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Your Hands Over Me, The Darkest Hour Capitolo 7

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CryForTheMoon
CAT_IMG Posted on 27/12/2008, 18:17




Your Hands Over Me





The Darkest Hour capitolo 7



“Quante stelle ... Come brillano.”
Il ragazzo era seduto sull’ampia sedia di rattan nella terrazza dell’hotel.
Era notte fonda.
La città dormiva, avvolta nell’oscuro abbraccio del cielo notturno.
Rabbrividì nell’aria fresca.
Si strinse un po’ di più il kimono di seta.
Era nero con ricamato un tralcio di peonie rosa.
Gli era sempre piaciuto guardare il cielo di notte.
Era così scuro, pieno di puntini luminosi.
Lo attiravano, con la loro flebile luce.
Guardandolo, gli sembrava quasi di poter volare da un capo all’altro del mondo, alla ricerca dell’unica cosa che gli mancava veramente.
L’amore.
Per fortuna, il tempo della ricerca era finito, ma le stelle restavano.
Splendide, irraggiungibili.
Cariche di desideri inespressi e di promesse.
Era così assorto nei suoi pensieri, che non si accorse della bianca figura che lo osservava dall’ingresso della terrazza.
Shin si era svegliato nel cuore della notte e non lo aveva trovato accanto a sé.
C’era solo Kiro, che si era auto invitato nel loro letto.
Silenziosamente era sceso ed aveva visto la finestra della terrazza aperta.
Lui era là.
Contemplava il cielo notturno, perso in chissà quali sogni.
Lo amava alla follia.
Non aveva mai provato nulla di simile, per nessuno.
Adorava i suoi lunghi capelli neri, il viso diafano, quella sua figura alta e slanciata.
E adorava il suo modo di parlare, di esprimere in poche parole concetti profondi.
Sospirò piano, pensando di essere fortunato ad averlo incontrato.
Ad essere entrato a far parte della sua vita.
Ed era felice di poter trascorrere le giornate a venire in sua compagnia.
Quando erano a Berlino, si vedevano solo per lavoro e qualche volta la sera.
Luminor abitava da solo, ma Shin stava ancora a casa con i genitori.
E non erano persone di larghe vedute.
Ma adesso che erano a Parigi, potevano fare quello che volevano.
Ad un certo punto, Luminor gli fece un cenno con la delicata mano bianca.
“Lo so che sei lì, perché non vieni a sederti, qui, con me?”
Sembrava che Shin non attendesse altro che quel dolce invito.
Si avvicinò all’ampia sedia e si sistemò nell’angolino che Luminor gli aveva lasciato.
Si lasciò andare contro l’alto schienale, la testa appoggiata alla spalla del moro.
“A cosa pensi?” gli chiese.
“A quanto è bello questo cielo stellato. All’amore. A noi due.” Rispose tutto d’un fiato Luminor.
“A noi due ...” riprese Shin e si strinse un po’ di più al suo ragazzo.
“Noi due per sempre, finché avrò un respiro, sarò solo tuo.”
Il moro voltò la testa e depose un lieve bacio sui capelli biondi.

- Piccolo Shin, come sei cresciuto in questo ultimo anno.
Mi ricordo ancora quando ti ho visto la prima volta.
Eri così timido ed impaurito.
Solo quando ti lasciavamo suonare la batteria diventavi te stesso.
E quanta energia trasmettevi ...
Poi, piano piano, ti sei lasciato andare.
Hai scoperto che eravamo veramente amici tuoi, che ti volevamo bene.
Per quello che eri e per quello che saresti diventato.
Adesso non potrei vivere senza di te. -


Shin alzò il viso per guardarlo.
“Ti amo tanto” gli disse con voce flebile.
Luminor si chinò verso il biondino e lo baciò sulle labbra.
“Anche io” sussurrò mentre il bacio diventava più profondo e sensuale.
Lo cinse con le braccia, attirandolo più vicino.
Sentiva il calore del suo giovane corpo, il battito del cuore che danzava nel petto, il suo profumo soavemente muschiato.

