Ebbene si, oggi pomeriggio non avevo niente da fare
perciò ... beccatevi questa
Ice on the stick
L’estate era scoppiata improvvisamente, un caldo afoso soffocava gli unici due abitanti rimasti nell’appartamento. Shin boccheggiava, scomodamente seduto sulla poltrona del soggiorno, le belle gambe nude accavallate al bracciolo, indossava una maglietta striminzita che metteva in bella mostra il ventre piatto e dei pantaloncini cortissimi. Era intento a leggere un manga che teneva sulle ginocchia e intanto succhiava una matita, cercando di muoversi il meno possibile.
Yu si era, invece, buttato sul divano e continuava a lamentarsi per il caldo, nonostante il ventilatore continuasse a soffiargli aria, purtroppo tiepida, sul corpo. Si era tolto la canottiera zuppa di sudore e l’aveva gettata a terra in malo modo, addosso teneva solo i boxer e anche quelli gli davano un fastidio tremendo. In più continuavano a vorticargli in testa pensieri poco casti, colpa della torrida giornata, dei corpi seminudi che vedeva in continuazione in televisione e del suo compagno di sventura. Non aveva mai pensato a Shin in quel senso, lo aveva sempre e solo considerato il batterista del gruppo, l’amico perfetto per le scorribande notturne nei locali, l’esca adatta per attirare torme di ragazzine. Ma ora, non riusciva a fare a meno di guardarlo come se fosse la sua prossima preda, non riusciva a distaccare gli occhi da quel corpo snello e sodo, immaginando le gambe forti e affusolate che gli stringevano i fianchi, le braccia che gli cingevano il collo attirandolo sempre più vicino a quella bocca deliziosa.
Yu scosse la testa e si passò la mano sugli occhi, cercando di scacciare il sogno erotico che aveva appena fatto ma lo sguardo si posò di nuovo su Shin, ignaro di quanto stava accadendo al chitarrista. Il ragazzo stava leggendo tranquillamente il suo manga e contemporaneamente succhiava una matita, e la succhiava nel senso letterale del termine, portandola dentro e fuori la bocca, le labbra che sporgevano leggermente a seguire il movimento ritmico.
Era un movimento ipnotico, Yu si ritrovò con la gola asciutta, non una goccia di saliva alleviava la secchezza della sua bocca.
“Ma che cazzo stai facendo, Shin?” gridò, mettendosi a sedere sul divano.
Il biondino sussultò dallo spavento e sollevò il viso, la matita in bocca, per guardare il suo interlocutore. Si sfilò la matita dalle labbra, lo sguardo perplesso e allo stesso tempo preoccupato.
“Co ... cosa succede?”
“Ma cosa sei un bambino? Smettila di succhiare quella matita!” Yu rabbrividì, al solo pronunciare la parola ‘succhiare’, era messo male, proprio male se solo una parola gli faceva provare certe sensazioni.
Shin rimase qualche secondo a guardare il suo amico, cercando di capire se era stato veramente sgridato o se era tutto frutto della sua immaginazione. Yu abbassò la testa, tenendola tra le mani, e rimase silenzioso sul divano. “
Bene tutto finito”, pensò Shin, e ricominciò a leggere il suo fumetto, riponendo però la matita tra le pagine, in modo da non dare adito ad altre discussioni.
Dopo quasi dieci minuti di assoluto silenzio, rotto solamente dal ronzio del ventilatore, Shin posò il suo amato giornaletto sul tavolino e si alzò stiracchiandosi, lanciando ogni tanto un’occhiata furtiva a Yu, che continuava a nascondersi il viso tra le mani.
“Io mi prendo un ghiacciolo. Lo vuoi anche tu o preferisci qualcosa da bere?” chiese il biondino, dirigendosi verso la cucina.
“Una birra ghiacciata.” Rantolò Yu alzandosi dal divano e, trascinando i piedi scalzi, si avvicinò alla porta aperta del frigorifero.
“Mmmm ... fresco ...” mormorò con un filo di voce mentre Shin gli passava la bottiglietta di birra.
