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Se tu sempre giurerai d'amarmi, Il Fantasma dell'Opera

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Kastania
CAT_IMG Posted on 15/1/2009, 13:23




SE TU SEMPRE GIURERAI D'AMARMI

By Kastania

Coppie: Erik/Christine, naturalmente...

Riassunto: il racconto parte alcuni mesi dopo l'incendio all'Opera... La ff si basa principalmente sulla trama del musical, ma con alcuni elementi dal romanzo e dal Phantom di Susan Kay.

Rating: Pg-13, direi

PER CHI NON CONOSCESSE LA STORIA DEL FANTASMA DELL'OPERA, RIPORTO LA TRAMA SCRITTA SU WIKIPEDIA (ci sono anche i riferimenti alle canzoni):

SPOILER (click to view)
PROLOGO
(Sold! ... with a Little illumination, gentelmem?)

Teatro dell' Opéra di Parigi, 1911. Ad un'asta di vecchi oggetti scenici del teatro ormai in disuso, l' anziano visconte Raoul De Chagny acquista un carillon raffigurante una scimmietta in costume persiano che suona dei cimali. Subito dopo viene messo all'asta un lampadario d'epoca in frantumi, restaurato e modificato per l' illuminazione elettrica. Il banditore d'asta chiede se qualcuno rammenta la strana vicenda del Fantasma dell'Opera e ipotizza di riuscire a spaventare il misterioso fantasma grazie alla moderna illuminazione.

Ouverture

Proprio mentre pronuncia queste parole il lampadario si accende emettendo un lampo e sulle note dell' Overture il lampadario si libra nell'aria e rimane sospeso sulle teste degli spettatori delle prime file mentre, al suo passaggio, il teatro si rinnova e riacquista lo splendore di una volta.


ATTO PRIMO


Teatro dell' Opéra. 1870.

Scena I (This trophy ... sometimes, you will think of me!)

Le prove dell' Hannibal di Chalumeau sono animate dai continui capricci della diva Carlotta (scena e concertato: Hannibal) e infine interrotte dall' arrivo di Firmin e Andrè, i due nuovi impresari (ex commercianti di residui metallici) dell' Opèra Populaire. Mentre Carlotta, su richiesta dei due impresari, si esibisce in un'aria, si verifica l'ennesimo "incidente" (un pezzo della scenografia che le cade addosso) che la spinge ad abbandonare lo spettacolo, lasciando i neo direttori del teatro senza protagonista. Subito dopo i due impresari ricevono una misteriosa lettera: è il benvenuto del fantasma nel suo teatro, che spiega loro come dovrebbero dirigerlo e chiede il suo salario. I due invece sottovalutano la cosa, preoccupati dall’abbandono della protagonista e dall’eventualità di dover rimborsare i biglietti, oltre che dall’eventuale reazione del loro mecenate (il Visconte Raoul de Chany). Per tale motivo Madame Giry, direttrice del corpo di ballo, suggerisce e ottiene, nonostante le perplessità dei due impresari, di fare un provino a Christine, una ballerina, dicendo che quest'ultima ha avuto un ottimo maestro di canto, anche se il suo nome è ignoto. Mentre Christine accenna timidamente l' aria "Think of Me", la scena si trasforma passando dalle prove allo spettacolo vero e proprio, che segna il trionfo della giovane cantante. Dal suo palco, Raul, udendola cantare, la riconosce come la tenera amica d'infanzia.

Scena II (Yes, you did well ... A red scraf, the attic, little lotte)

Mentre le ballerine ascoltano le indicazioni di Madame Giry, una voce dal buio esprime la propria approvazione alla compagnia. Christine si allontana dal gruppo, seguita da Meg, figlia di Madame Giry, che chiede (duetto: Angel of Music) all' amica quale sia il suo segreto e chi le abbia insegnato a cantare. Christine risponde che il padre, un famoso violinista, le aveva promesso prima di morire che avrebbe mandato l'angelo della musica a proteggerla e così è convinta che sia stato questo angelo a insegnarle a cantare poiché spesso può udire la sua voce.

Scena III (A tour de force...Christine, Angel!)

