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Scegli me

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TomiKaulitz
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 18:50




Note iniziali, iniziali: Sono qui già da un giorno, e vi ritrovate un mio lavoraccio xD


Titolo: Scegli me.
Autore: »TomKaulitz« (forumcommunity) / TomiKaulitz (forumfree)
Genere: Het (Romantico,Triste,Erotico)
Raiting:PG-13
Avvisi:Angst, Fluff, Lemon,Violence, Drug Use (leggera)
Beta Editor: ~ F r @ n c y *
Banner Maker: Black_Sunshine
Note: Premessa: Questa Fan Fiction è la prima in...anni, che posto! L'ho riscritta circa tre volte, e se questa finalmente ha preso vita in qualche forum è perché mi hanno puntato un fucile alla testa costringendomi a postare questa storia.
Dico che nemmeno tutt'ora mi piace (Sono pessimista, non posso farci niente xD).
I capitoli verranno postati una volta alla settimana.
I commenti li accetto in qualsiasi modo; sia negativi che positivi.
I primi, spero, che almeno siano costruttivi se no, non credo servano a molto.
Poi...come vedete alcuni avvenimenti forse accadono molto in fretta, senza una descrizione dettagliata come la farebbe una buona scrittrice, ma io non lo sono, quindi da una parte mi consolo *patpatt*
I capitoli spero di postarli tutti quanti regolarmente. Fino al quarto sarò puntuale come un orologio svizzero, per gli altri spero di esserlo altrettanto.

Cap: 1 |

Disclaimers: I Tokio Hotel non mi appartengo (se magari!), questa storia è solo frutto della mia fantasia e non è a scopro di lucro. Non ci guadagno nulla postandola.






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Amate questa donnaH per la santa pazienza che ha per farmi questi capolavori *O*

SPOILER (click to view)

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Licenza Creative Commons
Scegli me by »TomKaulitz« is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia License.
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Permissions beyond the scope of this license may be available at http://tokio-hotel.forumcommunity.net/.


Scegli me.



Capitolo 1.




-Kay, adesso basta!- urlò il gemello prendendola per la vita e trascinandola via da quel fagotto piagnucolante piegato a terra davanti a loro.
-Lasciami Freddie, lasciami!- si dimenava la ragazza tra le sue braccia, sperando di liberarsi da quella stretta e rigettarsi contro quel ragazzino per scaricare tutta la sua rabbia.
-Lo ammazzerai! Non è così che si risolvono le cose!- ribatté stringendola ancora di più. Quando vide che la sorella continuava a dimenarsi, capì che non sarebbe resistito ancora per molto a tenerla ferma. Decise così di chiamare i suoi amici.
–Portate via il ragazzino. Se Kay si libera lo ammazza!-
-Ma...-
-MUOVETEVI!- urlò, intimorendoli e facendoli fare quello che aveva ordinato.
Dopo che i due amici ebbero allontanato quel povero ragazzo che si era ritrovato sfortunatamente tra le grinfie di Kay, Freddie la liberò.
-Perché cazzo l’hai lasciato andare via?- ringhiò, riducendo gli occhi a due fessure.
-Era giusto così. Ora vuoi darti una calmata? Dio Santo, nemmeno Marco e la sua gang sono così bastardi da picchiare a morte i ragazzini con cui se la prendono!- si lamentò, abbastanza sorpreso del suo comportamento.
Kay aveva la mania di picchiare i ragazzini quando era arrabbiata e doveva sfogarsi. Però, nonostante tutto, aveva sempre avuto un autocontrollo, senza mai esagerare. Questa volta, dopo anni, non si era controllata. Aveva ridotto quel ragazzino -che avrà avuto all'incirca due, tre anni in meno di lei- ad uno straccio. Non era mai stata così violenta: aveva sempre ribadito il fatto che odiava la violenza. Certo, era un'affermazione alquanto contraddittoria visto che lei picchiava le persone, ma odiava quando si arrivava a mandare le persone all'ospedale.
-Uff…- disse mettendosi le mani fra i capelli e camminando avanti e indietro.
-Capisco che la notizia di andare in Germania ti ha praticamente sconvolto, ma era proprio il caso di ammazzare quel ragazzo?-
-Freddie, non metterti a fare il rompicoglioni! Ne ho già abbastanza eh?!- esclamò guardandolo truce. Sguardo che riusciva ad intimorire tutti, tranne lui.

