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A Crazy Day ... and the night will be more, Capitolo 5/2

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CryForTheMoon
CAT_IMG Posted on 19/4/2009, 16:10




Continuano le avventure dei Bizarri sul loro crazy bus^^
Una parola per ringraziare Denni per l'unica battuta spiritosa del capitolo, senza di te come avrei fatto? :P



A Crazy Day ... and the night will be more





Crazy TourBus




5/2


Sto stracciando Kiro alla playstation. Oggi sono veramente senza pietà, non gli lascio scampo, nemmeno per un istante. Alla fine, il biondino si alza seccato e mi butta il gamepad addosso.
“...’fanculo, Yu!” grida esasperato “non ci gioco più con te!” Se ne va nella minuscola cucina a prendersi una merendina e un succo di frutta. Si siede sul tavolo e rimane lì, imbronciato a consolarsi sbocconcellando lo spuntino.
Luminor non ha sollevato gli occhi dal libro che sta leggendo nemmeno una volta, durante la nostra sfida, si è chiuso nel suo mondo e ci ignora totalmente.
Shin scende di corsa le scalette che portano al piano superiore e si fionda in bagno, lanciando un’occhiata distratta al salottino.
“Poi giochi con me? Ti sfido!” gli grido, mentre la porta si chiude sonoramente.
“Mi sa di no ...” scrollo le spalle. Scocciato, lascio i gamepad sul divanetto e vado anche io in cucina a prendermi una birra. La trovo in fondo al frigo, me la stappo contro il bordo del tavolo e ne bevo avidamente un sorso. Poi, visto che adoro essere dispettoso, afferro la mano di Kiro e mangio metà della sua merenda.
“Cazzo! No, ma porca ... ma perché?” strilla Kiro saltando giù dal tavolo. “Ma perché invece di rompere le palle a me, non vai a romperle al tuo fidanzato, eh?”
Ingoio il boccone e finisco la birra in un paio di sorsate.
“E’ un’idea!” rispondo ghignando e in due balzi sono ai piedi della scaletta.
Kiro torna a sedersi sul divanetto, imbronciato, raggiunto quasi subito da Shin che è uscito dal bagno.
“Perché gridavi?”
“Quello stronzo di Yu mi tratta male.” Piagnucola il biondino rifugiandosi tra le braccia dell’altro biondo e ricevendo un bacio sulla fronte.
“Adesso ci sono io, vedrai che non ti darà più fastidio.” Kiro si gira a guardarmi e mi fa una linguaccia. Non c’è che dire, l’unione fa la forza, ma non credo che quei due insieme abbiano la forza di contrastare il re degli scherzi.
Torno su, nella zona notte, sono curioso di vedere cosa fa Strify. Veramente, mi sembra di aver lasciato qualcosa in sospeso e questa potrebbe essere l’occasione buona per concludere. Il solo pensiero di sentirmi di nuovo addosso la sua bocca mi eccita.
Scosto leggermente la tenda e sbircio nella stanzetta.
Strify si guarda tranquillamente allo specchio, si pettina i capelli e si pavoneggia come al solito.
Certo che è veramente bello, quando mi guarda con quegli occhi azzurri sento il cuore perdere un battito e le gambe diventare molli come gelatina. Non so come ho fatto, oggi, a resistere alle sue moine, ad ogni modo, ora sono di nuovo qui e niente mi terrà lontano dalle sue labbra.
Mi avvicino senza fare rumore e lo abbraccio da dietro. Strify non fa una piega, non è minimamente sorpreso dalla mia presenza, mi guarda attraverso il riflesso nello specchio, ma non sorride nemmeno un po’.
“Ti sono mancato?” chiedo, la bocca sfiora la sua guancia.
“Tanto quanto il sale nel caffè ...” sbuffa, liberandosi dal mio abbraccio, posa il pettine nel beauty e si allontana.
“Ma ... non mi pareva la pensassi così, poco fa.” Lo seguo cercando di ottenere la sua attenzione.
“Vorrai dire un’ora fa!” si gira di colpo, gridandomi contro. “E comunque non ho bisogno di te.”
“Davvero? Da come ti strusciavi mi pareva l’esatto contrario ...” gli prendo la mano “e dai, Strify, ti chiedo scusa per prima, non potremmo metterci una pietra sopra?”
“Per favore, Yu, lasciami la mano.” Invece continuo a tenerla tra le mie, ignorando la sua richiesta.
