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I'm not your Toyz, Capitolo 2

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CAT_IMG Posted on 15/6/2009, 15:22

...Would you dance?
.......

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Finalmente, dopo mesi di attesa... ecco il secondo capitolo della mia saga!!
Buona lettura!

Titolo: I’m not your Toyz
Autrice: _$trange Girrrl_
Pairing: Strify, Viktoria
Rating: Het, R, Language, OFC/OMC, YAOI, Slash.
Disclaimers: Tutti i personaggi realmente esistenti non sono di mia proprietà. I personaggi e le storie originali sono di proprietà dell'autore. L'autore non ha assolutamente alcun'associazione con i proprietari, autori, produttori o creatori di qualsiasi materiale a cui questa storia è ispirata. Non è intesa alcuna violazione di copyright. Questa storia viene qui pubblicata senza fini di lucro.
Note: e qua arrivano le sconcerie!!

Capitolo 2
Dopo alcune ore di assidue ricerche, ho finalmente trovato qualcosa che potrebbe fare al caso mio:
‘Cercasi persona adatta (preferibilmente di sesso femminile) a svolgere numerose mansioni di tipo domestico e casalingo.
Per maggiori informazioni, contattare il numero di telefono sotto riportato’.

Chiamo, stringendo la cornetta del telefono così forte che le mie nocche diventano bianche.
“Pronto?”.
Una voce profonda, maschile.
“Salve… mi chiamo Viktoria Schmidt, chiamo per quell’offerta di lavoro…”
“Oh, buongiorno. Per ragioni particolari, il colloquio d’assunzione si terrà qui al telefono. Accetta questa condizione?”
“Mmm… sì, d’accordo.”
“Molto bene, allora passiamo al test d’idoneità: vive in una casa propria che è in grado di gestire autonomamente?”
“Bè, direi di sì.”
“Come definirebbe le sue abilità culinarie?”
“Abbastanza buone, credo. So cucinare diverse cose.”
“Al momento è single o impegnata?”.
Sospiro.
“Single…”
“Perfetto. Ora, per concludere, ci fornisca alcuni dettagli fisici, come… la sua altezza, il suo peso, il colore dei capelli e degli occhi.”
“Eh?? Ma… è sicuro che sia proprio necessario?”
“Sono esigenze della direzione, signorina. Se ci nega le sue riposte, non potremo darle la conferma.”
Sono paranoica io, o mi è sembrato di sentire delle risate, in sottofondo??
“Va bene, dunque… sono alta un metro e settantacinque, peso all’incirca sessanta chili, ho i capelli castano chiaro ricci e lunghi fin sotto le spalle e gli occhi verdi. Serve altro?”
“No, può bastare. Ora, resti in linea mentre inoltriamo i dettagli a chi di dovere”.
Vengo messa in attesa con una strana canzone…

Call it strange
this is the way we are
for beyond your dreams

break your chains
open your mind for more
see what it's like to be
the way we are
the way we are


Dopo alcuni minuti, la voce profonda si fa di nuovo sentire.
“Congratulazioni signorina, il posto è suo! Il primo turno è per domani, si rechi alle ore quattordici in via…”.
Mi viene comunicato l’indirizzo, che segno su un post-it. Ringrazio e riattacco.
Mia madre si sbagliava, trovare un lavoro è stato sorprendentemente facile!

* * *


“L’abbiamo trovata, l’abbiamo trovata!!”.
Cantilena Kiro, raggiungendomi nel salotto del mio appartamento insieme a Yu.
“Dite sul serio?!”.
Non posso impedirmi di esclamare, scattando in piedi.
Luminor, dal divano sul quale è seduto, scuote la testa.
“Io continuo a pensare che sia una pessima idea.”
“Ma dài Lumi, non siamo certo i primi a fare cose del genere!”
“Certo che no, ma resta il fatto che voi volete approfittare di una ragazza che nemmeno conoscete, volete giocare coi suoi sentimenti e se lo fate per davvero finirete per farvi male, credetemi!”
“Oh… e Bill Kaulitz allora?”
“Bill Kaulitz è libero di fare quello che vuole, ma è di te che mi preoccupo Strify! So perfettamente come andrà a finire questa storia!”.
Abbasso gli occhi, imbarazzato e conscio del fatto che, in fondo, ha pienamente ragione.
“Senti, non sei mia madre, non mi va che mi fai il terzo grado! Sono un uomo e sono libero di prendere le mie decisioni da solo!”.
Lui alza le spalle e torna al suo libro, mentre io mi allontano, chiudendomi in bagno.
In realtà un po’ di sensi di colpa ce li ho, ma ormai non si può tornare indietro…
La ragazza è stata assunta e farò in modo che si guadagni fino all’ultimo centesimo del suo stipendio.
Sorrido all’idea, nonostante continui a sentirmi più meschino che mai…

