King’s Cross, Londra 2017
Un ragazzino di undici anni camminava tenendosi alla mano del padre, si guardava intorno spaesato e leggermente preoccupato.
“Papà non sono sicuro di voler andare” ammise guardandosi le scarpe.
Una risata argentina e allegra fu la risposta di Harry.
“Non essere sciocco Al! Tutti iniziano la scuola alla tua età, e poi non sei da solo, c’è anche tuo fratello”
“Ma io non voglio stare con James, mi tratta male e mi fa gli scherzi” borbottò Al, in un vano tentativo di intenerire il padre.
“Dai Al, non iniziare a fare i capricci, non ti mangerà di certo James, e poi con te ci sarà anche Rose e conoscerai tanti ragazzi nuovi” suggerì Ginny, che li aveva raggiunti tenendo Lily per la mano.
“Ma io non voglio andare!” brontolò nuovamente Al.
“Al, smettila di fare il bambino piccolo”
Continuarono a discutere fino a quando non raggiunsero Ron ed Hermione che, insieme alla figlia Rose, stavano aspettando la partenza del treno per Hogwarts.
I minuti passarono veloci tra un discorso e l’altro e in breve fu tempo per i ragazzi di salire sul convoglio.
“Vi posso scrivere tutti i giorni?” domandò Al già in ansia.
“Certo Al” annuì comprensiva Ginny.
“E non ti preoccupare, vedrai che andrà tutto bene” lo rassicurò per l’ultima volta Harry sorridendo.
Al abbracciò calorosamente prima la madre e poi il padre ed infine seguì il fratello e Rose sul treno.
Non avevano notato che poco più in la, si stava svolgendo la stessa scena con un’ altra famiglia ben nota ai Potter.
Al ancora imbronciato seguì James, alla ricerca di un posto a sedere.
Il treno era pieno e molti studenti, specie tra i più grandi, si erano già divisi in gruppi che chiacchieravano occupando i vagoni.
“E anche quest’anno sarà una dura lotta trovare posto” dichiarò James dall’alto del suo anno in più di esperienza.
Alla fine quasi in fondo al convoglio, riuscirono a trovare un vagone vuoto, in cui si sistemarono comodamente.
“Ma è sempre così?” domandò Rose, mettendosi a sedere pesantemente su un comodo sedile.
Al sistemò la sua valigia e poi, asciugandosi la fronte leggermente imperlata di sudore, si mise a sedere, imitato da James.
“E ora?”
“E ora si attende il carrello che ci sfamerà fino ad Hogwarts” gongolò James, sistemandosi meglio a sedere.
Si erano sistemati da poco quando una figura si fermò davanti al loro vagone e timidamente bussò alla porticina socchiusa.
I tre occupanti, impegnati in una discussione piuttosto fitta, si interruppero e alzarono la testa all’unisono per osservare la fonte del bussare.
Davanti a loro si trovava un ragazzino particolarmente alto per la sua età, magro e con dai capelli biondi e occhi azzurri.
Era impossibile non capire che quello fosse un Malfoy, era lo fotocopia del padre Draco, tranne che per il colore degli occhi.
James era già pronto a dar battaglia, in onore dei vecchi rancori di famiglia, ma sia Rose che Al lo fermarono con un’occhiataccia.
Il giovane Malfoy salutò timidamente, sembrava non aver nulla della spavalderia paterna.
“Scusatemi, non vorrei disturbare, ma tutto il treno è pieno e non so dove sedermi, non è che potrei..?” lasciò la domanda in sospeso, arrossendo violentemente.
Rose gli sorrise incoraggiante e fu la prima a rispondergli.
“Ma certo che puoi sederti” gli disse, sferrando un calcio a James che aveva cercato di ribellarsi.
Il giovane Malfoy sorrise, mostrando una serie di denti bianchi e perfetti, poi tirandosi dietro una baule si accomodò nel vagone.
“Grazie siete stati molto gentili” poi tese la mano verso Rose, presentandosi” Scorpius Hyperium Malfoy”
Rose tese leggermente titubante la mano, stringendogliela “Rose Weasley”
Il sorriso di Scorpius vacillò, aveva riconosciuto il cognome della ragazza.
“Piacere Albus Severus Potter” si presentò subito dopo Al.
A questo punto il sorriso di Scorpius era quasi ghiacciato.
“James Potter” si presentò l’ultimo.
Ormai Scorpius non sorrideva più, ma cercò di porre freno alle eventuali faide in nome di vecchi rancori.
“Sappiate che a me non importa nulla delle schermaglie che esistevano tra i nostri genitori. Per quanto riguarda me, voi siete dei normalissimi compagni di classe e niente di più.”
Interruppe il discorso osservandoli uno ad uno, poi vedendo che i tre si rilassavano sui rispettivi sedili, anche lui si tranquillizzò.
I discorsi languirono per un po’ di tempo, bloccati dalla rispettiva riluttanza a parlare tra loro.
Fu Rose, nella parte di pacificatrice e cementatrice di nuove amicizie, a intavolare un discorso che a breve coinvolse tutti i ragazzi.
Quanto il treno arrivò a destinazione, i quattro erano già amici, ma ancora nessuno di loro se ne era reso conto.
Dopo mesi e mesi mi è tornata la voglia di scrivere su questa coppia u.u e speriamo che per un pò mi duri XD