Dopo aver incrociato i due impresari, Raoul raggiunge Christine nel suo camerino, ricordandole i felici momenti d'infanzia passati assieme ed invitandola ad uscire a cena con lui(recitativo: Little Lotte...), anche se lei si ostina a non voler uscire spiegando che il suo angelo è molto severo e non vuole che esca con altri; Raoul comunque le dice, senza ascoltarla, di prepararsi. Appena il giovane esce di scena, la voce del Fantasma irrompe nella stanza redarguendo severamente Christine (duetto: The Mirror -Angel of Music-), la quale si scusa con l'Angelo della Musica per la sua debolezza e gli chiede di rivelarle il suo volto. Il Fantasma le dice di guardarsi allo specchio, dove ora appare la sua figura. Raoul cerca di entrare nella stanza, intanto la voce del Fantasma attira Christine verso di se, mentre dallo specchio si apre un passaggio verso una galleria segreta. Quando Raoul entra nella stanza, Christine è scomparsa.

Scena IV (In sleep he sang ...sing for me!)

Il Fantasma guida Christine attraverso un corridoio che si illumina come magicamente.(duetto: The Phantom of the Opera). Arrivati "al lago sotterraneo" i due navigano su una barca che si muove nei sotterranei del teatro e magici candelieri emergono dall'acqua illuminando l'ambiente.

Scena V (Night-time sharpens ... help me make the music of the might)

Giunti al nascondiglio del Fantasma, questi incanta Christie con la sua arte musicale (aria:The Music of the Night), invitandola a lasciarsi andare e ad arrendersi alla "musica della notte", finché la giovane, sopraffatta dall' emozione alla vista di una statua con le sue sembianze in abito da sposa, sviene tra le sue braccia.

Scena VI (I remember ... will be missing You)

Christine si risveglia e, ancora confusa, comincia a ricordare lo strano viaggio nei sotterranei (Arioso: I remember...). Subito si accorge della presenza del Fantasma, chino su un lugubre leggio intento a comporre. Avvicinatasi a lui, vinta dalla curiosità gli strappa la maschera dal volto. In un impeto di furore, il Fantasma scaglia la giovane lontano, adirato e sconvolto poiché lei ha visto il suo volto sfigurato (arioso: stranger than you dreamt it). Lentamente la sua rabbia si tramuta in disperazione, mentre all' orrore iniziale della giovane subentra la compassione, spingendola a restituirgli amorevolmene la maschera. Improvvisamente il Fantasma ritrova la sua severità e fierezza, ordinando a Christine di ritornare al Teatro, poiché certamente tutti la staranno cercando.

Scena VII (Like Yellow parchment ... heat of his eyes)

Nell' oscurità delle quinte del teartro, il vecchio macchinista Joseph Buquet si diverte a spaventare le ballerine con macabri racconti sul Fantasma (recitativo Magical Lasso), ma è subito rimproverato da Madame Giry, che lo avverte che scherzare troppo sull' argomento può essere pericoloso.

Scena VIII (Mystery after gala...Once More)

Nel suo ufficio, Firmin lamenta le stranezze el mondo teatrale, preoccupato per la fuga di Carlotta, la scomparsa di Christine e la misteriosa lettera che ha appena ricevuto dal Fantasma. In rapida successione, entrano André, Raoul e Carlotta, accusandosi vicendevolmente di essere gli autori delle lettere minatorie che tutti hanno ricevuto (scena e concertato: Notes). Madame Giry annuncia il ritorno di Christine e porta una nuova lettera da parte del Fantasma, che ordina di affidare alla sua protetta il ruolo di protagonista nell' opera Il Muto. Carlotta accusa Raoul di voler avvantaggiare la propria amante e minaccia però di lasciare definitivamente il teatro. André e Firmen cercano quindi di convincerla a restare (concertato: Primadonna), offrendole la parte da protagonista nel nuovo spettacolo e assecondando ogni sua richiesta. Raoul intanto è preoccupato per Christine mentre Madame Giry tenta inutilmente di spingere gli impresari a non opporsi alla volontà del Fantasma.

