce a dirmi.
“Ti ho dato dei buoni consigli, allora. “ E sorride.
“Si.” Rispondo freddo.
“Ma è stato tuo fratello a spingermi. Con violenza su questa strada.”
Mi avvicino un po’ di più a Bill.
Gli metto una mano dietro la nuca, in modo che non possa indietreggiare.
Ho sentito la voce concitata di suo fratello nel corridoio.
E’ il momento di recitare bene la mia parte.
Sono anni che aspetto questo momento.
La porta di apre con violenza.
Tom appare sull’uscio.
E’ come l’altra volta.
Furioso.
Forse di più.
Lo guardo e gli sorrido.
Un sorriso obliquo.
Con deliberata lentezza avvicino la bocca a quella di Bill.
Lo bacio.
Per Tom quel momento deve essere durato un’eternità.
Sulle prime Bill sembra voler sfuggire al mio bacio.
Però non si divincola dalla presa alla nuca.
Semplicemente serra le labbra.
Ma io non ho premura.
Lo tengo fermo, la mia bocca premuta sulla sua.
All’improvviso, sento le labbra di Bill aprirsi.
Ha capito.
La sua lingua entra nella mia bocca, vogliosa di conquistarla.
Lascio la presa.
E’ lo stesso Bill, adesso, che si stringe a me.
Il bacio sta diventando appassionato, quasi più di quanto avrei voluto.
Tom è sempre lì, in piedi davanti a noi.
Senza parole.
Sento la sua furia.
Bill si stacca da me e si alza dal divano.
“Baci in modo divino” mi sorride, si volta verso il fratello “Guai a te, se gli fai del male, Tom. Questa volta te la faccio pagare. E cara!”
Si gira ed esce dalla stanza.
Io sono ancora lì, seduto sul divano.
A godermi la scena.
Con in bocca il sapore fruttato della lingua di Bill.
L’espressione di Tom è buffissima.
Vorrebbe sicuramente uccidermi, per aver toccato il suo fratellino.
Ma non può.
Mi alzo lentamente.
Mi avvio verso la porta.
Mentre gli passo vicino, leggo nei suoi occhi un’odio profondo.
“Chi sei? Perché l’hai fatto?” mi chiede. Non è una domanda, è quasi un ruggito di rabbia.
Non gli rispondo.
Voglio che soffra ancora un po’.
Prima di uscire dalla stanza, mi volto verso di lui.
Mi appoggio allo stipite della porta.
Nell’atteggiamento più sexy che riesco ad ottenere.
“Sai ... “ in questo momento, la mia voce potrebbe sedurre anche una statua, “non ho mai cantato in un coro di chiesa. Tanto meno in campagna. Stronzo.”
Dalla faccia che ha fatto ho capito che si è ricordato di me.
Adesso, sì, che è veramente una bella serata.
Edited by CryForTheMoon - 25/2/2009, 20:50
|
