| Potter’s List
La novità che sconvolge il consueto.
.Capitolo uno.
Il sole pallido di Ottobre svegliò Harry quella mattina; maledetto lui quando scordava di chiudere le tende la sera prima. Cercò in tutti i modi di ignorare la luce che filtrava dalle finestre, e riprendere sonno, ma ormai non c’era più niente da fare.
Il sonno era completamente andato via, lasciando spazio alla razionalità mattutina, che ti fa capire che sei sveglio proprio quando vorresti dormire per le 36 ore successive.
Con molta, ma molta poca grazia, scaraventò le coperte per terra, prima di stiracchiarsi e poggiare i piedi sul marmo gelido. Guardando fuori dalla finestra, si rese conto che dovevano essere appena le sei di mattina: il sole era appena sorto, ed il venticello fresco serale ancora non aveva lasciato spazio al vento autunnale che ti scompiglia i capelli e ti costringe ad assottigliare gli occhi quando cammini per strada.
Si mise seduto nella nicchia creata dal davanzale della finestra, piegando le gambe al petto per poterci poggiare la testa sopra. Gli occhi rivolti al di fuori del castello. Amava il castello a quell’ora. Tutti dormivano ancora, e nei giardini o nei corridoi non c’era ancora lo scalpitare di studenti in ansia per qualche compito, o le risa di qualche gruppetto di ragazze. Tutto a quell’ora era tranquillo e facilmente gestibile.
O almeno, così era sempre stato. Quella mattina, per la “gioia” di Harry, c’era una persona proprio sotto la sua finestra. Draco, già vestito e sistemato, era seduto a gambe incrociate a fissare il sole sorgere. Una visione al quanto sconvolgente. Sembrava uno di quei poeti che fissano l’alba in cerca d'ispirazione. Harry si diede mentalmente del pazzo per quel pensiero. Magari era solo insonne quella notte, capita a tutti no?
Harry maledì, con forse troppo entusiasmo nella voce, il fatto che Draco non fosse Gay. Ho detto “con forse troppo entusiasmo”, perché proprio quando Harry ebbe finito di imprecare, Draco alzò gli occhi al cielo, puntando le sue iridi grigie, dritte in quelle verdi e leggermente dorate di Harry. “È fisicamente impossibile che mi abbia sentito!” pensò Harry, non riuscendo a staccare il suo sguardo da quello del serpeverde, che non sembrava voler interrompere il contatto visivo.
Certo, per lui Harry Potter in pigiama, con i capelli sconvolti ed un’aria da cane bastonato, tra l’altro appena svegliato, non era proprio il massimo della vista, ma continuò a fissarlo per qualche secondo, prima di alzarsi e correre via. Harry si risvegliò dal trance in cui era caduto per quei pochi secondi, e si fiondò a fare una doccia prima di scendere a fare colazione.
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Scendendo le scale, Harry incontrò Hermione e Ron, rigorosamente e smielatamente mano nella mano.
– Buongiorno piccioncini! Come va? – chiese –Lo sapete? Un po’ di sano sesso vi farebbe bene ogni tanto.- Affermò più che convinto della sua idea, rafforzando il concetto con un solenne cenno del capo. Ron, sentendo quelle parole, arrossì di colpo. Hermione, che invece era abituata a certi discorsi dopo essere stata proclamata “ascoltatrice delle avventure sessuali di Harry”, roteò gli occhi, e poi con fare calmo e sicuro disse –Per tua informazione, Caro Harry, io e Ron ci diamo dentro come ricci. –
Ron la guardò con sguardo da chi ha una crisi di panico: lei, Hermione, parlare della sua vita sessuale così? Davanti a tutti? Ma soprattutto, pensò Ron, “parlare della MIA vita sessuale davanti a tutti?”. La ragazza stava per aggiungere qualcosa, ma improvvisamente fu spinta qualche passo più in la, da un Draco Malfoy, che correndo l’aveva urtata.
– Malfoy, almeno chiedere scusa no eh?- gli urlò dietro, sperando di essere ascoltata, o almeno presa in considerazione. Malfoy, come previsto, si bloccò sul posto, e con sguardo glaciale, molto lentamente si girò per guardare la ragazza.
- Io, Draco Malfoy, chiedere scusa a te? Dovresti essere tu a ringraziarmi ogni volta che ti permetto di respirare la mia stessa aria!- urlò Draco, con più entusiasmo. Era chiaro, che qualcosa non andava. Prima di girare i tacchi e proseguire per la sua strada, Draco lanciò un’occhiata ad Harry; occhiata che Harry non riuscì a decifrare. Era il solito odio? O qualcosa di più forte? Forse erano arrivati al limite del disprezzo che si possa provare per un tuo simile, e questo pensiero in qualche modo amareggiò Harry, ripensando al discorso del “due bottarelle le darei a quello stronzetto”. Ma era chiaro come la luce, che Draco fosse assolutamente di un'altra idea al riguardo, bastava pensare a quante ragazze gli giravano intorno, o entravano ed uscivano dalla sua stanza ogni santo giorno. Anche Draco, come Harry, si dava da fare. Erano quasi allo stesso livello, direi. Senza badare troppo alla grande uscita di scena di Draco, il trio si avviò verso la sala grande, per fare colazione.
