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Perchè non vieni con me?, Cronache dei vampiri-Anne Rice (Lestat/Armand)

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*Shamandalie*
CAT_IMG Posted on 30/3/2009, 18:20




Adoro il velluto nero, trovo che si abbini perfettamente con la mia carnagione bianco marmo, così come mi piace indossare cravatte color sangue, esattamente come lo splendido liquido che mi permette di rimanere in vita da secoli.

Sorrido allo specchio rimirandomi. Sono decisamente bello per essere uno che cammina su questa terra da 229 anni, se i mortali mi guardassero con maggiore attenzione noterebbero che in me c’è qualcosa di diverso, ma nella frenetica vita del ventunesimo secolo, non devo fare molti sforzi per nascondere la mia vera natura.

Potrei passare ore a fissare la mia immagine di ventenne senza mai stancarmi, ma questa sera ho un appuntamento e non voglio assolutamente mancare.
Passo le dita lunghe tra i mie folti capelli biondi e lunghi e mi concedo un sorriso, giusto per ammirarmi meglio, le lunghe zanne bianche appoggiate al labbro inferiore, è incredibile come la trasformazione ti cambi; ricordo perfettamente di aver avuto i denti storti e non propriamente sani, per non dire marci, quando ero in vita, ah la vita gloriosa del 1700.

I miei occhi azzurri brillarono ammiccando alla figura che vedevano riflessa.
Personalmente adoro gli specchi, non credete a quello che il caro vecchio Bram Stoker ha raccontato, gli specchi ci riflettono e le croci, l’acqua santa e i paletti non ci fanno nulla. Tutte vecchie superstizioni.

Liscio la giacca che indosso e con riluttanza mi allontano dallo specchio e mi concedo una lunga occhiata alla folla che passeggia sotto le mie finestre.

Ah gli umani, che creature strane e affascinanti. Vogliono credere che i vampiri esistano ma se gli riveli di esserlo non ti credono, e così continuano la loro vita, ignari di quali esseri si aggirassero tra loro in incognito.

Ora, io per gli umani puri di cuore, se così si può definirli, non rappresento alcun pericolo, in quanto ormai mi nutro molto raramente e quando lo faccio vado a caccia degli umani più meschini della società, insomma sono anche socialmente utile, ma al contrario mio esistono mie conoscenze che non si fanno problemi a nutrirsi di persone innocenti, addirittura bambini in qualche occasione.

Guardo l’orologio affisso al muro, è quasi l’ora del mio appuntamento, mentre faccio gli ultimi preparativi mi trovo a pensare a quanto sia relativo per me e per quelli come me il concetto di tempo, insomma, io vivrò in eterno, e malgrado siano passati più di duecento anni non riesco ancora a comprendere il concetto di eterno, una sola cosa mi è chiara: l’eterno è un viaggio che si vive soli.

Ripenso a Magnus, mio creatore, che si gettò nelle fiamme perché non sopportava più la vita eterna, a Gabrielle, mia madre mortale, che salvai da una morte prematura usando il mio dono oscuro, pochi anni dopo mi abbandonò per viaggiare per il mondo da sola, oppure a Nicolas che impazzì non appena gli donai il mio sangue avvelenato o Luis che insieme a Claudia rimase con me per più di cinquant’anni, fino all’epilogo che ha portato lui a credermi morto e Claudia alla morte per mano di Armand.

No non devo pensare a queste cose, è una serata speciale e non la voglio sprecare, mi avvio alla porta quando mi accorgo di aver dimenticato un dettaglio importante: i guanti.

Non porto i guanti per vezzo ma per necessità, il colorito pallido della mia carnagione posso mimetizzarlo tranquillamente nutrendomi, i miei occhi posso coprirli con gli occhiali da sole e cerco, malgrado la mia vanità, di lasciare la mia pelle il più coperta possibile, tuttavia c’è un particolare che non posso nascondere, non so esattamente perché, ma le unghie di noi vampiri, sono molto lucide in modo innaturale e attirerebbero anche l’attenzione del più distratto degli umani, per quello i guanti fanno parte del nostro abbigliamento normale.