Scena IX (Gentleman, if you ... simply an accident!)

Assistiamo alla rappresentazione dell' opera "Il muto" di Albrizzio. Carlotta interpreta il ruolo della protagonista, mentre Christine è il paggio muto (scena e aria: Serafimo, your disguise ... poor fool, he makes me laugh!). Lo spettacolo è interrotto dal Fantasma, che annuncia una catastrofe incombente a causa dell' affronto subito. Carlotta continua a cantare, ma improvvisamente inizia a gracidare come un rospo e fugge dietro le quinte mentre i due impresari annunciano agli spettatori che lo spettacolo proseguirà e la parte della contessa sarà interpretata da Christine Daaè. Mentre l' inquietante ombra del Fantasma appare più volte tra le quinte, il corpo di ballo esegue un intermezzo danzato, interrotto dall' improvvisa apparizione, nel bel mezzo del palco, del corpo di Joseph Buquet, impiccato dal Fantasma. Christine fugge verso i tetti seguita da Raoul, mentre Firmin annuncia l' interruzione dello spettacolo.

Scena X (Why have you brought us here ... Go!)

Sul tetto del teatro, dopo un'introduzione strumentale, appare Christine, seguita da Raoul (duetto: Why have you brought us here?), che cerca di tornare indietro dicendo che non esiste nessun fantasma. Christine racconta di essere stata nel suo nascondiglio e di averlo visto in volto (aria: Raul, I've been there). Raoul cerca di confortarla, dichiarandole il suo amore, che la ragazza afferma di ricambiare (duetto: All I Ask Of You). Quando i due escono di scena, appare il Fantasma che, avendo udito ogni parola, giura di vendicarsi (aria: I Gave You My Music). Ad un gesto del Fantasma, il lampadario precipita sulla scena.


ATTO SECONDO

Stesso luogo, sei mesi dopo.

Entr'acte L' orchestra riassume i temi musicali principali eseguiti nel primo atto.

Scena I (M'sieur Firmin?...You will sing for me!)

Firmin e André, visibilmente nervosi, annunciano un ballo in maschera per festeggiare il nuovo anno. Nel Foyer del teatro, sfila una galleria di maschere molto elaborate (coro: Masquerade), Christine e Raoul si sono fidanzati, ma la ragazza è timorosa e vorrebbe tenere segreta la cosa. Al culmine del ballo una figura scarlatta mascherata da allegoria della morte appare in cima alle scale facendo calare il silenzio tra tutti i presenti. Si riconosce la voce del Fantasma, che annuncia il compimento della sua nuova opera, il Don Juan Trionfante, nella quale Christine sarà obbligatoriamente protagonista (recitativo: Why so silent). Dopodiché, minacciando grandi disastri nel caso in cui i suoi ordini non fossero eseguiti, scompare in una vampata di fiamme.

Scena II (Madame Giry!...Madame Giri)

Tra le quinte, Raoul costringe una turbata Madame Giry a rivelargli ciò che sa del Fantasma. Secondo la donna, egli era un uomo geniale e deforme giunto in città anni prima con un circo, fuggendo in seguito dalla condizione di semiprigionia cui era costretto e rifugiatosi nei sotterranei del teatro.

Scena III (Ludicrous! ... the disaster will be yours!)

Gli impresari sono indignati per le pretese del Fantasma, ma decidono comunque di mettere in scena lo spettacolo, coinvolgendo Piangi, Christine e una riluttante Carlotta (scena e concertato: Notes -II-); Nel mentre Raul elabora un piano per catturarlo (recitativo: We have all been): Quando metteranno in scena "Don Juan", e il fantasma si presenterà, verrà arrestato dai gendarmi. Christine disperata si chiede cosa debba fare, se tradire il suo mentore facendo da "esca" per il piano, o lasciare che continui ad uccidere, Raoul cerca di confortarla e la spinge a seguire il suo piano (recitativo e aria: Raoul i'm frightened...Twisted Every Way).

