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One Fifth Avenue -Love in Progress-, Genere:Romantico-Commedia

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ophelia55
icon12  CAT_IMG Posted on 12/11/2011, 21:48




Un artista, una donna avvocato, una fioraia, uno scrittore, un critico d'arte, un'hostess, un disoccupato, una stilista in pensione, una band movimentata, due studenti di filosofia e psicologia sull'orlo di una cirisi di nervi, un eccentrico cuoco gay e il suo compagno dietologo, un ex detenuto e un portiere coreano...Cosa li unisce? Vivono tutti sulla One Fifth Avenue!!
Un modo per definirla? Frizzante, romantica, comica e a tratti anche malinconica. Un perfetto miscuglio omogeneo di elementi… Vi lascio al primo capitolo… Fatemi sapere se l'idea vi piace! ^^

Capitolo 1: Le Rose Nere

Appena sveglia Dafne scostò le tende che coprivano la finestra della sua camera da letto e, come da abitudine si perse ad osservare il cielo. Era plumbeo sembrava ingannevolmente calmo, ma era pronto ad accogliere la tempesta che si addensava appena dietro l’orizzonte. Le nuvole si muovevano titubanti e lenti, e si avviavano meschine verso il sole, che cercava a stento di illuminare la mattinata. La minaccia dell’imminente burrasca si faceva più ineluttabile di minuto in minuti ma questo non bastò per cancellare la felicità congenita della ragazza. Richiuse le tende, infilò le ciabatte di peluche e sbadigliando leggermente si avviò verso la cucina.

“Buongiorno Daff!” bofonchiò Dean, suo coinquilino ma soprattutto suo grande amico, con la bocca piena dei biscotti che lei stessa aveva sfornato il giorno prima.

“Buongiorno!” rispose la ragazza sorridendo serafica e prendendo posto affianco a lui intorno al tavolo.

“Non vai a lavoro questa mattina?” le chiese il ragazzo trangugiando un altro biscotto, imitando quasi perfettamente il “Cookie Monster”, personaggio del programma televisivo “Sesame Street”che entrambi da piccoli guardavano, stampato sul pigiama di Dafne.

“Certo! Non sono tutti fortunati come te sai?” rispose scherzando dolcemente riferendosi al fatto che il ragazzo fosse ormai da tempo disoccupato, mentre immerse nella sua tazza di latte un’ingente quantità di cereali.

“Non sei divertente sai?” gli fece eco il ragazzo scuotendo la testa. “E comunque te l’ho chiesto perché mi sembra che sia un po’ tardino per aprire il negozio!” aggiunse puntando i suoi brillanti occhi verdi sulla ragazza che portò istintivamente gli occhi all’orologio viola appeso alla parete.

“Oh mio Dio ma sono le nove e mezza!” esclamò sconvolta rischiando quasi di strozzarsi con la porzione di cereali che aveva appena portato in bocca. “Sono in ritardo!” aggiunse pulendosi frettolosamente la bocca con un tovagliolo e alzandosi dal tavolo.

“Daff tu sei perennemente in ritardo!” disse il ragazzo sorridendo e continuando a scuotere la testa per poi bere un sorso di succo d’ arancia.

“Non è vero!” esclamò la ragazza affacciandosi dalla sua camera e rivolgendo un’infantile linguaccia al suo amico.

“Si che è vero!” replicò il ragazzo rispondendo ridacchiando alla smorfia della ragazza.

Dopo pochi minuti la ragazza era già pronta per uscire, vestita con la salopette verde, la nuova divisa del suo lavoro. Frettolosamente afferrò la borsa e la riempì alla meglio con i primi oggetti che ritenne importanti, poi si avvicinò a Dean che era intendo ad accendere la tv.

“Ci vediamo sta sera!” Lo salutò la ragazza con un leggero bacio sulla guancia.

“A questa sera Daffy!” replicò il ragazzo, ridacchiando alla vista dello strambo abbigliamento della ragazza.

“Non ridere, è già abbastanza imbarazzante senza i tuoi commenti!” aggiunse la ragazza ridacchiando anch’essa avviandosi verso la porta.