* * *



Non avendo la macchina, ho dovuto farmi dieci chilometri in bici e con la pioggia per essere qui, ma finalmente ce l’ho fatta.
Rileggo l’indirizzo segnato sul post-it che mi sono portata dietro e alzo lo sguardo verso la casa cui l’indirizzo dovrebbe corrispondere, una bella villa a cinque piani in stile gotico, con il tetto rialzato, una facciata di mattoni grigi ed un portone in legno di cedro.
Solo avvicinandomi ulteriormente e notando il citofono placcato in oro vicino all’ingresso, capisco che non si tratta di un’unica villa, ma di un condominio.
“Müller, Müller…”.
Finalmente, scorrendo i cognomi sul citofono, trovo quello che mi interessa.
Premo il campanello, stringendomi nella mia giacca troppo leggera e ravviandomi i capelli umidi e freschi di permanente.
“Sì?”
“Salve, sono Viktoria… sono qui per il lavoro!”
“Certo, entri pure. L’appartamento è al terzo piano”.
Con uno scatto, il portone si apre.
Salgo le scale fino ad arrivare al terzo piano. La porta dell’unico appartamento che ospita è socchiusa e da dentro arrivano delle voci che mi sembrano piuttosto concitate.
Mi avvicino ed entro in quella casa.
“E’ permesso?”.
Faccio un salto, notando un ragazzo piuttosto eccentrico seduto su un divano in pelle, vestito di nero da capo a piedi (il ragazzo, non il divano), con il volto bianco gesso dagli occhi pesantemente truccati e lunghi capelli neri pettinati con la riga in mezzo.
Il ragazzo in questione alza lo sguardo dal libro nel quale sembra immerso e mi osserva da capo a piedi, sollevando leggermente un sopracciglio.
Mi avvicino titubante, sorridendo e allungando una mano verso di lui.
“Salve…”
“Ah ciao, tu devi essere Viktoria…”.
Replica, ricambiando la mia stretta. La sua mano è bianca e fredda come un pezzo di marmo, e devo trattenermi dal ritrarre la mia.
Lui si alza.
“Ehi Seb, è arrivato il tuo giocattolo!”.
Giocattolo?!
“Non chiamarla giocattolo!”.
Dalla cucina si affacciano altri due ragazzi, non meno stravaganti del primo che ho incontrato.
Entrambi sono magri e molto alti e seguono evidentemente lo stile Visual Key.
Uno è biondo e ha l’aria dolce, mentre l’altro è moro e mi pare più aggressivo.
Il biondino mi viene incontro e anche lui mi stringe la mano.
“Ciao, io sono Strify e sono l’autore dell’annuncio. Loro sono Yu e Luminor e insieme ad altri due ragazzi abbiamo fondato una band, siamo i Cinema Bizzarre.”
“Devo aver sentito qualcosa del genere… comunque l’annuncio di offerta era piuttosto vago, a cosa vi servo io, esattamente?”.
Yu ghigna.
“Oh, lo scoprirai presto…”.
Strify gli lancia un’occhiataccia, per poi rivolgersi di nuovo a me con fare cordiale.
“Per ora si tratta solo di fare qualche lavoretto in casa e magari di aiutarci a gestire la nostra immagine, poi si vedrà!”.
Annuisco.
Improvvisamente, dalla porta del bagno si sentono delle risatine e quando questa si apre ne escono altri due ragazzi, biondi, che si tengono per mano e si sorridono l’un l’altro.
“Ah ecco, loro sono gli altri ragazzi di cui ti parlavo, Kiro e Shin!”
“Piacere…”.
Replicano loro automaticamente, senza nemmeno guardarmi.
Io e Strify parliamo ancora un po’, lui mi mostra le altre stanze dell’appartamento e poi mi dà subito qualcosa da fare.
In cucina c’è una pila di almeno una quindicina di piatti dall’aria poco allettante.
Mentre armata di spugna, detersivo e soprattutto di tanto olio di gomito li sgrasso uno dopo l’altro, Luminor entra a prendersi qualcosa da mangiare e, poco prima di andarsene, mi sussurra:
“Guardati dal biondo…”.
‘Guardati dal biondo’??
Riprendo la mia opera di lavaggio piatti, mentre una domanda mi sorge spontanea.
‘Ma dove cavolo sono finita??’.