Harry si sedette di fronte alla coppia, ma non perché volesse vedere quante smancerie si dessero i piccioncini, quanto più per spiare i movimenti di un certo biondino al tavolo Serpeverde. Come già detto, Draco si dava da fare con molte ragazze, facendo anche un ottimo lavoro, a sentire i resoconti che giravano per la scuola di ragazzina in ragazzina, ma c’era qualcosa che non convinceva Harry. Si sa che certe persone hanno come un radar per queste cose, no? Beh, Harry era una di queste persone, solo che nel caso di Malfoy, il radar diventava completamente pazzo. Non riusciva assolutamente a capire, veramente, in quale squadra Draco giocasse. Era sempre circondato da ragazze, ma ogni tanto Harry scorgeva nei suoi occhi una scintilla diversa, nel guardare qualche suo compagno Serpeverde. Ricordava perfettamente quando, circa una settimana prima, vide Draco fissare Blasie per minuti che sembrarono ore, con uno sguardo, che un semplice migliore amico non dovrebbe avere. Ricordava benissimo anche il fatto che, Blasie, dopo essersi accordo delle sue attenzioni, gli lanciò un’occhiata indecifrabile.
Una mezza strizzata d’occhio, condita con ammiccamento di sopracciglia, per intenderci. Questo evento, fece crescere ancora i dubbi di Harry, che da quel momento aveva cominciato a dedicare molto del suo tempo a decifrare possibili atteggiamenti sospetti. Senza rendersene conto, concentrato com’era nei suoi pensieri e ricordi, cominciò a fissare in maniera quasi provocante il bel Serpeverde, che non sembrava però accorgersi dei suoi occhi. Continuava a parlare con Blasie, lanciando ogni tanto un’occhiata alla porta d’ingresso, senza un motivo ben evidente. Hermione, colpita dall’insolito silenzio, risvegliò Harry dai pensieri in cui era caduto da qualche minuto, stampandogli un pizzicotto sul braccio.
-Si può sapere dove sei con la testa?-sussurrò la ragazza- è da quando siamo antrati qui che non fai altro che fissare il tavolo Serpeverde! Che cosa ci sarà mai di così interess..-Si bloccò di colpo, quando voltandosi si accorse che, la direzione precendente dello sguardo di Harry, era esattamente indirizzata verso Malfoy, che in quel momento, sembrava ricambiare le sue attenzioni. –Harry.. Harry.. Harry!! Mi ascolti per favore?- il ragazzo annuì distrattamente –Si.. Allora, Harry che cosa stai facendo? Cioè, lo so quello che stai facendo! Quindi ascoltami bene, ok? Tu non puoi farti Draco Malfoy, chiaro?- Harry la guardò dritta neglio occhi, alzando un sopracciglio, nella speranza che non avesse preso così sul serio la questione. Inutile anche pensarlo. Era Hermione, no? Prendeva sul seri ogni singola cosa.
-Scusa ma che male ci sarebbe? E poi, diamine, chi ti ha detto che mi voglio fare Malfoy?!- sbottò il ragazzo, con aria di sufficienza. Harmione lo guardò per qualche secondo, prima di assumere un’espressione ancora più seria.
-Ma Harry! Sarebbe.. sarebbe.. contro ogni logica umana e non! Vi odiate, c’è disprezzo e ribrezzo, anche per stare anche solo nella stessa stanza!- rispose Herm, alzando un poco la voce, ed agitando le mani in maniera teatrale, attirando purtroppo, gli sguardi di una certa persona.
– Si, ma visto che non intendo andarci a letto, tutte queste pippe mentali te le puoi anche risparmiare! E non cercare di avere ragione come sempre, perché tesoro, questa volta non hai capito proprio.- tagliò corto, prima di tuffare il muso in un boccale di succo, sperando di aver chiuso la conversazione. Grande, grande errore.
-Harry.. ho ascoltato ogni tuo “incontro occasionale” ed ho assistito ad ogni rimorchiamento, e ti giuro, tutte le volte che avvisti una preda, hai sempre quello sguardo. Se le lo posso dire, Harry, sembri quasi un maniaco. E poi, come fai a dirmi che non riesco a capirti? Chi ti ha fatto capire, ed accettare di essere gay, quando l’altro anno hai cominciato a sbavare dietro a Fred? Eh eh? Rispondo per te, IO! Quindi non venire a dirmi che non ti vuoi fare Draco in ogni luogo appartato e non che esista in questo dannatissimo castello.- concluse con un filo di voce, per paura di essere sentita dai serpevedere, e soprattutto da Ron. Dio solo sa, come avrebbe potuto reagire anche solo all’idea! Harry, dopo aver sentito ogni virgola del grande discorso, abbassò lo sguardo e si morse l’interno guancia.
– Ok, magari hai anche ragione.. però non penso che, anche volendo, si possa combinare qualcosa. Insomma, lo vedi no? Ha più ragazze intorno lui, di un maglioncino di cashmere in saldo, in un negozio babbano a natale. Non credo di potergli interessare. Ma che sia chiaro, non perché io non sia un fra figo! Solo perché a me piace il cioccolato e a lui la vaniglia.. tutto qui.- finì rassegnato il suo succo, prima di sbuffare. Hermione, invece, cominciò a pensare. Brutto segno. Guardò prima Harry e poi Draco. E ancora Harry. Dopo qualche minuto, un sorriso si allargò sul suo volto.
-Sai, Harry. Io credo, che quando una persona, a cui stuzzica l’idea del cioccolato si sente obbligata, dalla famiglia, dalla posizione sociale ecc.. a mangiare solo vaniglia.. quando gli passa sotto mano un po’ di buon cioccolato, è molto facile riuscire a farlo mangiare.-
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