***


Arrivati a casa, Helena spuntò dalla cucina con un' espressione preoccupata.
-Ragazzi, siete a casa! Mi avete fatto stare in pensiero!-
-Scusa mamma, ma dovevamo stare un po’ per fatti nostri.- spiegò il ragazzo guardando Kay che stringeva ancora convulsamente le mani in pugni.
-Kay, stai bene?- domandò cauta, conoscendo gli scatti che avrebbe potuto fare.
-Come cazzo faccio a stare bene dopo aver saputo che ce ne andiamo in Germania, eh?! Come puoi anche solo chiedermi una cosa del genere?!- urlò, spaventandola da morire. Freddie guardò sua madre sconsolato: odiava vedere la gemella urlare contro la madre dopo tutto quello che aveva fatto per loro.
-I-Io…- tentennò con un groppo in gola.
-La porto di sopra, mamma. Non preoccuparti.- disse Freddie, per poi darle un bacio sulla testa e una carezza per tranquillizzarla. Per quanto sua madre conoscesse bene la figlia, non era mai riuscita a calmarla; aveva provato in tutti modi, e tutte le volte ne usciva sconfitta. Si chiedeva come ci riuscisse il suo bambino, ma nonostante la tristezza che si portava dentro per quello che non riusciva a fare, ringraziava ogni possibile Dio per aver avuto due gemelli. Erano il suo bene più prezioso.
-Ti è sembrato il modo di trattare mamma?- chiese Freddie dopo aver chiuso a chiave la stanza.
-E' colpa sua se abbandoniamo tutto questo, Freds.- ribatté lei con voce bassa.
-Lei lo sta facendo per noi! Per far sì che dimentichiamo tutti i periodi di merda che abbiamo passato e che continuiamo, a volte, a passare!- replicò il gemello, cominciando ad infuriarsi. Non sopportava l’idea che Kay pensasse che quello che stava facendo la madre fosse sbagliato, che prendesse quelle decisioni solo per il gusto di farlo.
-Siamo sempre riusciti ad andare avanti nonostante tutto, o sbaglio? Perché adesso deve uscirsene con queste cose?-
-Perché ha capito che abbiamo qualche possibilità di riprenderci completamente e di dimenticare tutto quanto!-
-Sarà… Ma lo sai come sono fatta, Freddie. Quindi mi spiace, ma fin quando non saremo lì, cercherò in tutti i modi di farle cambiare idea. Non voglio andarmene.-
E il discorso terminò lì.

***



Una settimana dopo.
-Hai preparato tutto, Kay?- chiese il ragazzo uscendo dalla sua stanza con l’ennesimo scatolone in mano.
-Sì. Mancano solo le valigie.-
Aveva cercato di convincere sua madre fino alla fine, ma la donna non aveva desistito nemmeno per un attimo.
I giorni erano passati in fretta e l’imminente partenza si era fatta più vicina che mai. Freddie l’aveva supportata in ogni momento in cui perdeva il controllo di se stessa, disperata più che mai ad abbandonare la sua vita. Una volta arrivati in Germania, non era sicura di cosa avrebbe fatto; non era nemmeno sicura di voler andare in una scuola dove non avrebbe capito nemmeno mezza parola di quello che avrebbero detto i suoi compagni e i suoi insegnanti. Certo, non avrebbe affrontato tutto quello da sola, perché con lei ci sarebbe stato suo fratello Freddie, ma aveva comunque paura. Paura di accettare quella vita e tutto ciò che ne conseguiva.
-Bene, io porto giù questo scatolone. Vedi di fare in fretta.- esclamò con un po’ di fatica, prima di uscire dalla stanza e lasciarla da sola. Kay si guardò intorno: vecchi ricordi si facevano spazio nella sua testa e la malinconia cominciò a pervadere ogni cellula del suo corpo.
Mezz’ora dopo scese con ciò che mancava da caricare, dopodiché salì in macchina sedendosi accanto al gemello. Freddie non sembrava per nulla preoccupato, anzi: era tranquillamente immerso nella musica in attesa di partire. Davvero non gli sarebbe mancato niente di ciò che stava abbandonando?
Si diede mentalmente della scema dopo averlo pensato. Era ovvio che suo fratello avrebbe sentito la mancanza di quel posto, dei suoi amici. Semplicemente di tutto. Ma cercava comunque di nascondere le sue emozioni: si sarebbe sfogato una volta arrivato nella sua nuova casa, dove avrebbe ricominciato tutto da capo.