“Piccolo, sei davvero arrabbiato con me?”
“Mi hai appena dimostrato quanto sono importante per te. Come dovrei sentirmi?” la sua voce è estremamente calma, mi fa un po’ paura questo suo atteggiamento, preferisco quando grida e si infuria, perché poi gli passa tutto.
“Hai ragione e ti ho già chiesto scusa.” Il suo sguardo duro mi ferisce più di uno schiaffo, gli lascio la mano e lo guardo voltarsi, scivolare oltre la tenda e scendere di sotto.
Bene, ho fatto un altro dei miei soliti casini. Lavorandoci sopra, con un po’ di pazienza, riuscirò a risolvere questo problema con Strify, intanto lo so che fa così solo perché vuol farsi desiderare più del dovuto. Mi appoggio alla sua cuccetta, Siro mi guarda con la sua faccetta sciocca, posata sul lenzuolo c’è la maglietta che lui indossava alla partenza: ha una macchia umida e appiccicosa sul bordo, come se qualcuno ci si fosse pulito. Mi pare strano che l’abbia lasciata in bella mostra sul letto, di solito lava subito le cose sporche, è una delle sue manie. Poi capisco. So esattamente cos’è la macchia bianca e non ho bisogno di alcun strumento scientifico in stile C.S.I. per averne la conferma. Mi è bastato il suo atteggiamento, adesso capisco perché è arrabbiato con me, ha dovuto fare tutto da solo, mentre io perdevo tempo al piano di sotto. Annoto mentalmente il fatto, è una cosa che mi dovrò far perdonare il più presto possibile.
Ritorno dagli altri nella zona giorno, ognuno di loro se ne sta per fatti suoi, cercando di fare passare alla meglio il tempo. Luminor prende appunti mentre legge uno dei suoi nuovi libri, Shin guarda un anime e Kiro ascolta musica con l’I-pod, probabilmente le onnipresenti Ta.Tu. Cerco con lo sguardo l’unica persona che mi interessa veramente e lo trovo seduto accanto al finestrino, sta sistemando il fiore che ho comprato il giorno prima. Incastra il vasetto nel portabottiglie in modo che non si muova e non cada quando l’autobus è in movimento, poi si volta a guardare fuori dal finestrino. Il paesaggio di campagna scorre veloce, alberi si susseguono rapidi a campi coltivati, a rigagnoli d’acqua e di nuovo ad altri alberi. Il suo bel viso si riflette nel vetro, chiude gli occhi e si appoggia allo schienale della poltroncina, il respiro si fa lento e regolare, si è addormentato.
Rimango qualche secondo ancora a contemplare la sua figura, poi mi faccio forza e vado a sedermi vicino a Shin.
“Cosa stai guardando?” chiedo, rubando una manciata di patatine dal suo piatto.
“Parasite Dolls” risponde con la bocca piena.
“Non mi pare di averlo mai visto.” Mi riempio la bocca di patatine anche io e mi sistemo più comodamente sul divanetto, spingendo Kiro contro l’altro biondo. Come avevo immaginato non si lamenta nemmeno un po’, anzi si accoccola meglio contro il fianco di Shin e continua a sentire la musica.
Dopo quasi un’ora, in cui sono rimasto bravo bravo a guardare il film, l’autobus si ferma in una stazione di servizio, finalmente possiamo uscire a sgranchirci le gambe, a respirare un po’ d’aria e a bere un caffè decente. Mi avvicino a Strify e gli accarezzo dolcemente i capelli, sussurrandogli che usciamo per andare al bar, ma lui non apre nemmeno gli occhi, si rannicchia di più sulla poltroncina, borbottando di lasciarlo dormire.
Scendo dal bus, dietro a Luminor che, per l’occasione, ha lasciato il libro sul tavolino, e ci avviamo verso la caffetteria. Kiro e Shin sono già abbarbicati al bancone e ridacchiano con la commessa ordinando sandwich e bibite. Lumi ed io ci sediamo accanto, sugli alti sgabelli, e ordiniamo le stesse cose mentre il nostro autista si fa riempire il thermos di caffè bollente.