Kiro si era svegliato, un alito di aria fresca gli lambiva le gambe.
Per un momento era stato preso dal panico.
Era tutto buio.
Un luogo sconosciuto.
Poi, mentre il sonno andava via, e la mente ritrovava lucidità, si rese conto di essere in una stanza d’albergo.
Più precisamente, era nella camera di Luminor e Shin.
Loro non c’erano.
Si sedette sul letto e si stropicciò gli occhi con le piccole mani.
La finestra che dava sulla terrazza era aperta.
Si alzò e silenziosamente sbirciò fuori.
Erano là.
Seduti su una grande sedia.
Si stavano baciando.
“Perché io non riesco a trovare mai nessuno ... “sospirò Kiro “... che mi coccoli.”
Sentiva le lacrime premere negli occhi.
Non voleva piangere.
Ma era così difficile resistere.
Il bacio era finito.
Fruscio di seta, il nodo della cintura del kimono che si scioglie.
La testa di Shin si abbassa e scompare dietro l’alto schienale della sedia.
“Sono proprio il terzo incomodo ...”si compatì Kiro, guardandoli un’ultima volta, con una punta di invidia nel cuore.
Raccolse i vestiti sulla sedia accanto al letto e uscì dalla camera.

Strify non aveva chiuso occhio quella notte.
La sua prima notte d’amore, dopo tanto, troppo tempo.
Non sarebbe riuscito a dormire nemmeno se lo avessero riempito di sonniferi.
Aveva la testa piena di pensieri.
Il cuore continuava a correre imbizzarrito nel petto.
E poi, c’era lui, che invece dormiva tranquillo.
Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Aveva lasciato apposta il televisore acceso, per poterlo vedere nel buio della camera.
Gli aveva detto che lo amava.
Era stato il primo a dirglielo.
Tutti gli altri non avevano mai avuto parole dolci per lui.
Anzi, non dicevano proprio niente.
Lui era solo una bella bambola della quale si poteva approfittare.
Tanto non si sarebbe mai lamentata.
Gli passò sognante un dito sul braccio, seguì il muscolo fino alla spalla e poi i contorni del tatuaggio sul petto.
Una fenice con le ali aperte.
“Cosa stai facendo?” Yu si girò a guardarlo, mezzo addormentato. “Perché non dormi?”
“Non ci riesco.” Gli rispose Strify, continuando a stuzzicarlo con il dito.
“Mi fai il solletico ...”
“Lo so.”
“Vuoi la guerra?” Yu si sollevò su un gomito e lo guardò minaccioso.
“Vorrei solo un bacio”
“Non so se te lo meriti, dopo quello che mi hai fatto.”
“Certo, Yu, che siamo proprio scemi ...” Strify scoppiò a ridere.
“Si, ma tu di più ...” e si chinò a baciarlo.

La notte era ancora lunga e tante cose sarebbero accadute.
Gli amanti avrebbero trovato soddisfazione.
Le stelle brillanti avrebbero illuminato il loro cammino.
La brezza leggera della notte rinfrescato l’ardore della passione.