***



Helena svegliò i suoi bambini, placidamente addormentati uno attaccato all’altro nei sedili posteriori. Li fece scendere e diede loro le chiavi di casa.
Mentre i due gemelli si dirigevano verso la porta d’ingresso, lei si avvicinò a quelli del trasloco dicendo che avrebbero potuto cominciare a scaricare i mobili e tutto il resto. Se non ce l'avessero fatta, poteva continuare tranquillamente il giorno seguente.
Freddie e Kay si guardarono intorno, osservando nei minimi dettagli la nuova abitazione. Che era enorme è dir poco.
Salirono le scale e si avvicinarono alle stanze che si ritrovarono davanti; le aprirono con disinvoltura, meravigliandosi di quanto potessero essere grandi. Erano vuote, quindi non c’era assolutamente se non dei muri bianchi e sgombri che rendevano la stanza di un candido accecante.
-Cavolo! Hai visto che stanze, piccola?- domandò Freddie entrando nella stanza della sorella.
-Sì, ho visto. Allora qualcosa di positivo in questo trasferimento c’è!- rispose, voltandosi verso di lui e affiancandolo.
-Credo che ci piacerà stare qui.-
-Oddio Freds, non cominciare. E' così tranquillo questo posto che passerei tutto il giorno a dormire. Non c’è niente da fare qui.- esalò la ragazza con una smorfia. Erano arrivati solo da dieci minuti e sentiva già la nostalgia di Milano.
-Come sei pessimista! Ci divertiremo, vedrai.- la rassicurò, prima di lasciarla da sola a contemplare quelle pareti color della neve.
No, pensò, Io qui non mi divertirò mai.

***



-Ma che è tutto questo casino?- si chiese Kay ad alta voce, alzandosi dal letto che sua madre aveva fatto portare nella sua stanza la sera prima.
Freddie le dormiva accanto e grugnì. La ragazza sbuffò e gli diede un colpo sulla spalla per svegliarlo, ma il gemello protestò con uno strano verso sommesso e la ignorò.
–Freddie! Cazzo, come fai a dormire con il caos che c’è qui sotto?- chiese allibita. Cosa c’era da stupirsi? Suo fratello avrebbe dormito anche se nella sua stessa camera fosse scoppiata la bomba atomica. Lei, invece, al minimo rumore si svegliava e non riprendeva più sonno, e questa era una vera tortura.
Si alzò, ma venne ritrascinata nel letto. Gettò un urlo spaventoso, ma Freddie la sovrastò con il suo corpo mettendola una mano sulla bocca per zittirla.
-Che ti urli, scema?-
-Cazzo, mi hai spaventato! Ma come ti è saltato in mente di farmi una cosa del genere, Freddie?-
-Oddio, neanche avessi fatto chissà cosa..!- sbuffò, rimettendosi sdraiato sul letto.
Kay si accoccolò sul suo petto e prese a fare i ghirigori con l’indice sul suo addome. Anche quando era con lei, aveva comunque il vizio di dormire a torso nudo. Non si imbarazzava a vederlo in quello stato: era il suo gemello, di cosa si doveva vergognare?
Il problema sarebbe sorto se Helena li avesse beccati a dormire abbracciati l’uno all’altro, con Freddie a petto scoperto.
La madre dei due era capace di pensare a tutto e di più, anche se il suo bambino aveva sempre dormito in quel modo con sua sorella, da quando era piccolo. Ma ora Helena ribadiva loro il concetto che erano grandi e che certe abitudini sarebbero dovute sparire, poiché a quell’età sarebbero sorte situazioni abbastanza equivoche e chiunque avrebbe potuto pensare o dire qualcosa di sbagliato che li avrebbe potuti far soffrire.
Freddie dal canto suo, però, se n'era sempre fregato. Lui dormiva con sua sorella come voleva, non erano i pregiudizi degli altri a fargli cambiare idea su certe cose, non l’avrebbe nemmeno permesso.
Il ragazzo le accarezzò la testa e poi con l’altra mano le alzò il viso, la guardò negli occhi e le diede un bacio fraterno sulla bocca.
Era solo un gesto d’affetto che si scambiavano di tanto in tanto, non c’era nulla di male.







