Uh... ragazze, perdonatemi ma ho di nuovo il periodo in cui mi sento ispirata ^^
Devo assolutamente scrivere, anche se poi risulta una schifezza senza senso ...
The dreamer
Mi guardo ancora una volta allo specchio.
Quello che vedo è solo il pallido riflesso di ciò che sono stato.
Ero bellissimo.
Almeno così tutti dicevano.
Le ragazze si voltavano a guardarmi.
Desiderose della mia compagnia.
Non le ho mai considerate più di tanto.
Avevo i miei amici.
Loro si che mi interessavano.
E anche loro erano uno più bello dell’altro.
C’era solo l’imbarazzo della scelta.
Siamo stati insieme per qualche anno.
Abbiamo pubblicato due dischi.
Abbiamo girato tutta l’Europa in tour.
E la gente correva ai nostri concerti.
Ci applaudiva.
Gridava i nostri nomi.
Era fantastico.
Noi eravamo fantastici.
Avevamo tutto.
Io avevo tutto.
Tranne l’amore.
L’amore quello vero.
Quello che ti fa battere forte il cuore.
Che ti mozza il respiro in gola.
Che ti fa sudare le mani.
Ero così preso da questa esperienza che non me ne sono reso conto.
Finchè non è stato troppo tardi.
E dire che l’ho avuto sotto gli occhi per tutto il tempo.
Addirittura dividevamo lo stesso appartamento.
E tante volte abbiamo dormito nello stesso letto.
Come amici.
Non ho mai pensato di piacergli.
E lui non mi ha mai detto nulla.
Come potevo immaginare di essere l’oggetto dei suoi desideri.
Ci abbiamo sempre scherzato sopra.
E anche gli altri reggevano il gioco.
Non ho mai visto le sue amare lacrime.
Né l’ho mai visto triste.
Qualche volta aveva un’espressione sognante.
Ma non ho mai creduto di essere io il suo sogno.
Sono stato così cieco.
E anche sordo.
Sordo ad un cuore che batteva solo per me.
Ho trovato qualche giorno fa un biglietto
Era tra le pagine del mio libro preferito.
Un suo regalo.
Poche parole.
Ma che hanno avuto su di me un effetto sconvolgente.
There is who is born for dreaming and who a dream to be ...C’è chi è nato per sognare e chi per essere sogno ...
Io ero il suo sogno.
Ora sono solo il pallido riflesso di quel sogno.
Ma voglio tentare lo stesso.
Voglio rivederlo.
Voglio chiedergli perdono per non aver capito.
Per averlo fatto soffrire.
Ho ancora il suo numero di telefono.
Veramente ce l’ho di tutti.
Anche se i Cinema Bizarre non esistono più.
Ho conservato gelosamente i loro contatti.
Sono stati la parte più importante ed emozionante della mia vita.
Non voglio dimenticarli.
Anche se loro probabilmente vorrebbero dimenticare me.
E’ colpa mia se tutto è finito.
Sono stato testardo.
Ho voluto fare di testa mia.
Ed ho rovinato tutto.
Anche l’amicizia che mi legava a loro.
Avevano ragione a chiamarmi Diva capricciosa.
Yu aveva perfettamente ragione.
Ma è stato quello meno ascoltato.
Perché a tutti sembrava sempre quello meno affidabile.
Eppure ...
Eppure lui aveva centrato subito il problema.
Io.
Potessi tornare indietro non farei più certe scelte.
Seguirei i consigli dei miei amici.
Purtroppo non posso tornare indietro nel tempo.
Ma una piccola cosa, posso ancora farla.
L’ho chiamato.
Abbiamo un appuntamento.
Mi guardo per l’ultima volta allo specchio.
Sono più magro.
I miei capelli sono tornati scuri, lunghi fino alle spalle.
Non mi trucco più.
Mi infilo la giacca di pelle ed esco di casa.
La giornata è grigia.
Spesse nuvole cariche di pioggia solcano il cielo.
L’aria è pungente.
Mi avvio verso il parco.
Il vento fa vorticare le foglie morte.
Arrivo al punto d’incontro.
Non c’è nessuno.
Mi guardo attorno.
Solo alberi e foglie dorate.
Mi siedo sulla panchina.
Aspetterò un pochino.
Magari ha avuto un contrattempo ed è in ritardo.
Mi stringo nelle spalle.
Ho freddo.
Infilo le mani in tasca.
Sono passati dieci minuti e di lui nessuna traccia.
Decido di aspettare ancora.
Eppure aveva accettato di venire all’appuntamento.
Niente.
Mi sto congelando.
Mi alzo e ritorno a passo svelto verso casa.
Sto cercando di non piangere.
Ma è difficile.
Sono così amareggiato.
Anche lui non vuole più saperne di me.
Mi butto sul letto.
Tra le mani ho il bigliettino.
Lo rileggo.
Ma è passato tanto tempo.
Ormai quello che c’è scritto non ha più significato.
Mi sono illuso inutilmente.
Ho sofferto un po’ di più.
Sento bussare alla porta.
Non aspetto nessuno.
Non ho voglia di alzarmi dal letto.
Ma qualcuno continua a bussare insistentemente.
Sospirando, vado ad aprire.
Rimango senza parole.
Senza fiato.
Il cuore mi parte a mille.
Lui è lì, davanti a me.
Non è cambiato per niente.
Lo lascio entrare.
Vede nella mia mano il bigliettino.
“Mi domandavo quando lo avresti finalmente letto.”
Non so cosa rispondergli.
L’unica cosa che mi viene in mente è prendergli il viso tra le mani e baciarlo.
Dolcemente.
Lui risponde al mio bacio.
Kiro è tornato a sognare.
E Strify è di nuovo il suo sogno.
Edited by CryForTheMoon - 5/12/2008, 21:37
Inizialmente pensavo che a parlare fosse Yu, e che Strify fosse l'altro, invece sono Strify e Kiro! Non ci sono arrivata subito...