***




L’assolo di chitarra si levò nitido nell’aria.
La voce melodiosa di Strify danzò sulle note.
Anche il suo corpo danzava dolcemente, sfiorando la schiena di Yu, coinvolgendolo in un lento movimento sensuale.
Un boato esplose dalla platea.
Gridavano il suo nome e quello di Yu .
Ondeggiavano come fili d’erba nel prato durante una giornata ventosa.
Seguivano il ritmo che lui dettava.
Si mise un dito sulle labbra, invocando il silenzio.
E loro ubbidirono, all’unisono.
Strify le guardò tutte, ad una ad una, finché giungeva il suo sguardo.
In quel momento era una dea e tutte loro erano le sue ancelle.
“E’ incredibile” pensò “Sebastian non ha mai attirato molto l’attenzione delle persone. Strify invece non riesce a togliersi da dosso gli occhi di tutti. E dire, che sono sempre io ...”
Nessuno si accorse dello strano tipo che aveva superato il cordone di sicurezza intorno al palco.
Era un tipo anonimo, uno di quelli che non attirerebbero l’attenzione per nulla al mondo.
Qualcosa brillò nelle sue mani, mentre si avvicinava non visto al bordo del palco.
Yu guardava il biondo cantante che ammansiva la folla, la faceva cantare e ballare con un semplice gesto della mano.
“Se solo immaginassero, che lui è solo mio, “sorrise tra sé “non si dannerebbero così tanto ...”.
Un luccichio argenteo attirò la sua attenzione.
C’era qualcosa di sinistro, in quella persona che strisciava inosservata lungo il bordo del palco.
Finalmente Yu riuscì a vedere.
Aveva in mano una pistola.
Il cuore gli balzò in gola, un solo pensiero gli balenò nella mente: Strify.
Gettò a terra la chitarra, che emise un miagolio distorto e superò in un balzo i pochi metri che lo separavano dal cantante.
L’uomo aveva preso la mira e premette il grilletto.
Lo sparo risuonò come un tuono e come un rombo temporalesco rispose la platea.
“STRIFYYYY” urlò Yu con tutto il fiato che aveva in gola.
Afferrò il biondo per un braccio e caddero insieme a terra.
Nessuno riusciva a capire cosa era successo.
Luminor e Shin guardavano con aria interrogativa la scena che si presentava sul palco e la marea di ragazze urlanti che si accanivano contro qualcosa, o era qualcuno?
Kiro, che era il più vicino, iniziò a piangere.
Strify era stordito dalla caduta, gli mancava il respiro e si sentiva svenire.
Yu continuava a tenerlo possessivamente per un braccio.
All’improvviso vide un’orchidea scarlatta fiorire sulla camicia bianca del cantante.
La macchia si allargava sempre di più.
“No. No ... Strify ...” mise la mano sul petto del biondo.
Gli occhi di Strify si erano chiusi.
Yu sentì il cuore spezzarsi.
Si lasciò andare sul pavimento, che ormai era un lago di sangue.







Ciao amore mio, sono di nuovo qui con te.
Vengo tutti i giorni, anche perché non c’è nessun altro posto dove io possa stare.
Mi siedo nell’erba ed accarezzo la fredda lapide che ti nasconde alla mia vista.
Non posso pensare che tu sia lì sotto, tutto solo, al buio e al gelo.
Ho il cuore spezzato.
Non ho più lacrime da piangere.
Sono morto con te, eppure respiro ancora.
Trascorro le giornate nel tuo ricordo.
Mi ferisco cercando di rammentare ogni più piccola cosa che abbiamo fatto insieme.
Ogni tuo bacio.
Ogni tua carezza.
Sono pugnalate per il mio povero cuore.

E’ già sera.
Luminor mi è venuto a prendere.
Mi è sempre vicino, sai?
Anche gli altri sono qui.
Shin e Kiro si sostengono a vicenda.
Mi portano a casa.
Quella che è stata la nostra casa.
Tutto mi ricorda te.
I biscotti al cioccolato sul tavolo della cucina.
La Wii abbandonata nella sala.
L’accappatoio rosa in bagno.
Sono stilettate al cuore.
Non voglio che nessuno tocchi le tue cose.

Entro nella tua camera.
E’ esattamente come l’hai lasciata.
Ma ora non è più la tua camera.
E’ un tempio.
Un tempio che contiene la tua essenza.
Dove riesco a trovare una parvenza di vita.
Dove posso crogiolarmi nel dolore.
Dove posso ancora sentire il tuo profumo.
Mi siedo sul letto.
Non ci abbiamo mai dormito insieme.
Potessi tornare indietro, farei l’amore con te ogni minuto della nostra vita.
Di quello che ci restava.
Mi manchi terribilmente.
Mi sento vuoto.
Sono un guscio vuoto.
Ma loro non capiscono.
Mi tengono sempre d’occhio.
Non vogliono lasciarmi andare.

Siro.
Piccola Siro.
Non ti avevo vista, nascosta dietro il cuscino.
Anche a te manca il tuo padroncino?
Domani andiamo a trovarlo insieme.
Ma cos’hai intorno al collo?
Un sacchettino.
Un segreto di Strify.
Mi tremano le mani, mentre lo apro.
Oh! Una lametta.
E’ nuova.
I bordi sono affilatissimi.
Grazie Siro.
E’ un bellissimo regalo.
Vieni, ci andiamo adesso da Strify.
Usciamo di nascosto.