“Sei strano oggi.” Il biondino iniziò a stracciare la carta del ghiacciolo alla fragola, il gusto preferito di Strify. “Qualcosa non va? A parte il caldo, ovviamente.”
Yu si fece rotolare il vetro ghiacciato sulla fronte prima di rispondere un distratto “Niente”.
Stappò la birra e ne bevve avidamente un sorso, abbassò la bottiglia giusto nel momento in cui Shin si metteva quasi del tutto in bocca il ghiacciolo, per poi farlo uscire lentamente. Rimase a fissarlo, di nuovo ipnotizzato da quel movimento così dannatamente erotico. Il ghiacciolo entrava e usciva da quelle labbra così sensuali, lasciando ai lati una lieve sbavatura rosa. Una minuscola goccia scivolò dalla bocca di Shin e rotolò sul mento per poi cadere sul ventre scoperto.
Yu ne seguì la traiettoria con gli occhi, incapace di resistere allo spettacolo della minuscola gocciolina che si spiaccicava sulla pelle serica e rimaneva lì, in attesa che qualcuno la asciugasse.
“
Con la lingua” pensò Yu, “
la asciugherei con la lingua”. Iniziò di nuovo a sudare, non riusciva a scacciare quel pensiero, anzi si andava ad accumulare con tutti gli altri e lo fecero grondare ancora più di prima. Distolse a forza lo sguardo dalla goccia e guardò direttamente in faccia Shin, vide la sua lingua leccare avida la punta del ghiacciolo prima di risucchiarlo interamente nella bocca.
Yu si sentì di nuovo la gola arida, finì di bere la birra e posò la bottiglia sul tavolo, sul quale si era, nel frattempo, seduto Shin con il suo ghiacciolo alla fragola.
“Perché mi fissi in quel modo?” chiese il biondino innocentemente, continuando a lavorare con la lingua sulla punta del sorbetto.
Yu sentiva lo stomaco contorcersi in uno spasimo, ogniqualvolta la lingua di Shin saettava sul ghiacciolo e, inconsciamente, si leccò le labbra incapace di distogliere lo sguardo da un tale spettacolo.
Non ricevendo risposta, Shin smise di succhiare e fece per estrarre il ghiacciolo, ma Yu si avvicinò di più al tavolo e gli sussurrò “Continua a ... succhiarlo, per favore”.
Il biondino rimase perplesso per quell’ordine detto con quel tono di voce così roco, per lo sguardo di Yu fisso sulla sua bocca e per le sue dita che accarezzavano la pelle bagnata dalla goccia di fragola. Invece di sputare il ghiacciolo, seguì l’improvvisa eccitazione che gli aveva scatenato il comportamento di Yu, sentì il cuore accelerare i battiti e le guance diventargli bollenti. Leccò ancora più avidamente il ghiacciolo, fissando lo sguardo negli occhi grigi di Yu, in modo da non perdere nemmeno per un attimo la sua attenzione. Questi si avvicinò ancora di più, gli aprì le gambe e si posizionò nel mezzo, in modo da vedere ancora meglio quelle labbra magnifiche e lo accarezzò leggermente sui fianchi, strappandogli un gemito.
“Shin ... fallo ancora.” Mormorò Yu, passandosi la lingua sulle labbra.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e continuò a succhiare il ghiacciolo, lasciandosi sfuggire mugolii di piacere dalle labbra socchiuse, aprì ancora di più le gambe e Yu gli si premette contro, afferrandogli le natiche in modo da non poter sfuggire al suo contatto.
“Non so cosa mi abbia preso, oggi” gli sussurrò Yu nell’orecchio.
Quella frase, la voce roca, il fiato caldo che lo faceva rabbrividire mandarono in frantumi il poco controllo che Shin era riuscito a mantenere fino a quel momento, iniziò a muoversi e a strusciarsi contro il bacino del moro con un movimento sensuale.