Torno in camera mia, dove ho lasciato lo spazioso armadio a muro aperto e con sicurezza apro il cassetto dove tengo, in ordine perfetto, tutti i miei guanti.
Questa sera non ho voglio di essere appariscente e scelgo un paio di normalissimi guanti in pelle nera.

Il letto matrimoniale è perfettamente in disordine, come lo lascio sempre io, lo so sarei più al sicuro a dormire nella mia bara, ma ho organizzato la stanza in modo da essere a prova di raggi solari e di eventuali invasori della mia privacy, così posso godermi le mie giornate a letto e non chiuso in una bara.

Accarezzo le lenzuola di seta bianca e mi godo il contatto con il mio tatto mille volte più sensibile.

Amo vivere nel lusso e con secoli di risparmi posso tranquillamente permettermelo, beh risparmi, diciamo che si tratta di piccole donazioni fattomi dalle mie vittime, al secolo non era un vampiro molto gentile, quando si è giovani e si ha sete, non si guarda in faccia nessuno, mi nutrivo di tutti gli esseri umani che avevano la sfortuna di incontrarmi, e quante volte Luis mi ha rimproverato, con quel suo cipiglio tipico, ammonendomi di essere più gentile con il prossimo.

Ma ora devo andare o arriverò tardi, il mio incontro di stasera non ama ritardi e io sto divagando troppo.

Infilo i guanti e esco finalmente dall’appartamento, questa sera ho deciso di comportarmi da giovane del ventunesimo secolo e invece di sgattaiolare giù per le scale così velocemente che un occhio umano non potrebbe vedermi, decido di prendere l’ascensore.

Questi ritrovati moderni mi lasciano stupito tutt’ora, anche se ormai sono passati venticinque anni dal mio ultimo “sonno prolungato” e molte innovazioni che mi sono perso dalla fine del 1800 erano già stati inventati da un pezzo, mi sento sempre agitato a pensare quello che la mente umana, un tempo bigotta e vittima di un Dio che non esisteva, è riuscita a sviluppare una volta trovato il raziocinio.
E’ incredibile pensare a come sia cambiata la società umana in quei novant’anni in cui ho “dormito” ora sono tutti alfabetizzati, hanno le proprie opinioni, esiste la libertà di espressione, c’è più libertà in generale.

Sorridendo esco dall’ascensore e mi affretto ad uscire dall’androne del palazzo.
Il mio appuntamento di stasera mi sta aspettando vicino alla spiaggia, dove mi dirigo a passo svelto, senza tradire la mia vera natura, godendomi la presenta fisica e mentale degli umani che mi camminano intorno, ignorando la mia presenza tra loro, scambiandomi per uno di loro.

Avverto subito la sua forte presenza spirituale, prima ancora di vederlo in lontananza.

E’ solo, vestito in modo stranamente fanciullesco, solo una paio di jeans sgualciti e una normale t shirt nera, sotto un cappotto altrettanto scuro, i lunghi capelli rossi sono legati in una semplice coda.

Non si sarebbe mai detto che fosse nato nel quindicesimo secolo.
Mi mimetizzo nella folla e rimango ad osservarlo per alcuni momenti, mi è sempre piaciuto guardare i miei simili quando non lo sanno.

Intendiamoci, non con tutti i miei simili è possibile fare una cosa così e Armand era uno di quelli.

Infatti sono sicuro che abbia percepito la mia presenza, ma è vanitoso quasi quanto me e gli piace farsi guardare.

In quel preciso momento si volta e i suoi occhi castani incontrano perfettamente i miei, tutte le volte la sua bellezza fanciullesca mi lascia senza respiro.

Armand è immortale da molto più tempo di me ed era più giovane di me quando fu creato.

