Ehm...ciao.
Quanto tempo XD
~ Not A Day Goes By, Fulfilled My Fantasy
{You can't deny your feelings for us, you know it's true}
Ottobre«Traditore bastardo, me lo avevi promesso!» gridò Shin, rincorrendo Yu per il soggiorno. Io e Luminor stavamo parlando tranquillamente, quando il batterista e il chitarrista avevano cominciato a bisticciare come due bambini dell’asilo. Eravamo abituati ai loro scontri infantili, quindi non ci smuovevamo più di molto.
Il moro, per sfuggire a Shin, saltò sul divano tra me e Lumi, rischiando di venirci addosso, e continuò la sua fuga in giro per il modesto appartamentino. Il biondino lo seguì, sorpassando il bracciolo. Tutto era iniziato per un motivo futile, come al solito. Erano da mesi che Shin voleva organizzare una super festa in casa, e Yu gli aveva promesso tutto il suo appoggio. Solo che, quando il batterista aveva cominciato a costruire i suoi castelli in aria su questo super evento snobbato al momento da quattro componenti del gruppo su cinque, Hannes aveva svicolato elegantemente, rispondendo che “C’aveva una vita da vivere”.
«Ma perché te la prendi tanto?» domandò Yu, facendogli la linguaccia. Il batterista trasse un profondo respiro, appoggiandosi le mani sulle tempie. Lì per lì pensammo che si fosse calmato. Invece era troppo bello per essere vero. «Perché io non posso organizzare una festa così grande da solo!» sbottò con una vocettina alquanto stridula. Noi scoppiammo a ridere e a Shin venne un tic nervoso all’occhio. «Siete degli stronzi» sbuffò, dopo esserne andato dalla stanza. Il chitarrista aspettò che uscisse, poi si sedette accanto a me. Allargò le gambe e mi fece segno di sedermici sopra. Obbedii senza pensarci due volte e sospirai.
«Quel biondino ne combina una peggio dell’altra, eh?» sorrisi. Lui annuì, divertito dalla faccenda.
«Non posso stargli dietro, insomma, ho molto di meglio da fare!» esclamò. Io lo guardai male.
«Ma gliel’avevi promesso» mormorai, giocando con una ciocca dei suoi capelli. Yu sbiancò di colpo: pensava di averla fatta franca, invece non aveva ancora fatto i conti che con il sottoscritto.
«Ma…e noi due? Siamo appena tornati dal tour! Pensavo di passare un po’ di tempo con te» ammise. Io risi, ripensando al fatto che di tempo, sul palco, ne avevamo passato molto. Era più forte di me, adoravo alla follia i fan service, anche se a causa della mia relazione con Yu avevo trascurato un po’ Kiro. Dai, alla fine sapevo benissimo che non gli dispiaceva più di tanto, essendo impegnato ad essere coccolato dal batterista.
L’unica preoccupazione che mi assillava era un possibile tradimento da parte del moro. Insomma, mi fidavo di lui, certo, ma conoscendolo ci avrebbe messo poco a tornare alle gioie del mondo etero. Mi risvegliai da quella specie di trance, scuotendo la testa. «Dai una mano a Shin, te ne sarei grato» dissi, baciandolo a stampo, molto teneramente. Lui sospirò. «Sei una carogna quando fai così» si lamentò, scansandomi e alzandosi. «Va bene, va bene, lo aiuterò» acconsentì, e, a quelle parole, Shin sbucò in soggiorno al settimo cielo. Secondo me stava spiando la conversazione, conoscendolo. «Lo sapevo che mi avresti aiutato, Yo – Yo!» esclamò, abbracciandolo. Kiro rabbrividì, smettendo di lucidare il suo basso. «Non sentivo quel soprannome dall’ultima volta che la cugina di Yu c’è venuta a trovare» mostrò la lingua. Deglutii al ricordo, quella piovra aveva messo le mani dappertutto. Chissà come l’avrebbe presa quando avrebbe scoperto che io e suo cugino stavamo insieme. Shin si ritappò subito la bocca, pentito. Forse aveva esagerato.