* * *



Viktoria è davvero carina.
La spio senza farmi scorgere dalla cucina.
Yu mi sorprende da dietro, dandomi un pizzicotto sul fianco.
“Figa la tua nuova fiamma, Seb!”
“Dài, non è la mia fiamma…”
“Però è figa lo stesso!”
“Non lo metto in dubbio.”
“E Luminor? Che ne pensa?”
“Oh, sai com’è, a Lumi non interessano le ragazze…”
“Sì, ma ha una sua opinione in proposito?”
“Oh, bè… ci disprezza perché dice che sviliamo il popolo femminile che da generazioni lotta per ottenere l’indipendenza…”
“Che in parole povere vorrebbe dire?”
“Non è d’accordo.”
“Ah, ok. Basta saperlo!”.
Riprendiamo a guardare Viky, in silenzio.
Improvvisamente, un piatto che sta insaponando le scivola dalle mani e finisce in mille pezzi sul pavimento.
“Cazzo!”.
Impreca, chinandosi a raccogliere i cocci.
Dalla posizione in cui è ora, abbiamo un’ottima visuale del suo sontuoso dèrrière.
“Ah-ah, niente male la ragazza!”.
Osserva Yu, grattandosi il mento.
“Ahia!”.
La sentiamo lamentarsi. Vedo del rosso sul suo dito, probabilmente si è graffiata con una scheggia.
“Bè, speriamo che come fidanzata sia meglio…”.
Sospiro, allontanandomi.

* * *



Maledizione, maledizione, maledizione!!
Sono qui solo da un’ora e ho già combinato casini a raffica!
Raccolti i frammenti del piatto che ho rotto, mi dirigo in salotto, con l’indice teso a mostrare il taglio che mi sono appena fatta.
Luminor alza lo sguardo dal suo libro.
“Ehi, che hai fatto?”
“…piatto…”.
Riesco a malapena a mormorare. La vista del sangue mi ha sempre fatto senso. Non solo quello degli altri, anche il mio!
“Ti serve un cerotto, vieni”.
Lumi mi porta in bagno, preleva un cerotto dall’armadietto dei medicinali e me lo avvolge stretto intorno al dito ferito.
“Ecco qua… va un po’ meglio?”
“Sì, grazie…”.
Tornando in cucina passo oltre la porta del bagno, attraverso la quale sento dei sussurri.
Mi guardo intorno furtiva e, anche se con un po’ di esitazione, vi appoggio l’orecchio contro.
“Secondo te ne vale la pena?”
“Ma dài, è appena arrivata, non possiamo licenziarla di già! E poi tra una settimana abbiamo quella conferenza…”
“Non vorrai…”
“Ah-ah! Sarà il nostro asso nella manica!”
“Ancora non gliel’hai detto, vero Seb?”
“Bè, possiamo aspettare…”.
Sento dei passi, sobbalzo e schizzo in cucina.
Mi rimetto a lavare i piatti, ormai ho quasi finito.
Luminor entra, gli faccio un sorriso tirato.
“Tutto bene?”
“Sì, certo. Ascolta, sai per caso se…?”
“Cosa?”
“No… no, niente…”.
Lui alza le spalle e si allontana, mentre mille interrogativi mi frullano in testa…