Ora il suo eterno viso da adolescente mi fissava e i suoi occhi esprimevano, cosa rara per lui, felicità.

Mi sorrise, mostrandomi i suoi denti bianchi e perfetti, aveva la pelle colorata delicatamente di rosa, cosa che indicava che aveva cacciato prima di venire ad incontrarmi, gli sorrisi di rimando.

La presenza di Armand mi rendeva sempre strano, fin dal nostro primo incontro, a Parigi, poco tempo dopo la mia creazione, quando lui mi raggiunse dentro Notre Dame, sfidando le leggi che allora governavano i vampiri.

La cattiveria di Armand era inversamente proporzionale all’innocenza che dimostrava e tanto più appariva puro più era meschino.

Mi avvio verso di lui continuando a sorridere, conscio di dover mantenere un certo comportamento con Armand, anche se so che sono uno dei pochi al quale non farebbe mai del male.

Credo che sotto sotto sia affezionato a me e più di una volta gli ho spezzato il cuore ignorando le sue richieste di stare con lui per formare una nuova congrega.

Armand mi viene incontro, leggiadro ragazzo diciassettenne in un corpo molto più vecchio.

“Lestat!” mi apostrofa aprendo le braccia pronto ad accettarmi vicino al suo corpo.

Rispondo all’abbraccio, stringendolo come mai potrei fare con un essere umano.

Rimaniamo così, abbracciati, per alcuni lunghissimi secondi.

Armand è caldo, caldo come nessuno di noi potrebbe mai essere, e tenerlo stretto è una sensazione meravigliosa.

E’ lui a interrompere il contatto, facendomi capire che si vuole allontanare.

Continua a sorridere, malizioso, mentre i suoi occhi scuri fissano i miei.


Sembriamo due amici che hanno deciso di passare una serata insieme.

“Armand, dovresti farti veder più spesso” gli dico facendogli cenno di seguirmi.

Lui mi segue senza rispondermi subito, mentre con le Converse mi cammina di fianco.

“Sei cosi schifosamente umano moderno stasera” lo apostrofo notando le scarpe.

Lui ride, e la sua risata è così argentina e acuta che per un attimo mi guardo intorno, preoccupato per le reazioni degli umani vicini a noi, ma nessuno sembra notarla.
“Un vecchio come me deve saper adattarsi no?” risponde fissandomi.

“Allora come va la vita sull’isola?” domando di rimando, riprendendo a guardare davanti a me.

Armand si stringe nelle spalle, un gesto così poco vampiresco per lui, poi fa un gesto vago con la mano.

“L’isola iniziava a starmi stretta, con Daniel sempre in mezzo” rispose semplicemente, senza particolari inflessioni nella voce.

Sghignazzai, immaginandomi Daniel perennemente appiccicato ad Armand.

“Giusto, il nostro piccolo adepto”

Armand sbuffò.

“Preferirei avere qualche d’un altro accozzato giorno e notte”

“Ti si è evoluto anche il gergo, non ti ho mai sentito usare la parola “accozzato” “ risi, guardandolo sottecchi e scoprendo che lui mi stava guardando a sua volta.

“Dovresti venire tu sull’isola”.

Armand, il solito vecchio Armand, sempre dritto al punto.

“E’ questo il motivo per cui volevi vedermi?” chiedo a bruciapelo, studiando la sua reazione.

Lui minimizza la sua reazione, stringendosi nuovamente nelle spalle.

La folla intorno a noi si stava leggermente disperdendo, doveva essere notte inoltrata, ma io e Armand, padroni della notte, camminavamo tranquilli, come due normali giovani uomini.

“Abiti qua adesso?” chiede dopo alcuni minuti di silenzio, mentre continuiamo a muoverci in sincronia per le strade della città.

“Si, ormai da qualche anno veramente, ma tu sei abile a non farti trovare e così non ho mai avuto modo di avvertiti”

Lui ride, di nuovo quella risata argentina che mi da i brividi.

