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ShadowHunters

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Dreamer_24
CAT_IMG Posted on 18/9/2008, 22:31




Arieccomi qua! Perdonate il ritardo ma sono stata un pò impegnata fra blog, EFP e impegni vari! ^^
Comunque per perdonarmi posto il prologo di questa mia fanfic, ovviamente AU

SPOILER (click to view)
 In una notte di luna rossa 

L’uomo osservò con dispiacere il corpo morto della donna, mentre il fagotto che teneva fra le mani si scalmanava a furia di strilli e pianti. Lentamente spostò lo sguardo dalla morta al bambino, nato appena in tempo: grandi occhioni dorati lo osservano lacrimosi, mentre un ciuffetto di capelli rossi svettava sul capo calvo del piccolo.
Si voltò, facendo frusciare il lungo soprabito nero e uscì da quella casa di morte, montando su un auto nera e facendo cenno all’uomo al volante di partire.
− E’ questo il bambino?− domandò l’autista, osservando a tratti il piccolo.
L’uomo cullò leggermente il bambino, fino a quando questi non sbadigliò: − Si…− mormorò tetro.
− E la madre, Gen?− domandò il guidatore, fissando adesso l’uomo.
− E’ morta− rispose conciso, fissando serio il piccolo che, lentamente, si stava addormentando: − La bambina, Jerome?− domandò poi, rivolto al guidatore.
Jerome si voltò: − Ci sta pensando la signora Celiane−


* * * *


Nello stesso istante in cui nasceva il bambino dai capelli rossi, in un’altra città, un’altra donna faceva nascere una nuova vita.
Una donna con corti capelli biondi e gli occhi azzurri assisteva la partoriente: − Ci siamo quasi…un ultimo sforzo…−
Finalmente il bambino uscì dal ventre della madre e la partoriente si rilasciò contro il letto: − Celiane…− mormorò lievemente, mentre l’altra donna puliva il piccolo e tagliava il cordone ombelicale.
− E’ una bambina…− dichiarò, voltandosi sorridente verso l’altra.
− Una bambina…− mormorò la neo mamma.
Celiane si avvicinò al letto, con la bambina in braccio: − Non mi sembra un male…i De Alisia hanno già il loro erede maschile…−
La partoriente prese il fagottino che le veniva offerto e studiò attentamente il volto della piccola, che sbadigliò, stringendo i pugnettini: − Silvia…− mormorò, accarezzando il volto della piccola: − …il suo nome sarà Silvia…−
Celiane si avvicinò a madre e figlia osservandole con tenerezza. Le sarebbe tanto piaciuto avere anche a lei dei figli ma, purtroppo, il destino aveva deciso diversamente per lei.
Un lieve bussare attirò l’attenzione delle due donne e la porta si aprì facendo entrare un anziano vestito con la marsina e un bambino di pochi anni con lunghi capelli biondi e occhi azzurri.
− Signora, stanno venendo qui…− balbettò timoroso l’anziano uomo, lanciando occhiate preoccupate alla finestra e alla porta.
La neo mamma annuì gravemente e osservò la figlia, poi l’affidò alle braccia del bambino, che le si era avvicinato: − Sirius, questa è tua sorella Silvia…− iniziò, accarezzando il volto del figlio: −...proteggila Sirius. Lei ha un grande destino…−
− Ma madre…− pigolò il bambino, alzando lo sguardo verso la madre e guardandola supplichevole.
− Proteggila Sirius, mi fido solamente di te…− pregò la donna, accarezzando nuovamente il volto del figlio e osservandolo seria.
Il bambino annuì, sentendo nella sua innocenza, che quello era gli era stato affidato era un compito importante. La madre sorrise benevola, poi alzò lo sguardo verso Celiane: − Ti affido i miei figli…−
− Posso salvare anche te…siamo ancora in tempo…− decretò, osservando la donna.
Quest’ultima negò con il capo: − Io devo morire…così dice la profezia…−
− Al diavolo le profezie!− sbottò Celiane, incrociando le braccia al petto: − Io non voglio crederci!−
L’altra donna la guardò supplichevole: − Celiane, ti prego, prenditi cura dei miei figli…−
Un rumore dal piano inferiore attirò l’attenzione di tutti: − Sono già qui− mormorò Celiane, sgranando gli occhi.
− Alphonse…− mormorò la madre, guardando l’anziano maggiordomo: − …scappate!−
Il vecchio annuì con la testa e iniziò a sospingere via il piccolo Sirius: − Madre…− piagnucolò il bambino, voltandosi e osservando la madre.
− Fa il bravo Sirius. Diventa un grande cavaliere un giorno, degno del nome De Alisia…− pregò la donna, mentre il bambino scompariva al di là della porta.
Celiane osservò l’amica: − Non è giusto che finisca così…−
L’altra le sorrise: − Celiane, deve finire così…va’ adesso! E abbi cura dei miei figli…−
Celiane annuì, mentre alcune lacrime le rigavano il volto: − Addio…− mormorò, prima di correre via e raggiungere il vecchio e i due bambini.