* * *



“Stri, la conferenza è domani, l’hai detto a Vik?”.
Sospiro, abbandonandomi contro lo schienale imbottito del divano.
Sono tre giorni che Yu mi tormenta con questa storia e più volte sono stato sul punto di commettere un omicidio.
“Non ancora…”
“Strify!”.
Viene verso di me, scrollandomi forte.
“Ti do ancora esattamente… trenta minuti di tempo. Se non glielo dici tu, lo farò io!”.
Roteo gli occhi.
Poi, di malavoglia, mi alzo e vado da Viky, che sta rifacendo il mio letto.
“Ciao Vik.”
“Ehilà, Strify! Tutto a posto? Qui ho quasi finito…”
“A dire il vero volevo parlarti.”
“Oh. A che proposito?”
“Vedi, forse è ora che ti spieghi il vero motivo per cui sei qui…”
“Pensavo di averlo già capito, il motivo.”
“No, non credo”.
Silenzio.
Lei mi guarda, in attesa.
Io faccio scivolare il mio sguardo attorno allo stravagante mobilio della mia stanza, i muri color rubino, il letto dalla testiera in legno e oro intagliata, lo specchio dalla cornice gotica sulla parete ed il soffitto di specchi.
E’ incredibile quante cose si possono trovare nei mercatini di Brema…
“Viktoria…”
“Sì??”.
Nella sua voce c’è una nota d’impazienza. Devo dirglielo, subito!
“Domani c’è una conferenza stampa alla quale siamo stati invitati ufficialmente, dovremmo parlare del nostro album e cose simili e visto che tu ci hai aiutato molto in questo periodo… volevo sapere, insomma, se ti andava di partecipare, in qualità di ospite speciale! Che ne dici?”.
Mi è uscita così veloce che non mi stupirebbe se non avesse capito una mazza.
“Io? Con voi?? Ma… perché?”.
E’ rimasta a bocca aperta, ma sembra contenta.
“Io non sono famosa, insomma…”
“Va bene! Ma accetti?”
“Non ho niente di adatto da mettermi!”
“Sciocchezze, Luminor ha buon gusto. Ti accompagnerà lui a cercare qualcosa di carino…”
“Certo! E i vestiti ovviamente si pagano da soli!”
“Non sono i soldi che ci mancano.”
“No Strify, mi piacerebbe molto, ma così…”
“La vedi questa casa?”.
Le chiedo, con un cenno del braccio.
“E’ pulita, in ordine.”
“Bè, è per questo che mi pagate!”
“Certo, ma fino a soli sette giorni fa era un posto praticamente invivibile. Calzini sporchi ovunque, un casino assurdo…”
“Naturale, siete uomini!”
“Comunque, da quando sei arrivata tu è tutto cambiato. Non è solo l’esteriorità di questa casa, ora qui si respira anche un’aria diversa!”
“Oh, quello dev’essere l’Oust che ho spruzzato prima!”
“Ma dài Vik, sai che non è quello! La tua presenza qui sta diventando fondamentale, ma non voglio farti credere di sentirti… usata!”
“Ma se mi pagate cinquemila euro al mese!”
“Non è quello il punto.”
“Non credo di capire.”
“Ooh, basta così… Lumiii!!!”.
Luminor arriva, con la sua solita aura calma e rassicurante.
“Lumi, alla conferenza di domani ci viene anche Viky, voglio che la porti in centro a comprarsi un vestito scicchettoso!”
“Un… cosa scusa?”
“Fallo e basta! Viky, va’ con lui!”.
Li spingo a forza fuori dalla camera.
“Ma, aspetta un attimo, ehi… devo ancora cambiarmi!!”.
Ignoro le proteste della ragazza e li spingo ancora, attraverso l’ingresso e fuori dalla porta.
Una volta usciti, Yu mi raggiunge.
“Gliel’hai detto?”
“Cosa?”
“Lo sai benissimo.”
“Sì, alla conferenza di domani ci viene anche lei.”
Oltre a questo.”
“Ehm… Lumi la porta a fare compere per l’occasione…”
“Ancora oltre!”.
Le mie pupille vagano come impazzite da una parte all’altra della stanza. Cos’altro dovevo dire a Vik?
“La cosa più importante di tutte!”.
Ora la sua voce si sta alzando di tono.
“Quello per cui hai intenzione di usarla, il suo secondo ruolo, quello vero… quello per cui mi hai lasciato!!”.
Improvvisamente Yu, il gelido Yu, il compassato Yu, il forte Yu si getta a terra e scoppia in singhiozzi, picchiando i pugni sul pavimento.
Rimango immobile, sconvolto, non so che fare.
“Yu, io…”
“Stai zitto, non voglio la tua compassione!”.
Muovo un passo esitante verso di lui, ma non oso sfiorarlo.
“Ma che ti prende?”
“Lo so che mi hai lasciato per l’opinione dei media!”
“Cosa?! Io non ti ho lasciato per quello!”
“E per cosa, allora?! Credi che non noti come ancora mi guardi, quanto a lungo stai con me, il tuo atteggiamento nei miei confronti… tutto parla di te!!”