Mangiamo e ridiamo in continuazione con la ragazza del bar, anche perché al momento siamo gli unici clienti, ci chiede gli autografi e ci fotografa con il cellulare, poi si viene a sedere accanto a me e chiede a Lumi di fotografarci insieme. E’ molto carina, alta e slanciata, lunghi capelli rossi legati in una coda bassa, un fisico strepitoso a giudicare da come è strizzata nella divisa da barista, in più ha un profumo molto buono anche se si mescola con l’odore del caffè e dei toast.
Luminor le restituisce il cellulare e Annie, ho anche già scoperto il suo nome, ci ringrazia tutti quanti, specialmente il sottoscritto. Infatti, sento la sua mano insinuarsi sotto la maglietta e accarezzarmi la schiena, disegna piccoli cerchi con la punta delle dita e il suo tocco leggero mi da i brividi.
“Devo andare in bagno ...” mi giro verso di lei che mi indica la toilette in fondo al locale.
Lascio i miei compagni ancora seduti al bancone che finiscono di mangiare e bere ed entro nello stretto locale piastrellato con delle orribili mattonelle rosse.
Non passa nemmeno un minuto che la porta si apre e richiude velocemente, Annie la blocca con la sedia, questo vuol dire che ha delle intenzioni serie nei miei confronti e che il mio fascino funziona sempre alla grande. Mi piacerebbe prendere l’iniziativa, ma lei è una furia, mi sbatte contro il muro e senza tanti complimenti, mi bacia, togliendomi il fiato. Ho le sue mani dappertutto, sul viso, sul petto, tra le gambe e pure la sua bocca sta vagando, prima sulla mia per poi scendere sul lato del collo. Riesco a prenderle le mani e tenendola per i polsi rotoliamo un paio di volte lungo il muro finendo a ridosso del lavandino, la cappa azzurra che indossa è già sbottonata e aperta, il seno prorompente è fasciato da uno stuzzicante reggipetto a balconcino color fragola. All’improvviso quel colore mi fa tornare in mente Strify e quella volta che mangiava fragole a casa, seduto sul tavolo della cucina, le mordeva dolcemente su un lato, affondando i denti bianchi e perfetti nella polpa succosa.
- Cosa ci faccio qui, con questa sconosciuta, in un bagno pubblico? - Il ricordo di Strify entra prepotentemente nella mia testa, non riesco e non voglio scacciarlo, mi aggrappo all’immagine di lui con tutte le mie forze e scosto la ragazza che sta armeggiando con la cintura dei miei pantaloni.
“Scusami” bisbiglio, mentre allontano le sue mani “scusami, ma non posso.”
Lei mi guarda stupita e anche un po’ contrariata.
“Mi pareva che ti piacesse ...” insiste Annie, cercando di liberare i polsi dalla mia stretta.
“Hai ragione ma ... sarebbe un grosso sbaglio e poi, non voglio mancarti di rispetto.” Cerco in qualche modo di giustificarmi senza offenderla ulteriormente.
“Ma che dici? Mancami pure di rispetto!” inizia a ridacchiare divertita e di nuovo allunga la mano verso la cintura.
Mi sposto quel tanto che basta per non farmi toccare e guardo fuori dalla finestra del bagno che da sul posteggio. Il Tourbus non è più dove l’avevo lasciato.
“Merda!” grido e Annie si scosta spaventata, addossandosi alla parete piastrellata.
“Merda, merda, merda!” picchio con la mano sul vetro e poi corro fuori.
Non c’è più, quel cazzo di bus non c’è proprio più.
Sono partiti senza di me.
“Cazzo!” cammino avanti e indietro lungo il posteggio che prima occupava il bus. Ho le lacrime agli occhi dalla rabbia, e un po’, anche per la paura. Sono solo, in un posto sconosciuto, possibile che nessuno di loro si sia accorto che non sono risalito sull’autobus.
Il primo giorno e già mi hanno perso.
Mi asciugo gli occhi con il dorso della mano, sporcandomi il viso di matita nera disciolta dalle lacrime.
“Se ne sono andati senza te?” Annie si ferma vicino a me e mi prende la mano, per consolarmi.
“Si.” Prendo il cellulare che ho in tasca, che dovrei avere in tasca ... l’ho lasciato sul letto.
Ora sono davvero solo, disperso non so dove, senza poter parlare con i miei amici.
“Non ti disperare, Yu, il mio turno è quasi finito. Se vuoi ti porto in macchina ...” mi accarezza il braccio dolcemente, ma la mia attenzione è attirata dal tir fermo al distributore.