Ciao, Seb. Sono tornato e ti ho portato la tua amica.
Siro rimane con te, per sempre.
Anch’io rimarrò con te.
Niente potrà più separarci, dopo questa sera.
Mi vuoi ancora?
Mi ami ancora?
La morte non può separarci, vero?
No.
La morte può unirci.
Guarda, sta uscendo il sangue dal polso.
Mi brucia un po’.
Adesso taglio anche l’altro.
Sai che non sento quasi più male?
Lascia che posi la testa sulla lapide.
Farò finta che sia il tuo petto.
E’ tutto grigio.
E’ il crepuscolo.
Non ho paura, anche se non vedo più nulla.
Ti sento vicino.
Mi stai accarezzando i capelli.
Sento il tuo profumo dolce.
Mi stai prendendo per mano.
Mi lascio guidare da te.
Chiudo gli occhi.
Finalmente troverò la pace ...

















“Amore mio, ti sei svegliato” Strify balzò dalla sedia che era accanto al letto e strinse più forte la mano di Yu.
“Vado a chiamare il dottore ed avviso gli altri.” Luminor era, come al solito molto pratico, ma in cuor suo era felice come mai prima di allora.
Il loro amico era stato ferito gravemente durante l’ultimo concerto, aveva fatto da scudo con il suo corpo ed aveva salvato Strify.
L’operazione era andata bene ma, per un motivo inspiegabile, non si era risvegliato.
Erano trascorse tre settimane.
Ed erano state un inferno, per tutti.
Strify non si era mosso dal capezzale di Yu nemmeno per un momento.
Aveva dormito lì, accanto al suo ragazzo.
Aveva pianto.
Forse pregato.
Adesso finalmente pareva che le cose si stessero rimettendo al meglio.
“Mi sono tanto spaventato” Strify si era seduto sul letto, accarezzava lievemente il viso di Yu.
“Ho avuto paura di rimanere solo. Avevo appena trovato l’amore della mia vita e un pazzo me lo voleva portare via.” Le lacrime iniziarono a scorrere sulle guance lisce.
“Non piangere ... Seb” la voce di Yu era un sussurro “Non ti libererai tanto facilmente di me ...”
cercò di alzare una mano per asciugare le lacrime, ma c’erano troppe cose strane infilate nel suo braccio.
Lo guardò con gli splendidi occhi grigi, pieni di vita.
Non lo aveva mai visto così.
I capelli in disordine, non aveva un filo di trucco, il viso segnato dalla preoccupazione e dalla stanchezza.
Non era mai stato così bello.
Era il suo amore.
Era la sua vita.
Era il suo ragazzo, solo suo, per sempre.
“Seb ... “ sussurrò Yu.
Strify gli mise un dito sulle labbra.
“Non ti affaticare” gli sorrise, tra le lacrime.
Poi, con una dolcezza infinita, gli diede un bacio leggero.
“Ti amo”.
Yu sentì la dolcezza delle labbra di Strify mescolata alle lacrime salate.
Un brivido lo percorse.
“Ti amo” gli rispose, ed incurante di tutti i tubicini che gli avevano infilato nel corpo, strinse il biondino al petto.
“Vedo che state meglio, tutti e due” Kiro era spuntato dalla porta, insieme a Shin e Luminor.
Un grande sorriso gli illuminava il viso.
Anche Shin sorrideva e si teneva a Luminor, piangeva di gioia e non riusciva a smettere.
Yu li guardò, i suoi amici erano lì, tutti quanti.
Gli erano stati vicino.
Avevano sofferto per lui.
Gli fece cenno di avvicinarsi.
“Vi voglio bene” disse con un filo di voce.







Fine



Edited by CryForTheMoon - 6/3/2009, 20:29
 
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_Stella-music**_<3
CAT_IMG Posted on 3/7/2010, 23:19




Oddio... è ... bellissima, ho pianto quando dicevi del sogno! Sei veramente brava a scrivere... complimenti!!
 
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1 replies since 27/12/2008, 18:17   208 views
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