A Crazy Day ... and the night will be more
Crazy day1
Oggi mi sento proprio stanco e non ho voglia di fare niente, così me ne sono rimasto da solo a casa. Mi sono sdraiato sul divano, ho acceso la televisione e mi lascio cullare dalle canzonette che trasmette MTV. Ogni tanto dormicchio un pò, voglio approfittare di questa giornata rilassante prima che arrivi la partenza del Tour Europeo perché dopo, non avrò più riposo e tanto meno privacy.
Kiro e Shin sono andati insieme a salutare gli amici e i parenti perché per almeno tre mesi, non vedremo nessuno di loro. Yu è sparito stamattina presto, senza dire una parola.
Improvvisamente, una voce familiare risuona nelle mie orecchie. Apro un occhio e guardo verso lo schermo televisivo. Mi ci vuole qualche secondo per riconoscere me stesso che canto “Love Songs (They Kill Me). Certo, che sono proprio bello ... e Yu non è da meno, gli hanno fatto certe inquadrature che farebbero venire un infarto anche a uno sano. E poi Kiro e Shin, i miei cuccioli biondi, sono splendidi. Mi assalgono i ricordi di quella giornata, eravamo così eccitati al pensiero di girare il video della nostra prima canzone. L’unico che ha mantenuto la calma è stato Luminor ... il mio più caro amico, l’unico su cui fare affidamento in questa band di scapestrati, me compreso.
Canto qualche parola, seguendo il video finchè non sento suonare il campanello della porta d’ingresso.
Stancamente mi avvio lungo il corridoio e apro la porta.
Yu è appoggiato languidamente allo stipite e sorride sornione, nasconde le braccia dietro la schiena.
“Cosa stai nascondendo?” chiedo, allungando il collo, per scoprire questo segreto. “E le chiavi di casa? Te le sei perse?”
“Chiudi gli occhi.” Sussurra Yu, gongolante. “E le chiavi ce l’ho, ma non avevo voglia di cercarle.”
“Ma cosa ... hai un regalo per me?” mi appoggio al suo braccio, ma Yu si gira per impedirmi di vedere.
“Chiudi gli occhi ... dai, è per tutti, per il Tour.”
Lo accontento e serro forte le palpebre. Non riesco proprio ad immaginare cosa Yu abbia potuto inventarsi per tutti e, più che altro, per il Tour.
Sento il rumore del sacchetto di plastica che cade a terra.
“Ecco! Ora puoi guardare” esclama estasiato Yu.
E rimango, letteralmente, senza parole.
In mano tiene un piccolo vaso di terracotta contenente una pianta esotica, una orchidea, per la precisione. Ci sono tre foglie carnose per parte, dalla forma allungata, e un lungo stelo sul quale si aprono mezza dozzina di fiori di un vivido colore rosa.
“Bella, vero?” Yu mi supera, tenendo in mano il suo meraviglioso acquisto e va direttamente in soggiorno, si guarda un po’ in giro e poi posa il vaso sul piccolo tavolino, vicino alla finestra.
La ammira, affascinato, quasi fosse un’opera d’arte.
“Non ti piace ...” si gira appena verso di me che sono sulla soglia, con in mano il sacchetto che lui ha lasciato sul pavimento.
“E’ bella, davvero, solo che ...” mi fermo un attimo a pensare “non mi aspettavo una cosa simile. Cioè, Yu, non credevo che sapessi cosa sono i fiori.”
“Ehi, ma per cosa mi hai preso?” avanza verso di me, facendo il finto offeso, e mi da uno scappellotto sulla nuca.
“Ho un animo gentile, io. Sei tu che non mi capisci.” Si va a sedere sul divano e guarda di nuovo verso il fiore.
“Scusa, hai avuto una bella idea. La porteremo sul Tourbus e ci accompagnerà per tutta l’Europa, ok?” mi siedo vicino a lui e gli accarezzo il braccio.