“Sembro troppo scortese se ti chiedo di portarmi da te? E ricordati che io so sempre dove sei” aggiunse infine, scrutandomi.

Mi sento sempre trapassato da quegli occhi scuri, solo la loro intensità rivelano la sua vera età.

Senza dire nulla mi avvio invitandolo implicitamente a seguirmi, allungo il passo quando mi rendo conto che la presenza di umani si è praticamente ridotta a zero e nel giro di pochi minuti siamo davanti al portone del mio palazzo.
Sento Armand fischiare in ammirazione.

“Ti tratti bene eh Lestat? Come sempre del resto” attende che io entri per poi seguirmi subito dopo come un’ombra.

Questa volta per salire prediligo le scale, che insieme ad Armand percorro ad una velocità sovraumana.
Una volta dentro l’appartamento lascio il tempo ad Armand per aggirarsi, assecondando la sua natura di curioso.

“Gran bel posto Lestat, trasuda il tuo ego enorme ovunque si guardi” ride guardandosi intorno.

Si dirige verso la camera di letto e aprendo la porta a due ante rimane stupito a fissarla.

Il letto a due piazze è li davanti a lui, disfatto e in disordine.

Armand si inoltra nella camera senza distogliere gli occhi dal mio letto.

“Certo che per essere uno che dorme perfettamente immobile ne fa di casino” disse, girandosi ad osservarmi, che nel frattempo mi ero appoggiato allo stipite della porta e lo osservavo, mi limito a sorridergli, senza aggiungere altro.

“Perché mi hai voluto vedere Armand?” domando di nuovo.

Con grazia si siede sul bordo del letto, appoggiando il peso sulle braccia snelle tenute leggermente all’indietro rispetto al busto.

Non mi risponde subito, probabilmente pensando a una risposta, mi scherma la sua mente e non posso udire i suoi veri pensieri, non accenno a muovermi e rimango fermo dalla porta a diversi metri da lui.

“Voglio che tu venga con me sull’isola” risponde semplicemente.

Chino il capo in avanti scuotendolo con i capelli biondi che mi sfiorano il viso “Non posso e non voglio” sussurro.

Sento distintamente un ringhio.

Armand non è cambiato nei corso degli anni: o ottiene ciò che vuole o te la fa pagare, non ha vie di mezzo.

“Perché no Lestat?” domanda cercando di dominare la rabbia che probabilmente è già ad un livello di guardia.

“Perché sai benissimo che due maschi dominanti non possono stare insieme nello stesso posto, finiremo con il massacrarci a vicenda” accenno un sorriso che per la prima volta nella serata non viene contraccambiato.

Armand si alza, nel suo gesto si nota tutta la sua irritazione e a grandi passi inizia ad aggirarsi per la mia camera da letto.

“E’ quasi l’alba, perché non ti fermi qua per il giorno?” azzardo, notando che la sua ira non si è ancora placata.

Senza rispondermi si ferma nel perfetto centro della stanza e mi fissa.

“E che facciamo?Dormiamo abbracciati nel letto?” chiede esagerando il suo sarcasmo.

Con una mano gli indico di guardare sotto il letto, dove perfettamente nascosta tengo sempre la mia bara, per casi di necessità.

Mi avvicino alla scrivania ingombra di libri e di appunti presi da me, alla ricerca del congegno che uso per chiudere automaticamente tutte le tapparelle dell’appartamento, sento Armand muoversi in giro per la stanza, fingendo attenzione per le cose che trova.

“Ovviamente non sei obbligato a rimanere per il giorno” gli dico mentre comincio a levarmi la camicia di dosso.

Armand rimane a fissarmi, per un momento mi sembra stupito, poi tutto sembra passargli e mi si avvicina.

“Come ignorare un tuo esplicito invito Lestat” sussurra, mentre si slega i lunghi capelli rossi.

Gli occhi gli luccicano sinistramente mentre mi sfilo la cintura.

