Buonasera,
eccomi di nuovo qui con uno dei miei deliri.
Non so perchè, ma postare questa fanfic mi sembra tanto un atto di masochismo assoluto, però...però boh, la posto perchè mi va XD
Se stessi zitta risparmierei tante di quelle energie! XD
Stavolta metto le note, però XD
AUTRICE: *Nativity*
RATING: Nc-17 (ma sì, più o meno...)
GENERE: generale, romantico
AVVERTIMENTI: yaoi
NOTE: pensavo di fare un breve riassuntino, così sarà più o meno comprensibile a chi non conosce il manga.
Lo metto in spoiler ^^
Si è nel 1700. La vicenda si apre con Tenma, Aron e Sasha (gli ultimi due sono fratelli), tre bambini che vivono in un orfanotrofio. Dopo qualche anno, ormai cresciuti, iniziano a seguire le strade dei loro destini: Tenma diviene il cavaliere di bronzo di Pegaso, Aron ospita nel suo corpo Ade, la divinità malvagia contro cui i cavalieri combattono e Sasha è Atena, la divinità benefica per cui i cavalieri combattono. Il destino vuole che il legame avuto con Tenma condizioni Ade, che non riesce in un certo senso a scordare questo lato della sua vita mortale. Tenma, d'altro canto, continua a sperare di poter sconfiggere Ade per farlo tornare l'Aron di cui era amico. In breve è questo...
So che non è molto realistico che Tenma si trovi nel palazzo di Ade, ma era necessario per la storia.
Fine del poema XD
I hate everything about you. Why do I love you?
“Aron, ti amo.”, mormorò Tenma, stringendosi al corpo caldo del compagno.
“Hmm.”
“Hai sonno?”, domandò Tenma.
“Hai sbagliato nome.”
Tenma si morse il labbro inferiore e si passò una mano tra i capelli, allontanandosi dall'altro ragazzo.
“Tenma, devi arrenderti. È così e basta.”
“No che non lo è. Non lo è mai stato e mai lo sarà.”
“No, Tenma, è diverso. Sei tu che non vuoi che lo sia, ma è chiaro come il sole.”
Tenma sferrò un pugno al materasso, mentre l'altro gli si avvicinava.
“Ti prego, ridillo.”
“No!”, esclamò Tenma infuriato.
“Tenma, ridillo.”, gli ordinò l'altro ragazzo, circondando il collo di Tenma e mordicchiandogli un lobo.
“N... no, ho sbagliato una volta e non ho intenzione di rifarlo.”
“Oh, lo farai, Tenma, altroché se lo farai! Dammi venti minuti e vedrai che me lo ripeterai per l'eternità.”
Tenma fu percorso da un lungo brivido.
Ormai lo sapeva: quando lui diceva una cosa, quella doveva essere.
Così il cavaliere di Pegaso non poté fare altro che lasciarsi ricadere sul soffice materasso, mentre il compagno gli montava delicatamente addosso.
Si chinò sul viso di Tenma e prese a lasciare piccoli baci umidi su ogni centimetro della sua pelle.
Poi scese più in basso, gettandosi con voracia sul collo del cavaliere ed iniziando a leccarlo, fino ad arrivare al petto.
Tenma mugolò dal piacere, premendo le mani sul materasso candido.
Nel frattempo l'altro si era spinto fino al basso ventre e mordicchiava distrattamente la pancia del cavaliere.
“Scendo ancora più giù?”, domandò con un ghigno.
Tenma si divincolò, sfiorando i capelli dell'altro e spingendo il bacino contro il suo viso.
Il ragazzo ridacchiò, sfiorando con una mano dalle dita affusolate la crescente erezione di Tenma.
“A... A...” gemette il cavaliere di Pegaso.
“A...?”, domandò incuriosito l'altro, rialzando il capo.
“A.”, rispose Tenma con tono fermo.
“Testardo, come sempre. Ma cederai.”
“No, sono un cavaliere di Atena, io.”
“Cederai.”
Il ragazzo tornò a dedicarsi al membro pulsante del cavaliere, stuzzicandolo con la lingua, mentre con le mani masturbava i testicoli.
Tenma gemette forte, affondando le dita tra i folti capelli dell'altro, mentre questi accoglieva finalmente la sua erezione in bocca.
Il ragazzo iniziò a succhiare con sempre maggior vigore, continuando a masturbare il compagno.
“A... io sto per...”
Tenma non riuscì a terminare la frase, che venne impetuosamente nella bocca dell'altro, che inghiottì fissandolo negli occhi con aria di sfida.
“Dillo.”
Tenma sorrise e scosse il capo con decisione. L'altro ragazzo lo fissò infastidito e si buttò sul materasso, tirandosi le coperte fino sopra il capo.
~°~°~°~
Tenma si accoccolò contro il compagno e lo strinse a sé.
Gli baciò delicatamente il capo, carezzandogli i lunghi capelli corvini.
Li preferiva biondi, non lo nascondeva, ma in fondo il ragazzo addormentato che giaceva accanto a lui era sempre Aron.
Il suo Aron.
E, se tanto lo desiderava, perché non dirgli ciò che voleva sentire?
Tenma accostò le labbra al suo orecchio, scuotendogli con delicatezza un braccio per svegliarlo.
“Uhm? Che c'è?”, domandò quest'ultimo, con la voce impastata dal sonno.
Tenma sorrise.
“Ti amo, Ade.”