“Yu, io… io non ti amo più. Mi dispiace, ma è la verità.”
“Di me non te n’è mai fregato niente!”
“Ma pensavo che anche tu ormai avessi superato…”
“Strify!”.
Geme.
D’istinto, mi avvicino a lui e lo stringo forte.
“Yu, Viky non mi piace, se è lei che temi ti preoccupi inutilmente!”
“Però vuoi usarla lo stesso come tua… come tua puttanella di copertura! Avevi promesso che almeno glielo avresti detto, e invece…”
“Yu, non so se sei in grado di afferrare il concetto, ma quello che avrei dovuto dire non è esattamente una bella cosa!”
“Pensavo che per noi l’avresti fatto, probabilmente non ti importa nemmeno dei tuoi amici…”
“Senti… ok hai ragione. Ho sbagliato, scusa”.
Due righe nere e liquide di eye-liner gli attraversano il bel volto bianco e devastato dalla tristezza.
Gli sfioro la guancia, raccogliendo con un dito quelle lacrime salate che non accennano a smettere di scorrere.
Yu alza la testa e, inaspettatamente, le sue labbra sfiorano le mie, mentre la sua mano si stringe forte sul mio polso.
Un altro bacio, più profondo. Lo sento abbracciarmi con trasporto, prendermi il viso tra le mani e poi staccarmi bruscamente da lui, dal suo corpo caldo e voglioso.
Le nostre bocche sono ancora vicinissime. Ora, attorno a noi, il silenzio della casa vuota è interrotto solo dai nostri respiri affannati.
“Sei sicuro di non amarmi più, Strify?”.
Mi sussurra lentamente contro l’orecchio, la sua lingua che delicatamente mi accarezza il lobo, un richiamo irresistibile…
“Sinceramente, non lo so”.
Ribatto, stranamente sicuro di me.
Ci trasciniamo in camera da letto, le nostre mani infilate nelle tasche posteriori dei jeans dell’altro, i nostri corpi caldi e incollati, le erezioni che sfregano l’una contro l’altra.
Yu mi getta sul materasso e sale sopra di me. La mia cintura di cuoio viene sfilata dolcemente, ora ogni rumore, ogni odore, ogni sensazione percepibile mi sembra dieci volte più affinata.
Intorno a me tutto è una nebbia offuscata e tremolante. Chiudo gli occhi e mi lascio andare.
Quando li riapro avverto la bocca di Yu che, chino tra le mie gambe, è intento a darmi tutto il piacere di cui è capace.
Ora i nostri vestiti sono sparsi ovunque. Yu è in ginocchio di fronte a me ed i suoi muscoli sono in piena tensione, così tonici, così eccitanti…
Non posso impedirmi di allungarmi verso di lui e di mordicchiargli un capezzolo.
Lo sento gemere, mentre mi afferra le braccia e le stringe, forte.
Ci guardiamo, in silenzio.
Con un ultimo bacio, senza parlare, mi volto sulla pancia. Sento due dita fredde scorrere lungo la mia spina dorsale, su e giù, su e giù, per poi fermarsi appena sopra l’incavo delle mie natiche.
Yu si allunga su di me, preme la sua pancia contro la mia schiena.
“Sei pronto?”.
Mormora, contro la mia nuca.
Annuisco in fretta. La nebbia avvolgente di poco fa se n’è andata per lasciare posto al fuoco, il fuoco rovente della passione… un fuoco che qualcuno dovrà spegnere, e per farlo non basterà un semplice estintore.
Yu posa le mani sulle mie spalle e poi… eccolo. Il suo membro che lentamente si fa strada nelle mie carni, si insinua dentro di me squarciando ogni mia difesa.
“Yu…”
“Sssh… non serve parlare, Strify…”.
Ha ragione. Questo momento è troppo intenso per essere descritto, non vale certo la pena di rovinarlo con parole futili.
Lascio perciò che sia il mio corpo a parlare per me…
Le spinte di Yu aumentano di ritmo, non pensa a me, al dolore che la sua foga potrebbe darmi. Ma come io ho fatto male a lui, ora lui si sente in diritto di fare del male a me. Ma quello che sento in questo momento non è dolore. E’ come se tutto il mio essere venisse avvolto da un getto d’acqua rovente. Devo… devo…
Un lungo gemito riempie la stanza, mentre Yu si sfila piano da me.
Mi volto sulla schiena, mentre lui mi si stende accanto. Mi rannicchio contro il suo petto, sento i battiti ancora accelerati del suo cuore.
Poco prima di cadere in un sonno profondo sento la sua voce, che mi arriva da molto, molto lontano…
“Non giocare con me, mia piccola diva…”.
Poi, il buio.