“Ok.” Si volta a guardarmi, i suoi occhi grigi hanno una strana espressione. Dolce e sognante, allo stesso tempo, chissà quale strana fantasia sta nascendo nella sua testa. So solo che, senza rendermene conto, mi sporgo verso il suo viso e lo bacio sulle labbra. L’avrò fatto centinaia di volte, sia con lui che con Kiro e Shin, è il nostro modo di dirci che ci vogliamo bene, che siamo una famiglia, ma questa volta è diverso. Sento un brivido percorrermi la schiena, è la prima volta che Yu mi fa questo effetto. Istintivamente abbasso gli occhi, per sfuggire al suo sguardo ammaliante, mi alzo dal divano e vado in cucina, apro il frigo e cerco disperatamente qualcosa di fresco da bere. Mi sento ancora le guance rosse e mi sento ancora stupido, per la mia reazione.
Accidenti! E’ Yu quello che ho baciato, il solito Yu, che si fa fare di tutto e che sta sempre allo scherzo, di che cosa ho paura? Che pensi che un semplice bacio possa significare qualcosa di diverso dal nostro “ti voglio bene”.
“Ehi, bambola ... mi porti una birra?” grida Yu dalla sala. Ecco, ho la conferma che il bacio non ha significato nulla, dal modo in cui urla gli ordini e da come mi chiama.
Prendo due birre ghiacciate e ritorno a sedermi sul divano.
Beviamo tranquillamente, continuando a guardare la televisione.
“Cosa sono per te?” mi chiede improvvisamente Yu, voltandosi dalla mia parte.
Lascio passare qualche secondo, prima di rispondere, perché devo mettere ordine nella mia testa e, forse, anche nel cuore.
“Sei il mio migliore amico e il mio unico chitarrista.” Gli sorrido, facendo finta di niente, ma mi sono accorto che in realtà, vorrebbe un’altra risposta. Solo che non sono sicuro di cosa veramente lui voglia da me, non sono nemmeno sicuro di cosa voglio io e non vorrei che la situazione si facesse complicata proprio ora, quasi alla vigilia del tour.
“Solo questo ...” Yu abbassa la testa, deluso, beve un sorso di birra e si alza. Mi passa la mano tra i capelli, arruffandoli. “Speravo in qualcosa di più.”
Va in cucina a posare la bottiglia vuota sul tavolo e poi entra in camera sua.
Sono rimasto sul divano, interdetto. Mi sento strano, da una parte vorrei essere più di un amico per Yu, dall’altra, la cosa mi intimorisce un po’. Non mi sono mai innamorato veramente, non so come comportarmi e poi, lui, è un ragazzo. Non che sia un problema, ma non riesco a credere che Yu sia realmente interessato a me, non dopo avere visto decine di ragazze entrare in camera sua la sera ed andarsene via la mattina.
I miei pensieri vengono interrotti dal campanello d’entrata. Di nuovo, qualcuno senza chiave o che è troppo pigro per cercarla. Apro la porta, sbuffando.
I volti sorridenti di Kiro e Shin appaiono dietro due enormi buste di carta per la spesa.
Non riesco ad arrabbiarmi con loro, sono troppo teneri con le loro espressioni da bambini che stanno per andare al luna park. E’ così che loro intendono il tour, un lungo e spassoso viaggio, tutti insieme, nel divertimento. Sono fortunati a pensare che tutto quello che facciamo non sia lavoro.
“Tesoro, aiutami prima che mi cada tutto.” Kiro mi passa l’enorme sacchetto mentre con l’altra mano tiene stretto contro il petto la posta.
“Cosa avete fatto ... svaligiato il supermarket?” chiedo, cominciando a togliere varie cibarie dalla busta.
“No, sono le nostre mamme che hanno preparato tutto questo bendiddio.” Shin mi mostra una bellissima crostata ai frutti di bosco. “Alcune cose sono per stasera, altre ce le portiamo sul tourbus.”
“Mmmm ... la crostata è mia.” La annuso estasiato, la mamma di Shin è insuperabile nel preparare dolci ma lui fa sparire la torta da sotto il mio naso.
“E’ per tutti. La mangiamo più tardi.” Mi guarda storto e mi fa cenno di aiutare a mettere a posto.
