Ehm...Ciao xDD
~ It Won't Be Soon Before Long
«The curtain’s closed…no way home…the nectar of life run…ecco, lo sapevo che mi facevi sbagliare!» esclamai con un tono capriccioso. Yu scoppiò a ridere, asciugando il vapore sullo specchio con un asciugamano. «Dai, quella canzone ormai la sai a memoria! Prenditi un po’ di tempo per te…anzi, direttamente, per noi!» sorrise, strofinandomi la testa con il canovaccio.
Anche se sapeva che odiavo essere spettinato, lo faceva sempre, e io non riuscivo ad arrabbiarmi con lui. Lo guardai cercare il dentifricio tra gli spazzolini di Kiro, Lumi e me e pregavo in silenzio che non decidesse di rivestirsi più. O almeno, non quella mattina.
La tentazione era appena oltre la distanza tra noi due, mi sarebbe bastato allungare un braccio per togliergli l’asciugamano che gli copriva i fianchi. Mi morsi la lingua e rimasi fermo e immobile.
«Cosa facciamo oggi?» domandò poi, spalmando una generosa dose di dentifricio sullo spazzolino.
«Intendi dopo l’intervista da Viva?» chiesi, rispondendo ad una domanda con una domanda, cosa che non si dovrebbe fare. «Sì, dopo. Potremmo andare in qualche locale, no?»
Io mi imbronciai, geloso all’ennesima potenza. «Certo, così sarai circondato da tante belle ragazze» sbuffai come un bimbo. Lui mi scompigliò i capelli e rise, baciandomi la fronte.
«Finché ci sei tu, non avrò occhi che per te» si addolcì. Io alzai un sopracciglio, perplesso.
«Ho esagerato?» chiese. «Un po’, troppo zucchero» risposi e uscii dal bagno.
Shin mi salutò, era venuto presto quella mattina per portare gli ultimi scatoloni.
«Aaah, l’odore della mia nuova casa!» esclamò, aprendo le braccia a mo’ di angelo.
«Sa di…eye-liner e capelli bruciati dalla piastra» aggiunse, storcendo il naso. Io risi, baciandolo e tornando alla mia colazione, che mi stava aspettando già pronta da dieci minuti.
«Allora, credo che siamo giunti alla fine o sbaglio?» l’intervistatrice ci fece un sorriso mille denti, entusiasta. La diretta non finiva più, eravamo distrutti e quella donna era una seccatrice di prima riga. Sembrava che avesse deciso lei le domande, le ripeteva con tale enfasi e pathos che sembrava recitasse un poema epico. Ovviamente ero io quello che parlava di più, gli altri non spiccicavano parola se non in rare occasioni. I motivi erano due: uno perché ero il ‘rappresentante’ della band e due…beh, perché ero vanitoso, che diamine!
Ad un certo punto la donna decise di concludere con una domanda imbarazzante.
«Allora, siete innamorati?» chiese, con un sorriso tirato, come se avesse voluto distendere bene il rossetto. Luminor si fece avanti per primo per smorzare la tensione che si era creata, rispondendo con un secco ‘Non sono interessato al momento’. Kiro e Shin negarono, sebbene per casa potevamo trovarli in atteggiamenti intimi, ma l’amore era una cosa, l’attrazione un’altra. Quando arrivò il turno di me e Yu, esclamammo all’unisono un convinto ‘Sì’, lasciando la presentatrice di stucco.
«Wow, non me lo aspettavo. E chi sono le fortunate?» domandò poi. Le fortunate?
Avevamo dimenticato per un attimo che una risposta affermativa doveva avere anche un seguito.
E quel seguito si riferiva a due ragazze, e non ad un cantante e un chitarrista.
Yu, con tono pacato e calmo, spezzò la curiosità dell’intervistatrice.
«Non ci sembra opportuno rivelare il loro nome, invaderebbero la loro privacy» mentì.
In quel momento il mio cuore si fermò. Quanto era bello in quell’istante, mi venne voglia di baciarlo. Il modo in cui aveva risposto e mi aveva guardato. Assolutamente perfetto.
«Beh, allora qui è finita. Grazie mille per la vostra visita» si alzò con noi e ci strinse la mano.