* * *



“Che ne dici di questo?”
“Mm. Carino”.
“Ma sei sicuro che mi stia bene? Non so, mi sembra che mi faccia il sedere grosso…”
“Vediamo… ma no dài, è ok!”
“Però non sono convinta”.
Mi guardo nello specchio del camerino, scostandomi un ciuffo di capelli dalla fronte.
Luminor rotea gli occhi, mentre a me scappa un sorriso.
Effettivamente è il quindicesimo vestito che mi provo e finora lui non si è mai lamentato, anzi, si è dimostrato molto disponibile ad aiutarmi…
Però è vero che sono ancora indecisa. Frugo tra i veli del vestito che indosso ora, un bell’ abitino bianco dal corpetto attillato e la gonna in tulle.
Sobbalzo, leggendo la cifra sul cartellino.
“450 euro?!”.
Almeno la metà delle persone presenti nel negozio si volta a guardarmi.
“Te l’ho detto Viky, i soldi non sono un problema!”
“No. Non me la sento di spendere così tanto per qualcosa che probabilmente indosserò una volta sola!”.
Ci dirigiamo fuori dal negozio, il quarto ad aver subìto la nostra visita, oggi!
“Da Christian Louboutin ci sono i saldi, oggi. Perché non andiamo a dare un’occhiata lì?”.
Mi chiede Lumi, armato come sempre di buone intenzioni.
“Christian Lohboutin? Ok…”.
Ed entriamo nell’ennesimo negozio, un trionfo di muri inamidati, specchi e musica jazz soffusa.
Le commesse, esili figure sottratte alla passerella, ci lanciano occhiate incuriosite.
Lumi si avvicina con nonchalance ad una di loro.
“Salve. La mia amica qui vorrebbe qualcosa di elegante, un bel vestito, magari lungo.”
“Oh, d’accordo. Per quale occasione?”
“Deve venire ad una…”
“Festa! Sì, una festa con vecchi amici!”.
Intervengo fulminea, afferrando il braccio di Lumi. Lui alza le sopracciglia, ma annuisce.
“Sì, una festa.”
“Perfetto. E’ una festa a tema?”
“Oh, sì. E’ una festa sul tema ‘mettiti un po’ quel che ti pare, basta che sia qualcosa di presentabile’!”.
La commessa sembra interdetta.
“C’è uno stile che adotti di solito?”
“Mi piace molto lo stile gotico, sa… pizzi, merletti, colori scuri…”
“Aah, il Victorian Style!”
“Eh sì, quella roba lì…”
“Sei fortunata, ci è appena arrivata una linea che si basa quasi esclusivamente su questo tipo di abbigliamento!”.
La ragazza continua a parlare, illustrandoci le ultime novità della stagione, ma io non l’ascolto più.
A qualche metro da noi, vicino all’entrata del negozio, due operai stanno portando dentro un nuovo carico di vestiti, tutti ordinatamente appesi alle loro grucce.
E, tra questi, lui. Il vestito perfetto.
Spicca su tutti gli altri per la perfezione con cui è confezionato.
Di raso, color grigio tortora, con un corpetto dalla scollatura a cuore finamente ricamato, una gonna scivolosa lunga fino alle caviglie con un audace spacco laterale e inserti di pizzo nero lungo la scollatura e la pettorina.
“Quello”.
Dico, indicandolo.
La commessa si volta e segue il mio sguardo.
“Ti piace quel vestito? Lo vuoi provare?”
“Sì, mi piacerebbe molto…”.
Lei sorride, va a prendermelo e me lo porge.
“Tu sei magra, una Small dovrebbe essere più che sufficiente!”.
Vado in camerino e lo indosso.
Mi sta, mi sta…
Crock!
Abbasso lo sguardo. La gonna mi fascia le gambe alla perfezione, ma… il corpetto!
Cazzo, il corpetto è rimasto incastrato nelle mie…
Tiro con tutte le mie forze, ho una paura matta di strapparlo, ma restare incastrata lì sarebbe ancora peggio!
Rossa e ansimante, scosto leggermente la pesante tenda di broccato del camerino.