“Allora sistemati pure, la bara sai dove si trova” lo liquido in fretta, uscendo dalla stanza.

Ho già detto che lui ha il potermi di mettermi a disagio? Forse si forse no, fatto sta che questa notte mi sento terribilmente a disagio, e per uno come me è un evento unico nemmeno raro.

Torno in camera alcuni minuti dopo, avverto la forza abbandonarmi, segno che l’alba è ormai prossima, ma posso ancora tranquillamente resistere, e trovo Armand sdraiato sul mio letto ancora vestito, solo senza scarpe.

“Hai cambiato idea e ora vuoi dividere il lettone con papà?” gli chiedo

sarcasticamente, studiandolo per capire se il suo umore è migliorato o no.

Lui sorride “Alla fine, è molto più comodo il tuo letto” la voce è pura malizia.

Sento qualcosa agitarsi dentro di me, in fondo non ho mai avuto molti dubbi, Armand mi attirava come una calamita, ma io mi rifiutavo di cedere al suo sex appeal.

Si sa noi vampiri siamo attratti dalla bellezza molto più delle altre creature che vivono sulla terra.

Come ipnotizzato, e forse un pochino lo ero, mi avvicino al letto e mi ci sdraio sopra, Armand sorride e anche il suo sorriso è pura malizia.

E’ vero sono uno dei più potenti vampiri esistenti sulla terra, ma Armand non era poi da meno e stava usando tutti i suoi poteri per soggiogarmi.

“Tu non vuoi venire sull’isola perché non vuoi lasciarti andare” dice all’improvviso Armand e la sua voce mi giunge in lontananza, come se si trovasse in un’altra stanza,invece è li sdraiato pigramente su un fianco e mi fissa amabilmente.

“Cosa diamine vuoi Armand?” la mia voce esce stizzita e leggermente isterica. Bene perfetto.

All’ipnosi di Armand si aggiunge l’avvicinarsi dell’alba, che mi indebolisce ulteriormente.

“Lo sai cosa voglio” mi sussurra, avvicinandosi al mio orecchio.

Una mano piccola, fanciullesca, inizia a percorrermi il petto e l’addome e la lingua calda del rosso mi sfiora il lobo dell’orecchio.

“Armand” sussurro, mentre una goccia di sangue si forma sulla mia tempia.

Un dito piccolo e durissimo al contatto mi si appoggia sulla bocca.


Poco dopo Armand mi è così vicino che mi trovo a scrutare i suoi occhi scuri.

Le labbra, altrettanto dure, come tutto il resto del suo corpo, si appoggiano all’improvviso sulle mie.

Avverto le sue zanne sfiorare la mia lingua e per un momento un brivido mi attraversa tutto il corpo.

Una sua mano si intreccia con la mia e la stringe convulsamente.

“Voglio te Lestat, ho sempre voluto te e insisterò fino a quando non ti avrò” mi sussurra mentre la sua bocca si avvicina pericolosamente, a zanne snudate, al mio collo esposto e privo di protezioni.

“Armand” sussurro nuovamente, proprio mentre lui affonda le sue zanne e si nutre del mio sangue.

“Armand” sussurro nuovamente.

E poi oblio del sonno innaturale.













SPOILER (click to view)
Oh era un pò che mi ronzava in testa di scrivere un qualcosa su Lestat e compagnia bella e finalmente mi sento realizzata *-*. Consiglio a tutti di leggere i libri di Anne Rice se si è fissati con i vampiri quanto me XD


Edited by *Shamandalie* - 31/3/2009, 09:35
 
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CAT_IMG Posted on 30/3/2009, 19:10
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...I drove for miles and miles...
........