Note finali: *si aspetta i pomodori*
 
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CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:01
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...I drove for miles and miles...
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Allora, io ti stimo in partenza per l'utilizzo di Freddie XD
Secondo poi scrivi bene, mi piace molto il tuo metodo =)
Attendo il continuo =)
 
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TomiKaulitz
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:03




*O*
Conosci Freddieeeeeeeeeeeeeee *saltella dalla gioia*
Sono davvero molto felice che ti piaccia.
Credevo di ricevere pomodori, ma sono molto contenta che così non sia stato.
Grazie mille <3
 
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CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:05
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...I drove for miles and miles...
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Come non conoscere Freddie?? XD
Non ti preoccupare, noi spargiamo fiori, non tiriamo pomodori xD
 
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TomiKaulitz
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:06




Eh, come non conoscere Freddie? Perché questa domanda non è così ovvia a tutte le persone? *ç*

Se spargete fiori, questo post diventerà un campo fiorito!
 
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¿denni´
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:07




Uhm, per ora mi sono fatta un'idea del tutto.
Devo però sapere come continua! u.ù
Scherzi a parte, aspetto il continuo =)
 
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TomiKaulitz
CAT_IMG Posted on 7/12/2010, 19:09




Ci sei anche tu!
Grazie mille caraH, davvero.
Spero che l'idea che ti sei fatta, sia giusta XD
 
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TomiKaulitz
CAT_IMG Posted on 16/12/2010, 18:39





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Capitolo 2





Kay era davanti alla sua nuova scuola e la scrutava in ogni sua sfaccettatura: era vecchia, lugubre e brutta. Peggio di così non le poteva andare.
Freddie la raggiunse poco dopo esser riuscito a convincere Helena che sarebbero riuscita a cavarsela da soli. Mica avevano cinque anni!
-Ma tu sei sicuro di voler venire in questa scuola?- chiese la ragazza con un sopracciglio inarcato. Quel posto non le piaceva affatto, e stare lì fino all’ultimo anno le piaceva ancora meno.
-Sì, sono sicuro, e tu sei sicura. Non farti scoraggiare dall'apparenza: dentro sarà di certo meglio.- le disse con un sorriso raggiante.
Ma come posso essere felice di iniziare la scuola? Come?! pensò la ragazza camminando dietro al fratello che le faceva strada.
Vennero accompagnati ai piani alti da una segretaria che era a conoscenza del loro arrivo: Helena li aveva iscritti giusto una settimana prima parlando con la stessa persona che in quel momento li guidava. Fortuna che la donna in questione se la cavava con l’italiano! I ragazzi, quindi, non ebbero problemi a comunicare con lei.
Porse loro dei fogli, in cui i gemelli McLair non capivano un accidente di cosa ci fosse scritto, ma lei li rassicurò dicendogli: -Tranquilli, saprete parlare decentemene il tedesco fra qualche settimana. Dovete solo abituarvi un po’.-
I due gemelli si guardarono e annuirono, non sapendo esattamente cosa fare in quei momenti. Jenny, così si chiamava la donna, li accompagnò nella loro classe e li salutò con un cenno di incoraggiamento.
Certo, mica è lei a trovarsi in una situazione simile! pensò la moretta prima di farsi coraggio e bussare alla porta dell'aula. Un coro di voci interruppe il silenzio che aleggiava nel corridoio e nelle casse toraciche dei due ragazzi il cuore prese a battere velocissimo.
Aprirono lentamente la porta, e la professoressa di turno gli fece cenno di avvicinarsi; i gemelli esitarono per un istante, ma poi la raggiunsero.
La docente prese a parlare velocemente in tedesco, e Kay e Freddie fecero davvero non poca fatica a capire che cazzo stesse dicendo. La ragazza era tentata dall'urlarle in italiano di parlare più piano, poichè loro non conoscevano quella lingua somigliante all'aramaico. Ma evitò e sorrise con finzione.
Dopo circa dieci minuti, la professoressa stava ancora parlando di loro, e Freddie, che aveva rinunciato categoricamente a provare a capire una sola parola, evitò di scoppiarle a ridere in faccia dopo l’espressione scocciata che sua sorella aveva assunto.
La professoressa Hoffmann -l’unica cosa che avevano afferrato era il suo nome- indicò loro due posti in fondo all’aula, ma un ragazzo la interruppe dicendo qualcosa. Qualche secondo più tardi fece irruzione nella classe un ragazzo, che si scusò per il ritardo; ovviamente Kay e suo fratello non avevano capito nemmeno quello, ma poi questi si era voltato verso di loro con un sorriso, prendendo a parlare italiano. I gemelli ringraziarono qualcuno lassù, felici di poterci finalmente capire qualcosa.
-Scusatemi per il ritardo. Immagino che la professoressa vi abbia presentato alla classe e vi abbia indicato i posti a sedere.- disse gentilmente. Non doveva avere più di vent’anni.
-Ugh… può darsi.- esalò Freddie insicuro.- E poi c’è quel ragazzo.. – indicò un tipo coi rasta biondi che era in piedi- ..che ha detto qualcosa.-
-Lasciate che prima mi presenti: mi chiamo Jason e sarò il vostro interprete fin quando non conoscerete le basi della lingua tedesca.- esclamò porgendo loro la mano. In seguito si rivolse al ragazzo coi rasta, chiedendogli cortesemente di ripetere ciò che aveva detto in sua assenza.
–Ha detto che tu – spiegò, indicando Freddie. - potresti metterti vicino a suo fratello, mentre tua sorella può sedersi vicino a lui dall’altro lato dell’aula.-
I McLair erano perplessi, ma per non rallentare ancora la lezione fecero ciò che gli era stato detto.