Guardo a destra e a sinistra, devo trovare qualcuno che mi aiuti, non posso uscire così!!
Tutte le commesse sono lontane, anche la mia se n’è andata, rimane solo…
“Lumi! Ehi, Lumi!”.
Alza lo sguardo dal suo libro.
“Viky! Ehi, tutto a posto?”
“Non esattamente… puoi venire qui un attimo?”
“Che c’è questa volta? Te l’ho detto, tu non hai il sedere grosso!”
“Non è quello!!”
“E allora cosa?”
“Un incidente… piuttosto imbarazzante…”
“Devo entrare?”
“Aspetta! Tu sei gay, vero?”
“Ehm… sì, ma questo cosa…?”
“Entra, muoviti!”.
Ci ritroviamo stretti in quel minuscolo spazio. Non appena vede come sono conciata, Luminor strabuzza gli occhi.
“Oh mio Dio…”
“Sono bloccata qui da dieci minuti, non respiro quasi più!!”
“E la zip?”
“Non c’è la zip!”
“Oh. Ok, diamoci da fare, ti farò uscire di qui!”.
Lumi afferra i lati del corpetto e inizia a tirare verso il basso.
“Tira di più!!”
“Sto tirando!!”
“Guarda che si spacca…”
“Tu aiutami, però!”.
Barcolliamo qua e là come se fossimo in preda alle convulsioni.
La tenda del camerino comincia ad ondeggiare, mentre da fuori si sentono dei leggeri mormorii.
“Ci stanno sentendo tutti!”
“Non è certo colpa mia, la prossima volta cerca di calcolare meglio il peso della zavorra, se capisci cosa intendo!”
“Ooh, tira e basta!!”.
Con un ultimo, deciso strattone, la tende del camerino si apre completamente, Luminor inciampa nello strascico della mia gonna e ci ritroviamo per terra, uno sopra all’altra, mentre le commesse e la clientela del negozio ci guardano basìti.
“Uoff…”.
Gemiamo, all’unisono.
La ‘nostra’ commessa ci raggiunge.
“Ma, ma… che state facendo?? E il vestito??”
“Sì, ecco…”.
Balbetto, rialzandomi e rassettando l’abito.
Lei mi si avvicina ed un sorriso le incurva il volto.
Ha capito al volo il problema…
Si mette alle mie spalle e, armeggiando sotto la mia schiena, sento uno strappo ed il vestito che scivola verso il basso.
Lo ritiro su in fretta, le guance bollenti, prima che l’intero negozio veda le mie grazie.
La commessa indica una strisciolina trasparente sul mio fianco.
Velcro.
“Credo che sia meglio optare per una Medium…”.

Scusate se ci ho messo così tanto a proseguire con la pubblicazione, ma sono piuttosto pigra... :)
Comunque ho scritto un'altra decina di capitoli, e farò in modo di postarli tutti al più presto possibile!
Mi raccomando, ditemi che ne pensate! :)
 
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[ScImMiEtTa]
CAT_IMG Posted on 16/6/2009, 22:19




Bella fanfiction...tutta la situazione mi fa ridere xD
Mi è piaciuta soprattutto la parte hot tra Yu e Strify!
Bravissima! xD
 
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CAT_IMG Posted on 17/6/2009, 07:47

...Would you dance?
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Grazie! ^^
 
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CryForTheMoon
CAT_IMG Posted on 17/6/2009, 12:51




Bel capitolo, scorrevole e divertente da leggere, specie per le parti con Luminor e Viki. Beata lei, la pagano cinquemila euro al mese ... io ci andrei gratis a fare le pulizie in casa loro. E io odio fare le pulizieXD

CITAZIONE
“Sei sicuro di non amarmi più, Strify?”.

Visto quello che succede dopo, me lo domando anche io ... ma lo ama, si che lo ama XD come si può non amare Yukino XD

 
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3 replies since 15/6/2009, 15:22   71 views
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