Scena IV (Hide your sword now ... her father promised her)

Reyer e il cast provano la nuova opera, scontrandosi con Piangi, che ha notevoli difficoltà nell' eseguire la sua aria (scena e concertato: Hide your sword...) e con Carlotta, che continua a criticare la partitura. Christine si isola dal resto del gruppo, mentre le voci sfumano e la scenografia attorno a lei cambia (aria: In sleep he sang to me).

Scena V (You were once ... let be war upon you both!)

Christine si trova ora in un buio cimitero, di fronte alla grande tomba del padre, cui la giovane rivolge una malinconica elegia funebre (aria:Wishing you were somehow here again). Dalla tomba, la voce del Fantasma risponde a Christine (duetto -terzetto-: wanderin child...), che si dirige, quasi ipnotizzata, verso di essa. Raoul entra in scena e riesce a trattenere la ragazza. Sulla cima del mausoleo appare il Fantasma, che sfida Raoul e lo spinge a battersi con lui (recitativo: Bravo Monsieur!). Questi però viene portato via da Christine.

Scena VI (You understand your instructions?...Let my opera begin)

Il Don Juan Trionfante si prepara ad andare in scena. Raoul ha organizzato la trappola al Fantasma, mentre quest' ultimo prepara il suo intervento.

Scena VII (Here the sire ... or we shall be too late)

Lo spettacolo è in scena, Don Juan (Piangi) si maschera preparandosi a sedurre Anita (coro, recitativo, aria: Don Juan Triumphant). Dopo l' ingresso di Anita, interpretata da Christine, fa la comparsa in scena il Fantasma, che ha sostituito Piangi nel ruolo di Don Juan mascherato. Don Juan seduce Anita in un appassionato duetto in cui finzione scenica e realtà si sovrappongono continuamente (duetto: The Point of No Return). Il Fantasma si avvicina a Christine dichiarando il proprio amore e donandogli il suo anello, ma la ragazza gli strappa la maschera rivelando il suo volto deforme Il teatro cade nel panico, Erik rapisce Christine per portarla nel suo rifugio. Quando viene scoperto il cadavere di Piangi, la folla si lancia all'inseguimento del Fantasma nei sotterranei per fare giustizia. Madame Giry chiama a se Raoul e lo guida verso il passaggio segreto del Fantasma.

Scena VIII (Down once more ... He's here, the Phantom of the Opera)

Il Fantasma trascina Christine nei sotterraei, disperato e furioso (aria e coro: Down once more / Track down this murderer). Nel frattempo Raoul e Madame Giry scendono lungo la galleria segreta.

Scena IX (Have you gorged yourself ...it's over now, the music of the night)


Phantom rappresentato in scena dall'attore Hugh Panaro.Nel suo covo, il Fantasma ha costretto Christine a indossare l' abito da sposa del suo manichino (arioso: have you gorged / This face ). Giunge Raoul, che viene però fatto prigioniero dal "lazo magico" del Fantasma(arioso:Wait... / Monsier, i did you welcome), che mette Christine di fronte ad una scelta: lasciare Raoul e risparmiargli la vita, oppure rinunciare all'amore del Fantasma causando così la morte del suo amato (terzetto: the tears I might have shed... ). Christine si avvicina al Fantasma, dichiarando il proprio amore (Pitiful creature of darkness...) e baciandolo. Il Fantasma libera così Raoul ma, vinto dall'amore tra i due giovani, libera Christine, lasciandola fuggire insieme all'uomo che ama, mentre la folla, in cerca di vendetta, è ormai vicina al suo nascondiglio (recitativo e coro: Taker her, forget me / Track down this murderer); Christine ritorna un' ultima volta dal Fantasma, restituendogli amorevolmente il suo anello, prima di fuggire assieme a Raoul. Solo e disperato, il Fantasma da l'ultimo addio a Christine e si abbandona sul suo trono nascondendosi con il mantello.

La folla, guidata da Meg, irrompe nella caverna sotterranea, ma il Fantasma è scomparso. Di lui resta soltanto, abbandonata, la maschera bianca che gli celava il volto.