***



Arrivò l’intervallo e Kay non perse nemmeno un millesimo di secondo per avventarsi su suo fratello, ripetendo in che gabbia di pazzi fossero finiti. Il suo gemello scoppiò a ridere e le baciò la fronte.
-Non ridere! Quel…quel ragazzo ha parlato per tutto il tempo! Non ci ho capito niente, e lui in tre ore non si è zittito un attimo! Uscirò pazza prima della fine dell’anno e questa non è una bella cosa!- sclerò, gesticolando come era solita fare quando perdeva la testa.
-Io invece mi sono trovato bene: Bill è piuttosto tranquillo.- disse con una scrollata di spalle. Kay fermò il suo piccolo spettacolino e lo guardò negli occhi.
-Davvero? Possiamo fare cambio? Ti prego!- pigolò assumendo un faccino da cucciolo sperduto.
Freddie le mise l’indice davanti al naso e fece segno di no. Se sua sorella stava impazzendo vicino a quello là, non voleva certo fare la sua stessa fine.
-Stronzo, perché devi far vivere a me questi incubi?- piagnucolò arricciando il naso. Freddie le diede un piccolo schiaffetto sulla testa, dicendole che rendeva certe cose più difficili di quanto non fossero veramente. Era incredibile quanto la sua gemella fosse infantile nonostante i suoi diciassette fottutissimi anni.
–Oh no, ecco l’incubo. Salvami, ti prego! Salvami!- disse, nascondendosi dietro Freddie che rideva sguaiatamente.
-Guarda che ti ha visto.- disse, facendole vedere il ragazzo che era sì e no ad un metro di distanza da lei e che la guardava divertito.
-Che. Sfiga.- sillabò alzando gli occhi al cielo.
-Ma che vuoi che sia?! Vorrà solo fare amicizia!-
-Certo, Freddie. Ma come può fare amicizia con me se non capisco una parola di quello che dice? Se parlasse italiano sarebbe un miracolo!-
-Come la fai lunga.- sbuffò entrando in classe. Sua sorella fece altrettanto.
-Non la faccio lunga, è la verità!- ribatté stizzita.- Tu come comunichi con Bill se non sai parlare tedesco?- domandò con un sorriso vittorioso sulle labbra, sorriso che sparì appena ricevette la risposta del fratello.
-In inglese, ovvio.-
Kay strabuzzò gli occhi. Perché non ci aveva pensato prima?!
Eppure il suo vicino di banco –di cui ancora non sapeva ancora il nome- le sembrava troppo idiota per poter avere una conversazione seria.