«Però deve essere grandiosa, eh! Voglio gli ultimi successi del momento, una scorta di alcolici infinita, tanta gente, un tavolino da poker, e…e…» si interruppe un attimo, probabilmente per riprendere fiato, «…e una barista!» concluse. Kiro lo fulminò con lo sguardo.
«Perchè una barista?» domandò. Lui sorrise. «Ma è ovvio, per servire da bere!» rispose.
Io mi spiaccicai una mano in fronte, esasperato. «Credo che Kiro intendesse perchè una barista ragazza» replicai, e il bassista annuì. Shin capì e guardò il suo ragazzo. «Dai, mica sei geloso? Una ragazza è molto più…molto più…più…»
«Figa!» completò Yu, alzando il pollice. Ecco, la solita finezza. Ora che ci pensavo, non volevo nemmeno io una gallinella come barista. Ero troppo geloso, e se Yu si fosse ubriacato ci avrebbe pure provato. Lui era mio, nessuno poteva toccarmelo, dovevamo obbligatoriamente scegliere un barista uomo, altrimenti…
questa festa non s’ha da fare.Vidi il mio ragazzo e quello di Kiro ridere e scommettere su chi trovava la barista più bella, e la rabbia aumentò dentro di me. Quella sconosciuta non era ancora venuta qua e già mi stava sulle palle.
Dovevo ratificare quello che avevo detto prima: la odiavo. Erano passate tre ore e per una avevano parlato dei cd e degli alcolici, e per due della barista. Alla fine avevano veramente scommesso su chi la trovava più bella. Questo era un duro colpo al mio orgoglio: stamattina Yu non voleva nemmeno aiutare Shin, voleva passare del tempo con me, e ora stava lì a discutere della festa. Ignorandomi. “Adesso basta” pensai, alzandomi dal divano e andando in cucina.
Senza troppi complimenti, presi Yu per un braccio e lo portai in camera. Una volta dentro, chiusi bene la porta. «Che cos’hai ora?» domandò gentilmente. Mi rigirai di scatto e avanzai verso di lui, facendolo finire contro il muro. «Non mi importa se devi aiutare Shin o chi so io per quella stupida festa» ringhiai, a pochi centimetri dalle sue labbra «ma stai sicuro che se ti vedrò toccare anche solo una ragazza, barista inclusa, ti mollo su due piedi» aggiunsi. Yu si rilassò, sollevato.
Magari pensava a chissà quale minaccia e si era preoccupato. Mi baciò dolcemente e di sfuggita, poi mi guardò negli occhi. «Tu sei una piccola diva paranoica» sorrise. Dio, quanto non lo sopportavo quando faceva così. Prendeva tutto alla leggera, non si era minimamente preoccupato quando lo avevo minacciato di lasciarlo. Lasciai i lembi della sua maglietta, fissando il vuoto e arrendendomi.
Con lui questo tema non poteva essere trattato, non gliene fregava più di tanto. Mi baciò una guancia e mi accarezzò i capelli, poi uscì dalla camera. Dannazione.
Mi buttai sul letto, confuso. Non potevo crederci, ero stato trattato malissimo. Forse lui non se ne rendeva conto, ma io ci soffrivo quando si comportava così. Sembrava che gliene fregasse poco o niente. Se ero geloso lui doveva rassicurarmi che andava tutto bene, che non mi avrebbe tradito. No, invece niente, se ne infischiava altamente. Magari non proprio, magari un po’ lo colpiva, ma di sicuro non lo dava a vedere. Respirai a fondo, pensando che forse pretendevo troppo da una relazione. Cercai di convincermi che andava tutto bene, che io mi sentivo al massimo, che non avevo problemi, e per un attimo pensai di avercela fatta.
Allora perché il solo pensiero di avere una barista mi faceva arrabbiare così tanto?
[You never see me again, I don’t wanna cry for you,
You never see me again, no matter what you do]
Edited by « Denni » - 28/10/2009, 20:22