Mentre venivamo scortati dietro le quinte, Yu mi prese la mano, che in quel momento risultava bollente. «Sei andato nel pallone?» ghignò soddisfatto per avermi preso in contropiede.
Recitai la mia parte migliore da Diva, guardandolo con sufficienza. «Ero solo stanco per la lunga intervista, non illuderti». Scoppiammo a ridere nello stesso istante, ci conoscevamo troppo bene per sparare certe cazzate.
Quella sera, invece di andare in discoteca, optammo per un posto più tranquillo, in quel caso, il bowling vicino a casa nostra. Era il mio turno, ma non avevo proprio la forza di tirare quella palla fino alla fine della pista. «Ce la puoi fare, piccolo» mi incoraggiò Yu, spettinandomi.
«Io lo so che ce la posso fare» ribattei. Non potevo farci niente, dovevo obbligatoriamente comportarmi da Diva. Ma a lui piacevo così, quindi non avevo affatto problemi.
Con uno slancio, lanciai la sfera con tutta la forza possibile, facendo strike.
«Ma chi sono!!» esclamai, alzando le braccia in aria come un vincitore alle olimpiadi.
Yu cominciò a ridere, cingendomi per i fianchi. «Ehi, proprio qui devi fare il romantico?» sibilai, distaccandomi un pochettino. Sembrava che mi vergognassi a farmi vedere da lui. «Hai qualche problema?» replicò. Io diedi un’occhiata in giro, e poi lo baciai. Non c’era molta gente, e quei quattro gatti non ci avrebbero riconosciuto. Lui ricambiò il bacio, alternandolo a dei morsetti.
Stavamo superando un po’ il limite. «Ehm ehm» tossì Kiro, bussandoci sulla spalla.
«Che vuoi nanetto?» rispose il moro. «Potete darvi un contegno? Siete disgustosi» ci mostrò la lingua. Io alzai gli occhi al cielo, ghignando. «Sei solo geloso perché tu e Shin non siete più la coppia più calda dell’appartamento» ribattei, con un espressione soddisfatta che si stava lentamente dipingendo sul viso. «Oh, ma noi lo siamo ancora, se solo ti dicessi cosa abbiamo fatto ier…»
Shin gli tappò la bocca con la mano e lo tolse dalla nostra vista. «Non ascoltatelo!» gridò, e noi cominciammo a ridere come matti. Yu mi strinse la mano e mi accompagnò alla cassa per cambiare le scarpe e pagare. Uscimmo, godendoci l’aria fresca della brezza settembrina. Lui fece per tirare fuori una sigaretta, ma io lo fermai. «Per favore, no» mormorai.
«Ti prego, una, ne ho bisogno…non fumo da stamattina» sbuffò. Sembrava un drogato, e in effetti tutti i fumatori un po’ lo erano. «Fallo per me» misi il broncio.
Quando lo facevo, lui non sapeva resistermi. Non ce la faceva proprio, era in mio potere, come il gatto che giocava con il topo. La mise via e camminammo lungo la via poco illuminata.
«Come credi che andrà avanti la nostra relazione?» domandai ad un certo punto.
Lui si bloccò un attimo, come se gli avessi sparato. «Hai dei dubbi?»
«No, no, no! Certo che no!» esclamai, incredibilmente imbarazzato. «Non intendevo che…era giusto per…in fondo non…più che altro intendevo…cioè…»
Lui mi zittì, poggiando un dito sulle mie labbra. «Ehi, non essere nervoso, tranquillo» sorrise.
«Sapevo che cosa intendevi. Non ti preoccupare»
Io tirai un sospiro di sollievo, incredibilmente teso. «Vuoi sapere la verità?» domandò poi.
Annuii, incapace di fare altro.
«Io credo che durerà, perché noi ci amiamo. E credo anche che sarà fantastico»
Prendendolo alla sprovvista, lo baciai avidamente, per assaporare il più possibile il gusto della sua lingua insieme alla mia, le sue labbra dolci e morbide.
«Ti credo» dissi poi ad un Yu ancora stupito. «Anche io mi credo»
Era perfetto. L’idillio non sarebbe finito presto.
[For some strange reason
You done pleasin' me like it's ok]