***



Al suono della ultima campanella, Kay si fiondò fuori dall'aula e raggiunse velocemente l’uscita. Appena respirò l’aria fresca di libertà, emise un lungo sospiro di sollievo: credeva di impazzire lì dentro.
Freddie la raggiunse poco dopo aver salutato Bill, il suo nuovo amico, e sembrava molto raggiante. Kay lo guardò male, facendolo sghignazzare.
Questo stronzo ha sempre la meglio su tutto! pensò indignata.
-Non ridere. Non c’è niente da ridere.- sibilò, aggrottando le sopracciglia in segno di disappunto.
-Sì che c’è da ridere! Ho visto come stavi perdendo la pazienza con quel…ragazzo.-
-E’ pazzo! Non è un ragazzo!- ribatté guardando l'oggetto della discussione uscire in compagnia di amici, di molti amici!
Uno di loro attirò particolarmente l’attenzione di Kay. Era moro, con occhi azzurri e un corpo tonico e muscoloso; indossava gli stessi abiti extralarge del suo vicino di banco e si chiese perché non avesse avuto lui invece di quel pazzo logorroico. I capelli non erano né lunghi né corti: diciamo che corrispondevano alla lunghezza di capelli che di solito hanno gli emo, ma la differenza è che lui aveva una cresta che partiva dalla frangetta e continuava sulla testa.
E' proprio figo.. pensò con un sorriso malizioso.
Il ragazzo si voltò verso di lei e le accennò un saluto con un sorriso. Kay arrossì furiosamente e voltò la testa verso il suo gemello che la fissava accigliato.
-Cosa c’è?- chiese innocentemente.
-Cosa c’è? Sei qui da una settimana e già ti sei trovato un tipo da baccagliare?- rispose infastidito. Ecco la sua gelosia.
Kay non aveva mai capito il perché fosse così geloso. Si comportava in questo modo da quando era piccolo: cercava sempre di tenersela vicina per non farla avvicinare agli altri bambini. Era sua, si ripeteva Freddie, continuamente. Appena vedeva che la gemella puntava qualcuno, si innervosiva fino a non capirci più niente.
-E dai, mica ci faccio qualcosa!- pigolò sorridendogli benevola.
-Certo, hai detto così anche di tutti gli altri ragazzi.- rispose secco, guardandola in modo torvo.
-Freddie, cosa c’è di male?- domandò poco dopo, ritornando seria.
-C’è che non voglio che ti facciano del male. Non mi piacciono e non voglio che tu venga toccata da tipi come loro.-
Kay roteò gli occhi verso l'alto. Era sempre la stessa storia.
-Tranquillo Freddie, non soffrirò. Ora andiamo a casa, mh?-
Il ragazzo annuì in sengo di resa e si incamminò perso tra i suoi pensieri.
Non c’è mai una volta che riesco a concludere il discorso come si deve... pensò frustrato.

***



Arrivarono a casa nel silenzio più totale. Dopo la questione di poco prima nessuno dei due aveva più aperto bocca, forse intimoriti che l’altro avrebbe potuto accendere la miccia per litigare.
Helena spuntò fuori dal bagno e regalò loro un sorriso.
-Com’è andata a scuola, ragazzi?- chiese stampando loro un bacio sulla testa.
-Uhh…Bene.- dissero in coro i gemelli.
-Sicuri? Avete avuto problemi con i vostri compagni?- chiese ancora. Non era normale che i suoi figli fossero così tranquilli: tutte le volte che li incrociava a casa al ritorno da scuola erano seduti in cucina a parlare di quello che era successo nella mattinata e di come fossero stupidi ed ignoranti i loro compagni di classe. Invece questa volta regnava il silenzio più totale, ma probabilmente perché era ancora il loro primo giorno e dovevano ancora prendere confidenza con i loro coetanei.
Si, sarà sicuramente così! pensò, lasciandoli in pace avvisandoli che verso le quattro sarebbe uscita a fare la spesa.
 
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7 replies since 7/12/2010, 18:50   104 views
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