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TomiKaulitz
CAT_IMG Posted on 16/12/2010, 18:39 by: TomiKaulitz





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Capitolo 2





Kay era davanti alla sua nuova scuola e la scrutava in ogni sua sfaccettatura: era vecchia, lugubre e brutta. Peggio di così non le poteva andare.
Freddie la raggiunse poco dopo esser riuscito a convincere Helena che sarebbero riuscita a cavarsela da soli. Mica avevano cinque anni!
-Ma tu sei sicuro di voler venire in questa scuola?- chiese la ragazza con un sopracciglio inarcato. Quel posto non le piaceva affatto, e stare lì fino all’ultimo anno le piaceva ancora meno.
-Sì, sono sicuro, e tu sei sicura. Non farti scoraggiare dall'apparenza: dentro sarà di certo meglio.- le disse con un sorriso raggiante.
Ma come posso essere felice di iniziare la scuola? Come?! pensò la ragazza camminando dietro al fratello che le faceva strada.
Vennero accompagnati ai piani alti da una segretaria che era a conoscenza del loro arrivo: Helena li aveva iscritti giusto una settimana prima parlando con la stessa persona che in quel momento li guidava. Fortuna che la donna in questione se la cavava con l’italiano! I ragazzi, quindi, non ebbero problemi a comunicare con lei.
Porse loro dei fogli, in cui i gemelli McLair non capivano un accidente di cosa ci fosse scritto, ma lei li rassicurò dicendogli: -Tranquilli, saprete parlare decentemene il tedesco fra qualche settimana. Dovete solo abituarvi un po’.-
I due gemelli si guardarono e annuirono, non sapendo esattamente cosa fare in quei momenti. Jenny, così si chiamava la donna, li accompagnò nella loro classe e li salutò con un cenno di incoraggiamento.
Certo, mica è lei a trovarsi in una situazione simile! pensò la moretta prima di farsi coraggio e bussare alla porta dell'aula. Un coro di voci interruppe il silenzio che aleggiava nel corridoio e nelle casse toraciche dei due ragazzi il cuore prese a battere velocissimo.
Aprirono lentamente la porta, e la professoressa di turno gli fece cenno di avvicinarsi; i gemelli esitarono per un istante, ma poi la raggiunsero.
La docente prese a parlare velocemente in tedesco, e Kay e Freddie fecero davvero non poca fatica a capire che cazzo stesse dicendo. La ragazza era tentata dall'urlarle in italiano di parlare più piano, poichè loro non conoscevano quella lingua somigliante all'aramaico. Ma evitò e sorrise con finzione.
Dopo circa dieci minuti, la professoressa stava ancora parlando di loro, e Freddie, che aveva rinunciato categoricamente a provare a capire una sola parola, evitò di scoppiarle a ridere in faccia dopo l’espressione scocciata che sua sorella aveva assunto.
La professoressa Hoffmann -l’unica cosa che avevano afferrato era il suo nome- indicò loro due posti in fondo all’aula, ma un ragazzo la interruppe dicendo qualcosa. Qualche secondo più tardi fece irruzione nella classe un ragazzo, che si scusò per il ritardo; ovviamente Kay e suo fratello non avevano capito nemmeno quello, ma poi questi si era voltato verso di loro con un sorriso, prendendo a parlare italiano. I gemelli ringraziarono qualcuno lassù, felici di poterci finalmente capire qualcosa.
-Scusatemi per il ritardo. Immagino che la professoressa vi abbia presentato alla classe e vi abbia indicato i posti a sedere.- disse gentilmente. Non doveva avere più di vent’anni.
-Ugh… può darsi.- esalò Freddie insicuro.- E poi c’è quel ragazzo.. – indicò un tipo coi rasta biondi che era in piedi- ..che ha detto qualcosa.-
-Lasciate che prima mi presenti: mi chiamo Jason e sarò il vostro interprete fin quando non conoscerete le basi della lingua tedesca.- esclamò porgendo loro la mano. In seguito si rivolse al ragazzo coi rasta, chiedendogli cortesemente di ripetere ciò che aveva detto in sua assenza.
–Ha detto che tu – spiegò, indicando Freddie. - potresti metterti vicino a suo fratello, mentre tua sorella può sedersi vicino a lui dall’altro lato dell’aula.-
I McLair erano perplessi, ma per non rallentare ancora la lezione fecero ciò che gli era stato detto.