CAPITOLO 1: TRE VITE ALLO SPECCHIO

“Una volta credevo che essere amato
senza amare fosse un piacere straordinario.
Ora ho imparato quanto sia penoso
un amore che viene offerto
senza che lo si possa ricambiare.”
Herman Hesse,Aforisma 5



Christine fissava distrattamente fuori dal finestrino della carrozza che la stava riportando al piccolo appartamento che divideva con Meg e Madame Giry.

Dopo quei terribili accadimenti all’Opera, tre anni prima,Madame Giry aveva ritenuto più prudente stabilirsi al di fuori dell’edificio,anche dopo la sua completa ristrutturazione. Sapeva bene quanto quel luogo fosse intriso di tristi ricordi per tutti loro,e in special modo per Christine.
Per mesi era stata in ansia per la salute cagionevole della ragazza,che si era accompagnata ad una forte depressione. Con le sue cure,l’affetto fraterno di Meg e la sollecita presenza del Visconte de Chagny,lentamente la ragazza era tornata alla vita.
Ma continuava a conservare sul viso un’ombra di tristezza e preoccupazione che non aveva mai mostrato in precedenza.


Christine sospirò.
I primi mesi dopo il rogo dell’Opera faceva molta fatica ad arrivare alla fine della giornata senza sentirsi sul punto di svenire. Non trovava alcun conforto dentro di sé,né vedeva alcuna via d’uscita da quel tunnel di tristezza. Non riusciva a mettere a fuoco i ricordi piacevoli,né i momenti di allegria e spensieratezza. Tutto le sembrava così lontano e inafferrabile..
Qualsiasi contatto le dava i brividi,e ovunque volgesse lo sguardo,vedeva il suo Erik.

Quel giorno aveva dovuto trovare il coraggio di affrontare il fidanzato,e di annunciargli la sua decisione di rompere il loro legame. Erano mesi che ci pensava,ma era sempre stata frenata dalla paura di farlo soffrire.

Era molto affezionata al suo caro amico d’infanzia,e a lungo aveva pensato di esserne davvero innamorata. Perfino dopo quanto accaduto quella terribile notte… ma mentre le settimane e i mesi passavano,le diventava sempre più evidente la sua inadeguatezza,di fronte all’amore puro e appassionato che lui provava nei suoi confronti. Prolungare l’inganno non avrebbe che intensificato il dolore,al momento inevitabile della separazione.

Pensò a quanto dolore aveva inflitto alle persone che amava. Non se ne era resa conto,non c’era stata intenzione da parte sua,ma questo non la sollevava dalla responsabilità di essere fautrice di tanta sofferenza.

Si sentiva svuotata,consapevole che non sarebbe mai più riuscita ad amare nessuno,non come aveva amato...ma che importanza aveva ormai? Il suo amore,compreso troppo tardi,era morto insieme a lui.

Le uniche persone per cui provava ancora affetto erano proprio Raoul, Meg e Madame Giry.
Per questo doveva allontanarsi da loro,prima che il destino la rendesse ancora una volta carnefice.
Sorrise fra sé e sé,la prima volta da mesi.

Era la prima volta nella sua vita che non provava alcun tipo di paura.


Se nutriamo odio verso qualcuno,
è perchè odiamo in lui
qualcosa che è in noi.
Quel che non è in noi
non riesce a darci emozioni.
Herman Hesse,Aforisma 4



Raoul era sprofondato in una delle poltrone del suo studio. Si sentiva ancora stordito.

Durante gli ultimi tre anni,non gli era pesata la vita di sacrifici che aveva intrapreso per stare accanto alla sua fidanzata,per aiutarla ad uscire dalla sua sofferenza. Non aveva mai pensato ai disagi che aveva subito,ma a tutti i problemi che aveva dovuto affrontare lei,anche a causa sua. L’ultimo inverno era stato durissimo per lui,aveva anche temuto di perderla. Ora quasi non ricordava quell’angoscia,ma sentiva una forte nostalgia per quel periodo,anche se non era stato dei più rosei.

Christine era piombata inaspettatamente lì a casa sua,solo pochi minuti prima.
Lui aveva sorriso,felice della visita inaspettata,ma immediatamente l’espressione seria e compunta del viso di lei lo aveva raggelato.