Ci sono barattoli di nutella e di marmellata fatta in casa, pacchetti di biscotti al cioccolato, merendine di ogni genere. Metto tutto in bell’ordine sul ripiano da lavoro della cucina, in modo che siano visibili, non vorrei certo dimenticare tutte queste buone cose, il giorno della partenza.
Kiro gongola tutto, ammirando le sue merendine preferite, allunga la mano e ne prende una di nascosto. Io l’ho visto, ma lo lascio fare, è troppo divertente guardare l’espressione furbesca che gli si è dipinta sul viso.
“Guarda che ti ho visto!” gli strilla Shin, dandogli una pacca sul sedere, che a me sembra più una carezza, “Dammene metà ...” inizia a inseguire l’altro intorno al tavolo della cucina, poi in soggiorno ed infine cadono sul divano, schiacciando la povera merendina che esplode e sporca entrambi di marmellata.
“Noooo ... cazzo!” grida Kiro con la mano e la faccia piena di confettura, “ma guarda che casino.” Si pulisce le dita nella maglietta bianca mentre Shin scoppia a ridere, anche lui pieno di pezzi di merendina sulle guance e sul naso.
Sono proprio dei pazzi i miei compagni di avventura, ogni giorno me ne accorgo sempre di più.
Scuoto la testa, in segno di compatimento, mentre Kiro ancora inveisce contro Shin.
Questi non risponde, si limita a ghignare finchè non lo vedo abbassarsi sul volto del bassista e iniziare a leccare via i resti della merendina, con grande godimento da entrambe le parti.
“Che succede qui?” Yu entra nel soggiorno, probabilmente attirato dalle urla e guarda i due biondini che si puliscono vicendevolmente usando la lingua, solo che la cosa sta diventando incredibilmente sensuale. Distolgo lo sguardo ed incrocio quello di Yu, dopo aver guardato loro si è fissato su di me e non lascia dubbi su quanto vorrebbe anche lui. Glielo leggo negli occhi, il desiderio che ha di me. Faccio finta di niente, per l’ennesima volta, in questa pazza giornata e mi dedico alla posta che Kiro ha abbandonato sul tavolo.
Scorro le buste per vedere chi ci scrive e se c’è qualcosa di interessante, oltre alle solite bollette da pagare. La busta con il logo della nostra casa discografica attira la mia attenzione, la apro e non credo ai miei occhi. Nella mano scivola una carta di credito, sopra c’è la mia bella faccia sorridente, insieme trovo la lettera di accompagnamento. Velocemente la leggo.
“Cazzo! Ragazzi ... cazzo!!” mi avvicino a Yu e agli altri che smettono di sbaciucchiarsi per guardarmi, probabilmente sembro pazzo, mentre saltello per il soggiorno sventolando la carta di credito e la lettera.
“La Universal ci ha dato un fondo spese ... possiamo comprarci quello che vogliamo.” Stringo la carta contro il petto, quasi fosse la mia amante.
“Forse, non proprio tutto,” continuo “ma oggi, sicuramente, andiamo a fare shopping! Ci compriamo qualcosa di bello per i prossimi concerti. Si! Si!”
Kiro e Shin non se lo fanno ripetere due volte e si fiondano in camera a cambiarsi mentre Yu continua a guardarmi. Si avvicina e mi accarezza con estrema dolcezza la guancia.
“Vai a prepararti, principessa.” Mi sussurra “pulisco io il casino che hanno fatto quei due.”
Non ci posso credere, rimango qualche istante imbambolato, un po’ perché il fiato caldo di Yu che solletica il mio orecchio mi ha fatto venire i brividi, un po’ perché mai, prima d’ora, si era offerto di rassettare la casa. Alla fine vado in camera mia a prepararmi.
Oggi è davvero una strana giornata, non tanto per la bella sorpresa, quanto per questa strana sensazione che mi fa provare Yu. La sua vicinanza comincia ad eccitarmi, c’è un’atmosfera particolare in casa, quasi sensuale e da quanto ho visto tutti cominciamo ad esserne soggiogati.