***



Arrivò l’intervallo e Kay non perse nemmeno un millesimo di secondo per avventarsi su suo fratello, ripetendo in che gabbia di pazzi fossero finiti. Il suo gemello scoppiò a ridere e le baciò la fronte.
-Non ridere! Quel…quel ragazzo ha parlato per tutto il tempo! Non ci ho capito niente, e lui in tre ore non si è zittito un attimo! Uscirò pazza prima della fine dell’anno e questa non è una bella cosa!- sclerò, gesticolando come era solita fare quando perdeva la testa.
-Io invece mi sono trovato bene: Bill è piuttosto tranquillo.- disse con una scrollata di spalle. Kay fermò il suo piccolo spettacolino e lo guardò negli occhi.
-Davvero? Possiamo fare cambio? Ti prego!- pigolò assumendo un faccino da cucciolo sperduto.
Freddie le mise l’indice davanti al naso e fece segno di no. Se sua sorella stava impazzendo vicino a quello là, non voleva certo fare la sua stessa fine.
-Stronzo, perché devi far vivere a me questi incubi?- piagnucolò arricciando il naso. Freddie le diede un piccolo schiaffetto sulla testa, dicendole che rendeva certe cose più difficili di quanto non fossero veramente. Era incredibile quanto la sua gemella fosse infantile nonostante i suoi diciassette fottutissimi anni.
–Oh no, ecco l’incubo. Salvami, ti prego! Salvami!- disse, nascondendosi dietro Freddie che rideva sguaiatamente.
-Guarda che ti ha visto.- disse, facendole vedere il ragazzo che era sì e no ad un metro di distanza da lei e che la guardava divertito.
-Che. Sfiga.- sillabò alzando gli occhi al cielo.
-Ma che vuoi che sia?! Vorrà solo fare amicizia!-
-Certo, Freddie. Ma come può fare amicizia con me se non capisco una parola di quello che dice? Se parlasse italiano sarebbe un miracolo!-
-Come la fai lunga.- sbuffò entrando in classe. Sua sorella fece altrettanto.
-Non la faccio lunga, è la verità!- ribatté stizzita.- Tu come comunichi con Bill se non sai parlare tedesco?- domandò con un sorriso vittorioso sulle labbra, sorriso che sparì appena ricevette la risposta del fratello.
-In inglese, ovvio.-
Kay strabuzzò gli occhi. Perché non ci aveva pensato prima?!
Eppure il suo vicino di banco –di cui ancora non sapeva ancora il nome- le sembrava troppo idiota per poter avere una conversazione seria.

***



Al suono della ultima campanella, Kay si fiondò fuori dall'aula e raggiunse velocemente l’uscita. Appena respirò l’aria fresca di libertà, emise un lungo sospiro di sollievo: credeva di impazzire lì dentro.
Freddie la raggiunse poco dopo aver salutato Bill, il suo nuovo amico, e sembrava molto raggiante. Kay lo guardò male, facendolo sghignazzare.
Questo stronzo ha sempre la meglio su tutto! pensò indignata.
-Non ridere. Non c’è niente da ridere.- sibilò, aggrottando le sopracciglia in segno di disappunto.
-Sì che c’è da ridere! Ho visto come stavi perdendo la pazienza con quel…ragazzo.-
-E’ pazzo! Non è un ragazzo!- ribatté guardando l'oggetto della discussione uscire in compagnia di amici, di molti amici!
Uno di loro attirò particolarmente l’attenzione di Kay. Era moro, con occhi azzurri e un corpo tonico e muscoloso; indossava gli stessi abiti extralarge del suo vicino di banco e si chiese perché non avesse avuto lui invece di quel pazzo logorroico. I capelli non erano né lunghi né corti: diciamo che corrispondevano alla lunghezza di capelli che di solito hanno gli emo, ma la differenza è che lui aveva una cresta che partiva dalla frangetta e continuava sulla testa.
E' proprio figo.. pensò con un sorriso malizioso.
Il ragazzo si voltò verso di lei e le accennò un saluto con un sorriso. Kay arrossì furiosamente e voltò la testa verso il suo gemello che la fissava accigliato.
-Cosa c’è?- chiese innocentemente.
-Cosa c’è? Sei qui da una settimana e già ti sei trovato un tipo da baccagliare?- rispose infastidito. Ecco la sua gelosia.
Kay non aveva mai capito il perché fosse così geloso. Si comportava in questo modo da quando era piccolo: cercava sempre di tenersela vicina per non farla avvicinare agli altri bambini. Era sua, si ripeteva Freddie, continuamente. Appena vedeva che la gemella puntava qualcuno, si innervosiva fino a non capirci più niente.
-E dai, mica ci faccio qualcosa!- pigolò sorridendogli benevola.
-Certo, hai detto così anche di tutti gli altri ragazzi.- rispose secco, guardandola in modo torvo.
-Freddie, cosa c’è di male?- domandò poco dopo, ritornando seria.
-C’è che non voglio che ti facciano del male. Non mi piacciono e non voglio che tu venga toccata da tipi come loro.-
Kay roteò gli occhi verso l'alto. Era sempre la stessa storia.
-Tranquillo Freddie, non soffrirò. Ora andiamo a casa, mh?-
Il ragazzo annuì in sengo di resa e si incamminò perso tra i suoi pensieri.
Non c’è mai una volta che riesco a concludere il discorso come si deve... pensò frustrato.

***



Arrivarono a casa nel silenzio più totale. Dopo la questione di poco prima nessuno dei due aveva più aperto bocca, forse intimoriti che l’altro avrebbe potuto accendere la miccia per litigare.
Helena spuntò fuori dal bagno e regalò loro un sorriso.
-Com’è andata a scuola, ragazzi?- chiese stampando loro un bacio sulla testa.
-Uhh…Bene.- dissero in coro i gemelli.
-Sicuri? Avete avuto problemi con i vostri compagni?- chiese ancora. Non era normale che i suoi figli fossero così tranquilli: tutte le volte che li incrociava a casa al ritorno da scuola erano seduti in cucina a parlare di quello che era successo nella mattinata e di come fossero stupidi ed ignoranti i loro compagni di classe. Invece questa volta regnava il silenzio più totale, ma probabilmente perché era ancora il loro primo giorno e dovevano ancora prendere confidenza con i loro coetanei.
Si, sarà sicuramente così! pensò, lasciandoli in pace avvisandoli che verso le quattro sarebbe uscita a fare la spesa.
 
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7 replies since 7/12/2010, 18:50   105 views
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