In fretta,e senza lasciargli tempo di replicare,gli aveva comunicato la sua decisione di lasciarlo.
Naturalmente ne era desolata,ma non poteva continuare a fingere.

“Non ho intenzione di sposarti,Raoul. Mi dispiace causarti tanti problemi…sei stato anche troppo buono con me,senza che me lo meritassi. Ma mentirei se ti dicessi di essere pronta al matrimonio. Anzi,penso che non lo sarò mai. Ho scoperto un lato di me che non pensavo di possedere,e devo imparare a convincerci prima di potermi legare a qualcuno. Ti voglio bene Raoul,ma non credo che tu saresti felice con me.” Gli girava intorno,le braccia dietro la schiena,come a constatare e sottolineare quello che gli stava dicendo. “Credimi,sarà meglio per entrambi se non ci vedremo più..per un po’,almeno. Sarai sempre uno dei miei migliori amici,delle poche persone a cui mi sento legata.”Gli aveva sorriso timidamente,per poi aggrottare le sopracciglia. “Ma per un po’…evitiamo di vederci,te ne prego. Perdonami!”

…ed era corsa via,senza neppure voltarsi indietro,lasciandolo impietrito e scioccato.
Quando era riuscito a scuotersi da quello stato di torpore,lei era già risalita in carrozza e svanita nella nebbia di quel pomeriggio invernale.

Lentamente si alzò,e andò all’armadietto dei liquori per versarsi un cordiale. Ne aveva bisogno. Con mano tremante sollevò il bicchiere ed ingoiò qualche sorso,appoggiandosi al muro e chiudendo gli occhi.

La presenza di Christine era ancora nell’aria intorno a lui.
La sua presenza..non era nell’aria. Era dentro di lui.

Ma certo,pensò amaramente. Io non sono né potrò mai essere lui! Non potevo competere con quel mostro quando era in vita,quando lei poteva scorgerne i bestiali difetti…ora che è morto è diventato una specie di mito,un vero Angelo del Paradiso!
La sua naturale pacatezza scomparve,mentre scagliava il calice contro la parete opposta,frantumandolo in mille pezzi.

“Christine,come puoi farmi questo?”singhiozzò.
“Come puoi,dopo tutto quello che ho fatto per te…come puoi ignorare e respingere il mio amore! Come puoi rifiutare di diventare mia moglie!”
I gemiti esplosero in grida di rabbia disumana.

E’tutta colpa di quel mostro…anche da morto continua a perseguitarci con la sua infame presenza…Ti
maledico Erik,ti maledico ovunque tu sia!”


Aveva amato,
ed attraverso l'amore aveva trovato se stesso.
La maggior parte degli uomini
ama invece per perdersi.
Herman Hesse,Aforisma 3



Il Fantasma dell’Opera era morto,in quella notte spaventosa di tre anni prima.
La banda dei linciatori ne aveva portato le prove,la sua maschera bianca e un brandello di camicia trovata sulla riva del lago.
L’infame,probabilmente fuggendo,doveva essere annegato nelle acque sotterranee.


Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
È a casa? Per la strada?
Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
Forse sta alzando il braccio?
Amor mio
come appare in quel movimento
il polso bianco e rotondo!
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
Un gattino sulle ginocchia
lei lo accarezza.
O forse sta camminando
ecco il piede che avanza.
Oh i tuoi piedi che mi son cari
che mi camminano sull’anima
che illuminano i miei giorni bui!
A che pensa?
A me? o forse... chi sa
ai fagioli che non si cuociono.
O forse si domanda
perché tanti sono infelici
sulla terra.
Che sta facendo adesso
Adesso, in questo momento?

Nazim Hikmet, Che sta facendo adesso



Il Fantasma dell’Opera era morto quella notte. Ma non era morto l’uomo dietro quella maschera.