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Okay. Mi piace -mi fanno sangue assieme-

Ma sorelluccia, cè qualche errore di battitura XD
 
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*Shamandalie*
CAT_IMG Posted on 30/3/2009, 19:18




Sisi me lo hai già detto, ma prova tu a scrivere con l'aspirapolvere attaccato e qualcuna, di cui non faccio nome, che mi interrompe mentre la rileggo >.>
 
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CryForTheMoon
CAT_IMG Posted on 30/3/2009, 19:24




oh ... anche io offro la mia gola inerme, Armand
mi ero così immedesimata nella storia, accidenti.

Mi pareva quasi di esserci e di essere presente, nella stessa stanza, con loro e di sentire la tensione che via via si è creata.

Wow, Sham devi scrivere più spesso e deliziarci... si, noi utentesse vogliamo essere deliziate^^

 
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*Shamandalie*
CAT_IMG Posted on 30/3/2009, 19:25




Anche io mi farei deliziare volentieri da Armand...e Lestat e forse anche da Luis se smettesse da fare il pirla >.>

Grashie mia adorata *-*, io scriverei più spesso se avessi più ispirazione >.>
 
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Biagio il Maialino
CAT_IMG Posted on 30/3/2009, 19:29




*-*
ammore *o* stupenda *o*

peròò non ho capito questo pezzo

CITAZIONE
Potrei passare ore a fissare la mia immagine di ventenne senza mai stancarmi, ma quella sera avevo un appuntamento e non volevo assolutamente mancare

ti sarai distratta coi tempi (:

Per il resto ripeto che è fantastica! *o*

Amooo XD ma Armand ha gli stessi capelli ed occhi miei XD
 
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*Shamandalie*
CAT_IMG Posted on 30/3/2009, 19:31




Umh sono passata al passato u.u

Correggerò, quando scrivo al presente immancabilmente mi impappino.
SPOILER (click to view)
I tuoi capelli sono rossi posticci XD



Grazie tesorina *-*


 
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Biagio il Maialino
CAT_IMG Posted on 30/3/2009, 19:38




XD rossi chi?? XD huahauhauahau
niente *-*

- AAAAAAAAAAAAAA LA SKIN VIOLETTA *P*-
 
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*Shamandalie*
CAT_IMG Posted on 30/3/2009, 19:51




Alè ora delira e spamma XD
 
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Biagio il Maialino
CAT_IMG Posted on 30/3/2009, 19:56




SPOILER (click to view)
non è affatto vero u.u io non deliro u.u e non spammo soprattutto u.u XD





Edited by *Shamandalie* - 31/3/2009, 09:36
 
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*Shamandalie*
CAT_IMG Posted on 31/3/2009, 08:13




SPOILER (click to view)
Nono tu non spammi, tu sei lo spam fatto a persona u.u




Corretti tutti gli errori riscontrati fino ad ora



Come sono forbita stamattina


Edited by *Shamandalie* - 31/3/2009, 09:36
 
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~ Denni
CAT_IMG Posted on 31/3/2009, 15:41




Io...

SPOILER (click to view)
E'BELLISSIMASHAMMINAERADATANTOCHENONLEGGEVOUNATUACREAZIONEFINALMENTEQUALCOSADINUOVOOOO!


Occhei, mi sono sfogata *fiuu*

Comunque bellissima, è inutile dire che scrivi bene, il fatto è che hai delineato il carattere di Lestat come nel libro, solo in modo diverso, di sicuro non mi sono annoiata leggendola!

Non vedo l'ora di leggerne un'altra *__*
 
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*Shamandalie*
CAT_IMG Posted on 31/3/2009, 15:45




-gongola- ne sto scrivendo un'altra per tua gioia -shalalala-
 
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~ Denni
CAT_IMG Posted on 31/3/2009, 15:46




E tu sai che io so che tu sapevi che io so che sapevo che tu sapevi che so che ne avresti scritta un'altra u.u
 
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*Shamandalie*
CAT_IMG Posted on 31/3/2009, 15:50




Ovvio u.u però avevo mezza idea di cambiare coppia sisi, chi suggerisci?
 
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26 replies since 30/3/2009, 18:20   173 views
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