“Grazie Annie, ma vado a vedere se quel tizio è disposto a darmi un passaggio. Magari riesco a raggiungerli.” Le schiocco un bacio sulla guancia e mi precipito dall’autista che sta pagando l’inserviente della stazione di servizio.
In poche parole gli spiego la situazione, l’uomo mi squadra da capo a piedi e si fa una bella risata, dopodiché mi invita a salire in cabina. Mi arrampico fino al sedile e finalmente partiamo all’inseguimento. Dopo mezz’ora, vedo il tourbus che viaggia tranquillo sulla corsia di marcia normale, lo indico al camionista che inizia il sorpasso lampeggiando ripetutamente.
Apro il mio finestrino e comincio a sbracciarmi quando affianchiamo il bus, l’autista mi vede e dopo poco ci fermiamo in una piazzola.
Per fortuna, tutto è finito bene. Risalgo sul tourbus e guardo i miei compagni di viaggio, potessi li prenderei tutti a schiaffi, mi hanno dimenticato e in più stanno ghignando come matti, specialmente Kiro e Shin. Invece mi avvicino a loro due, li abbraccio e li bacio.
“Non lasciatemi più da solo.” Bisbiglio alle loro orecchie e mi lascio andare in un pianto liberatorio.
Luminor si avvicina e mi porge un fazzolettino di carta, mi accarezza la testa “Che ti serva da lezione, Yu.”
Mi asciugo gli occhi, ormai non ho più un filo di trucco, e mi soffio il naso.
Strify è seduto sulla sua poltroncina accanto al finestrino e mi guarda, non l’ho mai visto così contrariato, offeso e arrabbiato. Mi lancia un’ultima occhiata, poi si alza e sale di sopra.
Lo seguo immediatamente, devo chiarire subito questa cosa, prima che tutta la faccenda diventi irreparabile.
“Almeno ti sei divertito?” il tono della voce di Strify è tagliente come la lama di un rasoio.
“Allora?” incalza, mentre rimango in piedi a ridosso della tenda.
“Ti prego, non essere arrabbiato. Non ho fatto niente e no, non mi sono divertito.” Mormoro con un filo di voce.
“Mi hanno detto che era una bella ragazza.” Continua lui, inclemente.
“Si, lo era ma ... tu sei l’unico che amo.”
“Hai uno strano modo di dimostrarlo.” Sibila, lanciandomi contro un manga che era sul tavolino.
“Strify ... non l’ho toccata. l’unico pensiero che avevo in testa eri tu.”
“Io? Già, il povero scemo che aspetta sempre i tuoi comodi!”
“Hai ragione, mi sono comportato male, ma ti giuro che non accadrà mai più. Dammi una possibilità, Strify. Non ti deluderò.” E sono sincero mentre scandisco le ultime parole.
Mi avvicino a lui, che continua a guardarmi con quegli occhi taglienti, il corpo fremente di rabbia. Se mi colpisse ora, avrebbe tutte le ragioni di questo mondo, invece lascia che gli prenda il viso tra le mani e che lo accarezzi dolcemente.
“Ti amo” mi chino sulle sue labbra per baciarlo, ma lui si scosta rifiutando la mia bocca.
“Vuoi un mio bacio?” chiede “allora dovrai guadagnartelo.”
Si allontana senza nemmeno aspettare la mia risposta che è solo una: sono disposto a tutto pur di avere il tuo amore.

Edited by CryForTheMoon - 19/4/2009, 19:05
 
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~ Denni
CAT_IMG Posted on 19/4/2009, 17:49




CITAZIONE
Mi è bastato il suo atteggiamento, adesso capisco perché è arrabbiato con me, ha dovuto fare tutto da solo

SeeeeH, che ingenuo che è Yu XD
Da solo, pfui!XD

CITAZIONE
“Ma che dici? Mancami pure di rispetto!”

Sì sì, Yu, anche a me!XD

CITAZIONE
Il primo giorno e già mi hanno perso.

Ma avevamo dubbi?XD

In quanto alla battuta, tienitela pure, non serve che mi paghi la SIAE XD

E io aspetto il prossimo, aspetto, aspetto, e aspetto...XD
 
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Kris-92
CAT_IMG Posted on 11/5/2009, 18:55




Mi sono accorta solo ora che c'era il seguito!! xD Che cieca!!! Bella come sempre!!!! Aspetto il seguito!! :D
 
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2 replies since 19/4/2009, 16:10   135 views
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