“Dai stavo scherzando! Sei tremendamente sexy anche con questa assurda salopette!” aggiunse scherzosamente e soprattutto amichevolmente il ragazzo senza però perdere il suo sorriso beffardo. La ragazza indosso il suo cappotto e scuotendo la testo aprì la porta e uscì dal suo appartamento senza parlare. Lentamente scese le poche scale che la separavano dal piano terra e si diresse verso il suo posto di lavoro. Il suo regno, l’unico posto in cui non si sentiva tremendamente inadeguata. La ragazza era infatti proprietaria di un negozio di fiori situato proprio sotto al suo palazzo. Aveva simpaticamente chiamato il suo negozio “Le Rose nere”, a simboleggiare, proprio come tradizionalmente si dice con le cosiddette “pecore nere” , tutte quelle persone che come lei, si sono sempre sentite diverse dalla massa. Si diresse a grandi falcate verso la porta del negozio, era in notevole ritardo per l’apertura, ma una volta arrivata potette finalmente tirare un respiro di sollievo. Il negozio era infatti già stato aperto.

“Brandon sei il mio salvatore!” disse aprendo la porta rivolgendosi al ragazzo indaffarato a mettere in ordine delle composizioni di fiori dietro al bancone.

“Ehilà Dafne.” La salutò il ragazzo rivolgendole uno dei suoi soliti dolci sorrisi, che mettevano in mostra sul suo bel viso della simpatiche ed irresistibili fossette. Lasciò la sua postazione e seguì la ragazza nel retro del negozio: “Visto che tu non arrivavi mi sono permesso di aprire il negozio…” aggiunse il ragazzo come a volersi giustificare con la sua “titolare”.

“Hai fatto benissimo. Sei come sempre il migliore operaio che si possa avere.” Aggiunse la ragazza sfilandosi il cappotto e dirigendosi verso il bancone seguita nuovamente dal ragazzo.

“Ma a cosa dobbiamo questo ritardo? Hai fatto le ore piccole ieri notte vero?” chiese maliziosamente il ragazzo dando di gomito alla ragazza.

“Si certo! Sai benissimo quanto la mia vita privata sia movimentata…” rispose con sarcasmo la ragazza, riferendosi alla sua vita amorosa che era stata notevolmente statica negli ultimi anni. “Mi dispiace per te ma il colpevole del mio ritardo non è stato un uomo ma la mia sveglia!” aggiunse la ragazza mettendosi al lavoro, ignorando lo sguardo di disapprovazione che il ragazzo le stava rivolgendo.

La mattinata trascorse cupa e grigia, in attesa di una tempesta che non si decideva ad abbattersi sulla città. Nel pomeriggio essa si arrese finalmente al sole che cominciò a trasparire con i suoi raggi tra le nuvole illuminando la caotica Manhattan. Nel fioraio le cose andavano come al solito, lavoro, qualche pausa caffè che i ragazzi si regalavano, e chiacchiere tra amici. Canticchiando un motivetto allegro Dafne, si stava occupando di terminare una composizione per un ordine che Brandon si stava preparando a consegnare. L’atmosfera idilliaca del negozio fu rotta dall’entrata improvviso del unica persona al mondo capace di far svanire il buon umore congenito di Dafne. La ragazza che infatti aveva fatto la sua entrata sbattendo villanamente la porta e avanzando verso il bancone con un aria disgustata, era Alexandra White,assistente di volo e anche lei abitante del palazzo. Fin dai primi giorni in cui, Dafne con il suo fedele amico Dean si era trasferita a Manhattan dalla piccola cittadina del Texas di cui erano originari, tra le due era stata dichiarata guerra. Il carattere infatti eccentrico e superbo della ragazza stonava decisamente con quello tenero, affabile e gioviale di Dafne.

“Ehi fioraia avrei bisogno di un mazzo di fiori da far recapitare ad una mia amica entro sta sera.” Le si rivolse con acidità e disprezzo.

“Certo! Che generi di fiori preferisci?” chiese la ragazza sforzandosi comunque di sorridere e di dimostrarsi disponibile verso la ragazza.

“E io che diavolo ne so? Sei tu la fioraia no?” aggiunse la ragazza girando i tacchi. “Mandatemi il conto nel mio appartamento quando l’avrete consegnato!” disse prima di aprire la porta e scomparire tra la folla di persone che assediavano la strada. Irritata dal comportamento della ragazza Dafne tornò al suo lavoro, decisa e dimenticarsi quel brutto incontro e decisa a tornare al suo buon umore, che non tardò a ritornare.

 
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Aris.
CAT_IMG Posted on 25/11/2012, 16:16




Che carina, complimenti! ^_^
 
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1 replies since 12/11/2011, 21:48   35 views
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