All’improvviso Yu gli afferrò la mano e gli sfilò a forza il ghiacciolo dalla bocca facendolo cadere sul tavolo. Le sue labbra ne presero il posto, assaporando il gusto di fragola e la frescura che il sorbetto vi aveva lasciato, intrecciò la lingua con quella di Shin, lasciandosi andare in un bacio appassionato. I gemiti di Shin si fecero sempre più alti, crescevano d’intensità con l’aumentare delle spinte tra le sue gambe e lo stesso Yu non riusciva a trattenersi dall’ansimare pesantemente, finchè non sentì la mano del biondo insinuarsi nei boxer ed afferrare saldamente la sua erezione.
Yu staccò di colpo le labbra da quelle di Shin, boccheggiando per la sorpresa, e si tenne forte ai fianchi snelli del biondino. Le gambe gli erano diventate improvvisamente molli e aveva assolutamente bisogno di un sostegno. La mano di Shin si muoveva velocemente, gli occhi puntati in quelli del compagno alla ricerca di ogni singolo indizio che gli potesse far capire a che punto era giunto.
“Dimmi a cosa pensavi, prima” chiese inaspettatamente Shin con la bocca vicina a quella di Yu.
Nessuna risposta, se non un gemito un po’ troppo acuto.
“Avanti, dimmelo” insistette il biondino, sporgendo la lingua in modo voluttuoso, in modo da potergli leccare le labbra. Yu aprì istintivamente la bocca cercando di unirsi a quella del biondino, ma questi si ritrasse per poi riavvicinarsi e continuare a giocare con la lingua sulle sue labbra.
“Allora?” Shin si divertiva in questo suo giochetto, vedeva chiaramente che Yu desiderava da impazzire catturare quella sua linguetta dispettosa.
“Baciami, Shin ... ti prego” ansimò Yu, disperato.
“Voglio sapere cosa pensavi, quando eravamo di là.” E strinse ancor più saldamente la mano attorno al membro eretto di Yu che si lasciò sfuggire un gemito. Shin fermò il massaggio, stuzzicando la punta col dito, un leggero sorriso malizioso gli illuminò il viso arrossato.
“Cazzo ...” boccheggiò il moro, ormai il suo cervello non era più coerente, se mai lo fosse stato.
“Pensavo a te, in ginocchio ... che me lo succhiavi.”
Shin scese dal tavolo e lo spinse a terra, sul pavimento fresco, si inginocchiò tra le sue gambe e lo prese nella sua calda bocca. Yu si sollevò sui gomiti ad osservare quello che aveva tanto immaginato, un brivido lo percorse alla vista della testa bionda che affondava ritmicamente tra le sue gambe. Shin sollevò il viso per guardare l’espressione che si era disegnata sul volto del suo compagno, sorrise impertinente e continuò a guardarlo mentre leccava la punta e poi si tuffava a prenderlo in bocca per tutta la lunghezza, emettendo un gorgoglio di piacere.
“Sfacciato ...” mormorò Yu in un singulto allungando la mano e intrecciando le dita alla chioma bionda, schiacciandola contro il proprio inguine. Quella bocca lo stava facendo letteralmente impazzire di piacere e quegli occhi che lo avevano fissato per tutto il tempo, lo avevano sconvolto.
Si alzò a sedere, tenendo sempre la testa di Shin con la mano, sentiva la sua lingua muoversi veloce e leggera, arrotolarsi sulla punta e scorrere infaticabile fino alla base.
“Sto per venire ...” bisbigliò Yu, muovendo il bacino, mentre Shin succhiava con ancora più foga.
“Shin ...” la voce di Yu tremava, mentre veniva nella bocca del biondino, rimase senza fiato e senza forze. Si abbandonò sul pavimento duro, godendosi gli ultimi spasimi di piacere che gli donava la lingua voluttuosa di Shin.
Questi si sollevò sulle ginocchia, guardò per qualche istante il suo improvvisato compagno di giochi, poi si tolse la minuscola maglietta e si pulì il viso sotto lo sguardo trasognato del moro.
“... ora tocca a te.”