* * * *


Gen osservò il bambino dormire placido fra le sue braccia, mentre l’auto si fermava e accostava vicino ad una chiesa fatiscente: − Siamo arrivati!− annunciò Jerome.
Gen annuì scendendo dall’auto, facendo ben attenzione a non svegliare il fagotto; lanciò uno sguardo al cielo notturno, dove una luna rossa faceva bella mostra di sé.
− Luna rossa…brutto segno…− mormorò Jerome, aprendo il cancello della chiesa ed entrando: −...significa che stanotte è stato versato del sangue innocente…−
Gen proseguì all’interno, cercando di non badare a quella luna infausta: − Come lo chiamerete?− domandò Jerome, seguendolo docilmente.
L’uomo osservò il bambino dormire: − Apollo, come il dio del sole− dichiarò.


* * * *


− Perché mia madre non è potuta venire con noi?− domandò Sirius, alzando lo sguardo sulla donna che stava al suo fianco.
Celiane lo ignorò: − Alphonse, vai più veloce…dobbiamo lasciare la città stanotte…−
Il vecchio al volante della limousine nera annuì, pigiando sull’acceleratore; mentre la donna si voltava verso il finestrino: − Perché è stato deciso così…− mormorò, rivolta al bambino.
Il bambino abbassò lo sguardo, fissando il volto tranquillo della sorella che, curiosa, si guardava intorno: − Perché?− domandò, con la voce rotta dal pianto che voleva uscire.
Celiane si voltò e osservò seria il bambino: − Sirius, non so se tu puoi capire, ma c’è una profezia su tua sorella e un altro bambino nato in questo stesso giorno…essi saranno importanti per una guerra che dovrà avvenire; saranno importanti per i Cacciatori…−
Sirius tirò su con il naso: − La mamma diceva sempre che sarei diventato un grande Cacciatore…− borbottò, osservando di sottecchi la donna.
Celiane sorrise triste: − E lo diventerai, ti allenerò io personalmente e anche tua sorella. E al momento giusto vi porterò a Ynis Wridin…−
Sirius alzò il volto: − Che cosa è Ynis Wridin?−
La donna scompigliò affettuosamente i capelli al bambino: − Un giorno te ne parlerò, ma non ora. Stasera non è la giornata ideale per parlare di questo…− lanciò un’occhiata fuori dal finestrino, al cielo stellato dove la luna rossa dominava tutto: − Il sangue d’innocente è stato versato, Apollonius…− mormorò tristemente.


* * * *


Le catene gli facevano male ai polsi e alle caviglie; ma ciò che più non sopportava era di vedere quello che lo specchio gli faceva vedere. Quella era la sua punizione, per aver cercato di distruggere il Concilio: osservare la realtà, senza poter far nulla.
− Allora come ti senti Apollonius?− domandò una voce arrogante alle spalle dell’uomo.
Apollonius tirò le catene intorno ai polsi: − Un giorno pagherai tutto, Johannes.
Johannes rise, avvicinandosi all’uomo incatenato: indossava un elmo con una croce e un lungo mantello: − Che cosa pagherò, Apollonius?− domandò, tirando i lunghi capelli rossi dell’uomo: − Non saranno due bambini in fasce a fermarmi− rilasciò andare i capelli e se ne andò, lasciando Apollonius da solo con lo specchio.
− Due bambini no…− mormorò il prigioniero: −...ma cresceranno e sapranno cosa tu hai fatto, Johannes…−
 
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