Erik era riuscito a nascondersi ai nemici grazie alla sua completa conoscenza dei sotterranei dell’Opera. Quando le acque si erano calmate,con l’aiuto di Madame Giry era riuscito a uscire dalle rovine della costruzione,e a rifugiarsi fuori città. Lì aveva trovato una specie di casale,abbandonato da anni,e ne aveva fatto il suo dominio. Usciva raramente,e passava le giornate a contemplare il cielo e ad ascoltare la sua scatola musicale,la scimmietta che suonava la Masquerade.Non aveva potuto portare con sé il suo amato organo,e soffriva di quella mancanza di musica.

Ma più di tutto soffriva al pensiero di Christine e Raoul,sicuramente già sposati,felici,magari in attesa di un figlio…o forse ne avevano già avuto uno? Quelle riflessioni lo lasciavano sempre agonizzante e abbattuto.

Le uniche persone che vedeva,di quando in quando,erano Madame (ma sempre più di rado,per la verità) e il Persiano,che nonostante i terribili avvenimenti di quella notte gli era rimasto amico.
Anzi,era grazie a lui se aveva ancora una qualche valvola di sfogo.
Nadir lo aveva infatti convinto a riprendere a disegnare progetti,prima solo per tenersi occupato,e poi era ritornato all’antico mestiere. Era sempre stato un architetto geniale ed ardito..perchè non esserlo ancora?
Nadir si occupava delle relazioni con i clienti,e lui passava ore perso fra i suoi schizzi.
Questo gli permetteva di tenere la mente occupata,distaccata dal dolore.
Gli dava la forza di andare avanti.
Ogni tanto le parlava,nella stanza vuota,come se lei potesse udirlo.
“Sai Christine?La vita senza di te è incredibilmente difficile. La nostalgia si trasforma in un dolore fisico che mi tormenta dalle prime ore del mattino fino all’ultimo minuto della giornata. La mia unica consolazione in questi giorni è pensare che tu sei al sicuro,che stai bene e che tuo marito veglia su di te al mio posto.”

Il suo carattere era mutato.
Un tempo il rancore lo avrebbe colmato di una rabbia omicida,di una furia cieca ed incontrollabile.
Ora invece la rassegnazione era l’unico lascito della profonda disperazione che lo aveva tormentato.

Solo di quando in quando la rabbia lo sopraffaceva,quando pensava alla “coppia felice”…ma immediatamente si dominava. Era stato lui a permettere quell’unione.
Aveva lasciato libera Christine,e lei aveva scelto il ragazzo. Non poteva biasimarla per questo. Chi,al suo posto,avrebbe preferito un mostro al principe azzurro? No,no,lei non ne aveva colpa.
E neppure il ragazzo,che l’amava a tal punto da aver rischiato la vita pur di salvarla.
Nessuno aveva colpa degli eventi di quella notte…nessuno aveva parte nella trama beffarda del suo destino,che lo perseguitava sin dalla nascita.

Ora finalmente,grazie all’amore che era nato in lui grazie a quel bellissimo Angelo,era in grado di accettare il proprio futuro di solitudine senza provare odio e rancore per chi era più felice di lui.

Lei gli aveva cambiato la vita,anche se non l’avrebbe mai saputo.

Edited by Kastania - 15/1/2009, 16:08
 
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*Shamandalie*
CAT_IMG Posted on 15/1/2009, 15:19




Mi vergogno tantissimo di non sapere la storia del Fantasma dell'opera, e con questo capitolo hai acceso la mia curiosità, sia sul racconto in se che sulla tua FF.

Attendo il seguito dato che è anche ben scritta :)
 
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Kastania
CAT_IMG Posted on 15/1/2009, 16:10




Grazie! ^_^ comunque ho modificato il primo post, ho inserito un link alla trama dettagliata del musical, soprattutto in questa prima fic faccio riferimento anche a quello oltrechè ai libri..
 
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*Shamandalie*
CAT_IMG Posted on 15/1/2009, 19:26




Ho letto tutta la trama, devo leggere il libro e guardare il musical, il film, tutto insomma *-*


Hai creato un mostro u.u
 
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Kastania
CAT_IMG Posted on 16/1/2009, 09:28




^_^ sembra brutto da dire.. ma ne sono felice! conquistare una nuova fan è sempre il massimo!
 
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4 replies since 15/1/2009, 13:23   84 views
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